Ci lascia a 91 anni, una vita dedicata ai primati
Jane Goodall era (difficile parlarne al passato) una di quelle figure quasi mitologiche capaci di ispirare intere generazioni di appassionati. Nata a Londra nel 1934 (come Fulco Pratesi) riuscì giovanissima, non ancora laureata, nel 1960, a coronare il suo sogno e a spingersi fino in Tanzania, nel Parco Nazionale di Gombe, per studiare gli scimpanzè. Possiamo considerarla la pioniera dell’etologia moderna, intesa come osservazione sul campo. I suoi studi ci hanno restituito una nuova immagine dei primati, come noi stretti in legami sociali, in grado di costruire (e usare) strumenti e soprattutto come individui, non numeri da studiare nel chiuso della cattività. La natura non come mera classificazione, ma studio attraverso l’empatia. Jane finì per farsi accettare dalle comunità di scimpanzè, con la sua presenza discreta ma costante, mentre ne osservava abitudini e comportamento.
Era anche “Messaggero di pace” delle Nazioni Unite
Nella seconda fase della sua vita ha portato il suo messaggio in tutto il mondo e, con la sua fondazione, si è battuta per proteggere la natura e le creature da lei più amate: gli scimpanzè.
“Le scoperte scientifiche innovative e i processi metodologici definiti dalla dott.ssa Goodall – si legge nel sito della sua fondazione, la Jane Goodall Institute con sedi in 25 paesi – sono di vasta portata e hanno contribuito a rimuovere barriere sia di genere, nel campo delle donne nella scienza, che in altri settori. La scoperta di Jane sull’uso di utensili negli animali non umani, forse la sua osservazione più famosa, è nota come quel momento che ha “ridefinito il genere umano”. A questa scoperta ne seguirono molte altre durante le sue ricerche sugli scimpanzé in natura, tra cui l’esistenza di forti legami madre-figlio, la caccia e il consumo di carne, la guerra primitiva, l’altruismo e la compassione. Le scoperte di Jane Goodall hanno avuto un’influenza anche nei campi della salute umana, dell’evoluzione e dell’ecologia”.

Il ricordo di Isabella Pratesi e del Presidente Di Tizio
Isabella Pratesi, Direttrice Conservazione WWF Italia, la ricorda così: “Mamma mia Jane che cos’era…aveva uno sguardo che ti catturava, scrutava e non ti mollava. Aveva le idee chiare, di quelle idee che ti prendono il cuore e lo tengono stretto. Jane ha acceso le luci in un modo straordinario, fatto di amori e passioni, problemi e soluzioni, strategie e battaglie, il mondo degli altri primati diversamente umani. Jane è stato il mio primo incontro, da giovane naturalista, con una di quelle personalità “più grandi della vita”. Me la ricordo con una testa in continuo fermento, una enorme capacità di ascolto, l’ostinazione di una visionaria e lo stesso cuore intelligente e tenace dei suoi amati scimpanzé, per i quali si è battuta fino all’ultimo giorno, portando le sue idee di giustizia e diritti in giro per il mondo. La immagino anche oggi in cammino, mano nella mano, con i suoi amici più cari, fatti di pelliccia, intelligenza, empatia e aspirazioni. Perché questo erano per lei gli scimpanzé, grandi fratelli da sostenere, proteggere e con cui costruire un futuro diverso”.
Nel 2024 Jane Goodall è a Roma, in occasione dei suoi 90 anni. Teneva infatti conferenze in tutto il mondo. Instancabile, fino all’ultimo. Il Presidente WWF Italia Luciano Di Tizio, presente all’incontro pubblico, affollatissimo, che al Bioparco, la ricorda così. “Una persona eccezionale che ha dedicato la sua intera esistenza alla scienza con un amore senza eguali per la natura e per tutte le sue creature”.
Qui l’articolo che gli ha dedicato nel 2017 il National Geographic >>