Caratteristiche fisiche
Lutra lutra è il nome scientifico della lontra, della famiglia dei mustelidi. Il suo corpo (60-90 cm. esclusa la coda) è allungato e fusiforme, la pelliccia, di color bruno sul dorso e sulle zampe e color nocciola-bianco sul ventre, sul petto e sulla gola, è spessa e impermeabile e le permette di nuotare anche nelle acque più fredde. Le zampe sono corte ma robuste, con piedi palmati, la coda è larga e piuttosto schiacciata. Le orecchie sono piccole e, come le narici, si chiudono quando l'animale si immerge. Gli occhi, anch'essi piccoli e rivolti in alto, sono ben adattati alla visione subacquea. Il muso è dotato di speciali baffi (vibrisse) che permettono di individuare la preda in acque torbide o nell'oscurità notturna, grazie alle onde prodotte dal movimento delle prede.Etologia e Riproduzione
Generalmente conduce vita solitaria che abbandona soltanto durante l'epoca degli amori. E' legata ad un determinato territorio la cui estensione dipende dalle risorse disponibili e dalla facilità di rifugio. Predilige acque pulite e fiumi allo stato naturale, dove trovare cibo e riparo.Il ciclo riproduttivo è ancora poco noto e le informazioni disponibili derivano soprattutto da studi di individui tenuti in cattività. La gestazione va dai 61 ai 74 giorni e i parti possono avvenire in tutte le stagioni, con la nascita di 1-3 piccoli.
Habitat e distribuzione della lontra in Italia
La lontra si nutre essenzialmente di pesce, in particolare di ciprinidi quali arborella, cavedano, vairone o anguille, che cattura con grande abilità. Integra la sua dieta con rane, gamberi di fiume, ratti, topi o uccelli acquatici. La lontra frequenta ambienti molto vari: vive nei fiumi, nei torrenti, nei laghi, nelle paludi. Attualmente è presente con nuclei frammentati, soprattutto del centro-sud.
La lontra in Italia. Oggi sono circa 600 gli individui di lontra in Italia, la maggior parte nel meridione, dall’Abruzzo al Molise, alla Puglia, alla Calabria e in particolare alla Campania e alla Basilicata. Ma le lontre sono anche sulle Alpi, arrivate nel nostro Paese dall’Austria e dalla Slovenia. È recente anche il ritrovamento di un individuo in Friuli. Un ritorno al nord che però fa veramente ben sperare. La lontra oggi sta un po’ meglio ci sono soprattutto grazie alle preziosissime aree protette, unica speranza per il futuro di questi bellissimi e simpatici animali. Ma dobbiamo impegnarci ancora molto per proteggere la lontra dall’estinzione.
La specie è inserita dall'IUCN nella categoria di minaccia NT-Near Threatened (quasi a rischio).
Il WWF è impegnato nella salvaguardia della lontra.
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LA LONTRA NELLE OASI DEL WWF
Nel 1982, proprio per iniziativa del WWF, nacque il Gruppo Lontra Italia, che ha iniziato a promuovere e organizzare censimenti nei fiumi italiani dove storicamente la specie era stata segnalata. Su quasi 1.300 luoghi monitorati in tutta la penisola, solo 80, pari al 6,2%, si erano rivelati adatti alle caratteristiche della lontra come condizioni climatiche e ambientali. La regione più ricca di questa specie risultò la Campania, seguita da Basilicata, Toscana, Puglia, Lazio settentrionale, Calabria, Molise e Abruzzo. E l'associazione iniziò a lavorare per l'istituzione delle Oasi nelle aree chiave per la sopravvivcenza della lontra.
In generale, occorre tutelare i bacini dove vivono i nuclei principali (Sele-Calore, Agri e Basento) e i bacini vicini. Occorre avviare studi di fattibilità per il rilascio in natura degli individui nati in cattività. Inoltre, è fondamentale monitorare i siti idonei e quelli ritenuti potenzialmente idonei.