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© Maite Baldi

No plastic in nature

La campagna No plastic in Nature ha lo scopo di rinnovare il nostro rapporto con la plastica, per ridurne la dispersione in Natura, ridurre il consumo, promuovere il riuso e il riciclo.

La campagna

Ogni anno produciamo circa 400 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali sono concepite e destinate al monouso. A fronte di un brevissimo tempo d’uso, la plastica è un materiale eterno che nessun organismo vivente è in grado di digerire. Oggi miliardi di tonnellate di plastica soffocano gli ecosistemi.

L’economia circolare è la risposta più convincente al problema dell’eccesso di rifiuti di plastica e dell’inquinamento che ne deriva.

Per risolvere un problema complesso e globale, serve una forte volontà politica a livello nazionale e internazionale per trovare e applicare soluzioni che coinvolgano anche le città e i cittadini, insieme alla ricerca e alle aziende. 

Overview

Giulio Natta è l’ingegnere italiano che negli anni Cinquanta sintetizzò il polipopilene isotattico, vincendo il premio Nobel e aprendo la strada al boom industriale della plastica. Un materiale incredibile che ha reso possibili alcuni dei progressi più significativi della civiltà moderna in campi diversi come la medicina, l’elettronica, l’imballaggio, i trasporti. Una settantina di anni dopo, negli oceani galleggiano diverse isole di plastica (alcune grandi più di una nazione), mentre spiagge, fiumi e suoli sono pieni di rifiuti. La plastica è infatti “indistruttibile” o meglio, non è biodegradabile e quindi si frammenta nell’ambiente, disgregandosi nel corso del tempo in fibre più piccole addirittura di un capello e particelle così minuscole che vengono facilmente trasportate dall’aria: possono fare il giro del mondo in pochi giorni e precipitare dal cielo, con la pioggia. Succede così che in media, un adulto possa assumerne 5 grammi a settimana attraverso cibo, acqua e aria. Come mangiare una carta di credito ogni sette giorni! Di conseguenza scorrono, nel nostro sangue, si depositano nei polmoni, sono state ritrovate nella placenta e nel latte materno. Frammenti più o meno grandi di plastica vengono trovati praticamente in ogni ecosistema ed un numero crescente di specie ne subisce le conseguenze: intrappolamento, ingestione, soffocamento e rilascio di sostanze tossiche sono gli impatti più comuni.  

Oggi meno del 10% di tutta la plastica prodotta viene riciclato e una percentuale consistente continua a finire nell’ambiente attraverso i più svariati percorsi e nelle forme più diverse. Inoltre, il 90% della plastica proviene da fonti fossili, quindi la sua produzione (ma anche il suo smaltimento) contribuisce ad aggravare il cambiamento climatico. Senza un cambio di rotta entro il 2050, la produzione di plastica triplicherà e così la sua dispersione in Natura tanto che si assisterà al “sorpasso”: in mare ci sarà più plastica che pesci.  

Il primo passo è prendere coscienza di quanto sta accadendo, il secondo è ridurre – e di molto – la plastica inutile e dannosa dalle nostre vite è meno difficile di quanto immaginiamo.   

Obiettivi

L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare, sia per la sua gravità, sia perché lo abbiamo ignorato per troppo tempo. L’obiettivo di WWF è di eliminare la dispersione di plastica in Natura. Per questo il WWF collabora con le istituzioni, le aziende, le città e i cittadini per promuovere l’adozione di politiche e misure globali e nazionali più severe ed efficaci contro l’inquinamento da plastica, per realizzare un’economia circolare basata sulla riduzione dei consumi, sul riutilizzo, sulla ricerca di prodotti alternativi a minor impatto, sul miglioramento della gestione dei rifiuti, sull’incremento del riciclo e sull’ampliamento del mercato delle materie secondarie. 

Tutti i soggetti coinvolti nel sistema della plastica, dalla produzione, all’uso e alla gestione del fine vita, devono essere allineati all’obiettivo comune di ridurre l’impronta della plastica e liberare la Natura dalla plastica.  

Allegati

  • Report Fermiamo l'Inquinamento da Plastica
    • formato: pdf
    • peso: 1.61MB
  • Impatti dell'inquinamento da plastiche negli oceani
    • formato: pdf
    • peso: 5.58MB
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