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Oasi di Ca’ Brigida scrigno di biodiversita’

Sono ben 51 le specie di farfalle identificate nell’Osi WWF di Ca’ Brigida a Verucchio (Rimini), circa il 40 % delle specie presenti in Romagna. Sono questi i risultati salienti della ricerca sui lepidotteri dell’Oasi e del circostante…

Sono ben 51 le specie di farfalle identificate nell’Osi WWF di Ca’ Brigida a Verucchio (Rimini), circa il 40 % delle specie presenti in Romagna. Sono questi i risultati salienti della ricerca sui lepidotteri dell’Oasi e del circostante territorio presentata in questi giorni dal WWF Rimini. Circa 30 le specie di falene (farfalle notturne) identificate, anche se queste non fanno parte della ricerca in quanto necessitano di particolari metodi di cattura e identificazione. Ne sono state comunque determinate 30 diverse specie in occasione delle numerose escursioni esplorative. Nessun esemplare è stato catturato. 

Curata da Loris Bagli e Gabriella Romagnoli, la ricerca ha come obiettivo la conoscenza del popolamento di farfalle e falene in rapporto alle piante spontanee utilizzate per la riproduzione e il nutrimento. Le farfalle rientrano tra gli insetti più noti al pubblico. La loro sopravvivenza è fortemente minacciata dagli inquinanti ambientali, soprattutto la chimica usata in agricoltura, dalla riduzione degli habitat e dai cambiamenti climatici. La ricerca, iniziata un anno fa, terminerà nella primavera del 2021.
L’identificazione avviene mediate osservazione diretta e documentazione fotografica ripresa sul campo. Si stanno cercando già da ora finanziamenti per poter realizzare una pubblicazione. Sono state scoperte alcune specie incluse nella Direttiva Natura 2000, riconosciute quindi ufficialmente come specie di interesse a livello di Comunità Europea. La loro presenza verrà utilizzata come integrazione della richiesta inoltrata da parte del WWF. Rimini di inserire l’Oasi nell’esistente Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Torriana, Montebello, Fiume Marecchia”, richiesta ad oggi ignorata. 
Dopo questi risultati l’Oasi WWF Ca’ Brigida si dimostra sempre più scrigno di biodiversità tanto che il WWF Italia l’ha promossa da Oasi di Educazione ad Oasi di Conservazione. Palese la soddisfazione del responsabile scientifico dell’ Oasi, prof. Loris Bagli e dei volontari che dedicano il loro tempo libero agli studi e alla cura e manutenzione dell’ area stessa.

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