UE: nuova deroga alla natura nelle aree agricole

L'applicazione di deroghe alle norme della PAC senza una giustificazione ragionevole e una valutazione d'impatto rappresenta un nuovo passo indietro

Comunicato stampa delle associazioni #CambiamoAgricoltura

“Un contentino che farà male ad agricoltori, cittadini e clima”

“Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione riguardo alla decisione presa dalla Commissione europea. Siamo fermamente convinti che la concessione di una deroga all’obbligo di mantenimento delle aree naturali non sia giustificata dalle condizioni di mercato, o da altra razionale ragione tecnica o economica, e che danneggerà gravemente gli ecosistemi. Va inoltre contro la stabilità normativa richiesta dagli agricoltori, introducendo incertezza che potrebbe ostacolare la redditività a breve e a lungo termine”.
Commentano così le Associazioni della Coalizione Italiana CambiamoAgricoltura, unendosi a numerose associazioni europee, la decisione di ieri della Commissione Europea di un ulteriore anno di deroga alla BCAA 8, ossia la norma sulla condizionalità del regolamento della Politica Agricola Comune che prevedeva il mantenimento di un minimo
di 4% di aree agricole destinate alla natura.

Le associazioni della Coalizione, pur riconoscendo le sfide che il settore agricolo deve affrontare, esacerbate dal conflitto in corso in Ucraina e dalla crisi climatica, credono fermamente che la deroga proposta non sia una vera soluzione, ma piuttosto un capro espiatorio. L’utilizzo di aree non produttive per aumentare la produzione in un mercato già saturo non migliorerà il reddito degli agricoltori e probabilmente causerà un ulteriore calo dei prezzi. Inoltre, la distruzione di elementi paesaggistici ad alta diversità biologica aumenterà la dipendenza degli agricoltori da input esterni come fertilizzanti e pesticidi chimici, aumentando la vulnerabilità delle aziende agricole a inondazioni, siccità ed erosione del suolo ed aggravando la loro precaria situazione economica.

Ancora un passo indietro nella lotta alla crisi climatica

L’applicazione di deroghe alle norme della PAC senza una giustificazione ragionevole e una valutazione d’impatto rappresenta un nuovo passo indietro sulla lotta alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici e mina la credibilità della Commissione, soprattutto se si considera che il commissario Wojciechowski, nel suo discorso ai ministri dell’agricoltura durante il Consiglio AGRIFISH del novembre 2023, ha presentato solide
argomentazioni contro la deroga. L’improvviso cambiamento di posizione appare una risposta ideologica alle proteste di una parte del mondo agricolo, priva di una chiara giustificazione e che suscita preoccupazione per le motivazioni alla base di questo cambiamento inaspettato.

Le associazioni esortano la Commissione a evitare qualsiasi ulteriore indebolimento delle regole della PAC, ribadendo che tali azioni impediranno la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente; la invitano altresì ad aprire un serio dibattito sulle reali cause del disagio degli agricoltori, che non vanno certo cercate
nella protezione dell’ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici, ma in un sistema alimentare ingiusto, espressione degli interessi delle grandi corporazioni agroindustriali (chimiche, meccaniche, sementiere, della trasformazione alimentare), che penalizza chi produce e chi consuma.
“In questi giorni di proteste capiamo e sosteniamo la richiesta degli agricoltori di vedere a loro riconosciuta una giusta remunerazione in una filiera agroalimentare oggi dominata dagli attori agroindustriali e della grande distribuzione, attraverso politiche agricole che assicurino
una più equa remunerazione del lavoro agricolo e riconoscano la centralità dei produttori. Diciamo però un netto no alla strumentalità con cui viene scaricato sul Green Deal europeo il disagio del mondo agricolo. Crediamo fermamente che gli obiettivi produttivi e di conservazione dell’equilibrio degli agroecosistemi debbono andare di pari passo, perché senza natura non c’è futuro per l’agricoltura” concludono le associazioni.

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