WWF e AMP Sinis insieme per la lotta agli attrezzi fantasma nei fondali in Sardegna

Nell’Area Marina Protetta della Penisola del Sinis identificazione e recupero delle attrezzature da pesca fantasma che soffocano i nostri mari

Nell’Area Marina Protetta della Penisola del Sinis identificazione e recupero delle attrezzature da pesca fantasma che soffocano i nostri mari, con tecnologie innovative in collaborazione con pescatori, diving e Capitaneria di Porto  

Il WWF Italia rinnova la propria missione di ripulire e proteggere i fondali del Mediterraneo. Dopo le azioni della Blue Panda Week nell’Area Marina Protetta di Portofino, l’associazione del panda si sposta in Sardegna, nella penisola del Sinis. In collaborazione con l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre e la comunità locale (pescatori e subacquei) dal 21 al 27 luglio verranno identificate e ripulite le aree con la maggiore concentrazione di attrezzi da pesca fantasma, che, spesso persi accidentalmente durante le attività di pesca, costituiscono un pericolo per la biodiversità marina ma anche per le attività di pesca stesse.

Grazie al coinvolgimento e contributo del team del WWF Germania, da tempo impegnato a ripulire il Mar Baltico dagli attrezzi fantasma attraverso tecnologie innovative, sarà possibile per la prima volta nel Mediterraneo testare la strumentazione sonar per identificare con maggior rapidità gli attrezzi da pesca fantasma sui fondali dell’Area Marina. Forti dell’uso della tecnologia, la squadra sarà anche supportata dall’esperienza subacquea del Korakodes diving, che accompagnerà il team in immersioni di verifica per confermare l’identità degli attrezzi riconosciuti dal sonar.

La seconda parte della settimana sarà dedicata alla vera attività di recupero degli attrezzi segnalati nelle giornate precedenti. Grazie alla collaborazione di imbarcazioni da pesca professionale, impegnate in un percorso verso una maggiore sostenibilità e interessate a contribuire alla bonifica dell’ambiente marino, e del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera coordinato dalla Capitaneria di Porto di Oristano, si andranno a rimuovere gli attrezzi da pesca fantasma dai fondali che verranno adeguatamente smaltiti.

Questa azione di pulizia dei fondali si inserisce nel contesto del progetto “Pescare Oggi Per Domani”, che mira a promuovere la trasformazione della gestione della piccola pesca nel Mediterraneo, mostrando come, attraverso meccanismi di co-gestione tra pescatori, ricercatori, autorità e ONG, sia possibile raggiungere una maggiore sostenibilità ecologica, economica e sociale del settore della piccola pesca. Il progetto è attivo presso l’AMP del Sinis dal 2018.

La conferenza stampa a Cabras il 22 luglio 2022

Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia, dichiara: “Il Mar Mediterraneo purtroppo è uno dei mari più sfruttati, con il 75% degli stock ittici soggetti a pesca eccessiva, ma anche uno dei più inquinati, con oltre 1 milione di tonnellate di plastica attualmente presenti nelle sue acque. Gli attrezzi fantasma lasciati in mare hanno gravi impatti sull’ecosistema marino e di conseguenza sugli operatori ittici, poiché oltre a danneggiare habitat fondamentali per molte specie, continuano a catturare per lungo tempo anche specie target della pesca professionale. È fondamentale porre fine a questo impatto, ancor più nelle Aree Marine Protette, essenziali per la salvaguardia del  Capitale Blu da cui tutti dipendiamo.  Questo è possibile solo attraverso la sensibilizzazione e collaborazione tra tutti, pescatori, subacquei, autorità locali, e ricercatori”.

Alessandra Pinna, Vicesindaca e Assessora con delega alla Pesca: “Ospitiamo con gratitudine nel nostro territorio il team del WWF e collaboriamo attivamente all’iniziativa attraverso l’AMP. Il lavoro che da tre anni ci vede impegnati per coinvolgere i pescatori nella gestione sostenibile del sistema pesca all’interno dell’AMP prevede oggi questa nuova tappa con un forte carico d’innovazione è una esperienza che potrebbe diventare di riferimento per altre aree del Mediterraneo. La partecipazione della Capitaneria di Porto di Oristano è la dimostrazione dell’impostazione partecipativa che stiamo portando avanti e che siamo certi potrà dare presto i suoi frutti”.

“L’attenzione verso il tema della pesca nelle aree di tutela è molto alta e urgente – ha sottolineato il Sindaco di Cabras e Presidente AMP Sinis -, la pesca nella Amp e nello stagno è un elemento strutturale del tessuto economico e sociale di Cabras per cui occorre proseguire il difficile ma necessario cammino delle politiche di sviluppo complementari che, coinvolgendo i principali protagonisti del comparto, possa impiegare forza lavoro in maniera compatibile, ampliando le possibilità di una riserva marina che va tutelata e utilizzata nel pieno delle sue potenzialità”.

Massimo Marras, Direttore AMP Sinis – Isola di Mal di Ventre spiega: “Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di WWF Germania per testare questa tecnica innovativa all’interno dell’AMP. Avremo modo di verificare la sua efficacia in diversi tipi di fondale e allo stesso tempo è un’occasione per coinvolgere i pescatori anche in questo tipo di attività meno “tradizionali”. Continuiamo a lavorare da tre anni in questa direzione e speriamo di mettere in campo ulteriori iniziative nel prossimo futuro. La collaborazione tra AMP, pescatori e altri portatori d’interesse è un fattore chiave per la conservazione del nostro patrimonio ittico e per la sostenibilità della pesca”.

Com.te Matteo Gragnani, Capitaneria di Porto di Oristano: “È con piacere che la Capitaneria di porto di Oristano offrirà il proprio supporto all’iniziativa nell’ottica delle prioritarie esigenze di tutela dell’ambiente marino, che rappresenta uno dei principali filoni di attività della guardia costiera, nonché un fondamentale compito istituzionale. È però importante che l’azione di tutela e la sostenibilità delle attività marittime, obiettivo fondamentale per l’immediato futuro, siano attuate in collaborazione e sinergia non solo da parte dei soggetti istituzionali, ma anche degli operatori, primi tra tutti il ceto peschereccio”. 

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