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Avorio, giro di vite della Tailandia sul commercio illegale

Entro la fine di marzo ogni punto vendita di avorio nel territorio della Tailandia dovrà essere controllato e dimostrare di avere le carte in regola. Lo annuncia il governo tailandese come parte dell’impegno nazionale per rispettare l’accordo internazionale…

Entro la fine di marzo ogni punto vendita di avorio nel territorio della Tailandia dovrà essere controllato e dimostrare di avere le carte in regola. Lo annuncia il governo tailandese come parte dell’impegno nazionale per rispettare l’accordo internazionale sul commercio di fauna selvatica stabilito nell’ultimo comitato CITES svoltosi a Ginevra.
Il giro di vite da parte del Dipartimento dei Parchi Nazionali ha già provocato la chiusura di 13 dei 24 negozi di avorio nella provincia di Nakhon Sawan, perché non in possesso dei documenti necessari per dimostrarne la legalità. Secondo un rapporto del 2009 del network TRAFFIC (Trade Record Analysys of Fauna and Flora in Commerce) la provincia di Nakhon Sawan è seconda solo a quella di Bangkok in quanto a commercio di avorio  Le ispezioni continueranno dei restanti 216 negozi in tutto il paese.
La Thailandia è tra gli otto paesi individuati dalla CITES dove l’illegalità in questo settore è più diffusa. Finora è riuscito a evitare sanzioni commerciali, ma rimane nella cosiddetta “watch list“, cioè sotto stretta osservazione. Alla prossima riunione CITES (prevista per ottobre) i funzionari governativi tailandesi relazioneranno sul lavoro svolto.
 

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