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Il 27 maggio è la Giornata mondiale della Lontra

Oggi è la Giornata Mondiale della Lontra e sono 13 le specie nel mondo, di queste 12 in diminuzione, 7 vulnerabili e 5 sono a rischio di estinzione. In Italia è presente la lontra eurasiatica, una specie che…

Oggi è la Giornata Mondiale della Lontra e sono 13 le specie nel mondo, di queste 12 in diminuzione, 7 vulnerabili e 5 sono a rischio di estinzione. In Italia è presente la lontra eurasiatica, una specie che negli 80 del Novecento ha rischiato di scomparire dal nostro Paese.

La tutela della lontra in Italia

Proprio il WWF per primo lanciò l’allarme sulla situazione della lontra in Italia e, nel 1982, proprio su spinta dell’Associazione, nacque il Gruppo Lontra Italia, formato da naturalisti ed esperti a livello nazionale.
Il team, dopo un monitoraggio regione per regione, confermò il dato negativo, sommando ad un centinaio gli esemplari ancora presenti in Italia e concentrati nel solo Centro-Meridione.
Proprio da quel censimento derivarono una serie di iniziative del WWF che portarono a risultati concreti di tutela, già avviati con la creazione dell’Oasi di Persano, in Campania e continuate con l’acquisizione in gestione di altre Oasi che ospitavano, e ancora ospitano, la lontra: oltre Persano e alle Grotte del Bussento, quindi, si sono aggiunte il Lago di San Giuliano vicino Matera (ora gestita da altri )e il Bosco Pantano di Policoro, sempre in Basilicata, il lago di Conza, ancora in Campania, le Cascate del Verde in Abruzzo. Anche la realizzazione di un Centro Lontra a Penne, in Abruzzo, è servita a raccontare, a far conoscere, a promuovere programmi di conservazione sulla specie.

Circa 800 individui nella penisola

Oggi sono circa 800 gli individui di lontra stimati in Italia. Un numero più alto rispetto al recente passato, ma ancora al di sotto della soglia di sicurezza. Allo stesso tempo, si è ridotto l’areale di distribuzione storico, ora concentrato soprattutto al Meridione, dall’Abruzzo alla Puglia, alla Calabria e in particolare alla Campania e alla Basilicata, ma con segnali di presenza anche al centro. Di grande importanza la conferma del ritorno sull’arco alpino, grazie allo sconfinamento di esemplari da alcuni paesi confinanti.

 

Ancora molto da fare per la sua salvaguardia

Conferme che la lontra stia un po’ meglio ci sono e molto si deve all’istituzione delle aree protette. Abbastanza alla crescente sensibilità di amministratori e comunità. Ma molto è ancora da fare, perché basta un niente e la situazione può nuovamente precipitare. Il crollo della popolazione di lontra si deve, in passato alla caccia e al bracconaggio – per la pelliccia -, poi alla distruzione e frammentazione degli habitat e all’inquinamento, anche chimico, delle acque.
Esiste un piano d’azione nazionale sulla lontra promosso dal Ministero dell’Ambiente a cui hanno lavorato vari esperti e vi hanno aderito molti enti, nazionali e locali. Il piano contiene una serie di azioni necessarie per tutelare i nuclei ancora presenti e creare i presupposti affinché questi si possano espandere, mettere in contatto, potenziare la popolazione.

Negli ultimi tempi, una delle maggiori cause di morte delle lontre, sono gli investimenti da parte delle automobili. Soprattutto lungo le strade della Basilicata e della provincia di Salerno, c’è stata vera strage. Il fatto che questi sfortunati eventi siano in aumento non ha una spiegazione certa, ma sicuramente gli spostamenti sono rispetto al passato: il che potrebbe essere una buona notizia. Oppure no. Sicuramente occorre fare in modo di prevenire queste morti non più tanto occasionali.

Intanto nell’Oasi WWF di Persano una bellissima lontra si è fatta di nuovo fotografare in pieno giorno, proprio in occasione della riapertura al pubblico dell’area, come se volesse salutare. 

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