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Bilancio UE, duro colpo per clima e natura

Il WWF Italia chiede al Governo e agli europarlamentari italiani di chiedere più ambizione per i finanziamenti per clima e natura e di opporsi con forza alla cancellazione del Programma LIFE

WWF: folle cancellare il programma Life e gli obiettivi ambiente della PAC

Il WWF Italia prende atto della decisione della Commissione di mantenere un obiettivo di spesa ambientale al 35%, che include clima e biodiversità. Tuttavia, il livello di ambizione appare molto ridotto rispetto al bilancio precedente, nonostante l’urgenza di aumentare gli investimenti pubblici in questi settori.

Riunire tutte le spese ambientali sotto un unico target rischia di marginalizzare la biodiversità e di far passare come “decarbonizzazione” soluzioni false o dilatorie. Inoltre, l’assenza di obiettivi settoriali e le debolezze nella metodologia di tracciamento possono svuotare di efficacia il target stesso.

Senza criteri chiari, trasparenti e garanzie vincolanti sull’uso dei fondi da parte degli Stati membri, il 35% rischia di diventare la foglia di fico di Ursula von der Leyen. È ora compito dei degli Stati membri e del Parlamento europeo alzare l’asticella e garantire che almeno il 50% del bilancio sia destinato a veri investimenti per il clima e la natura.

Soppresso l’unico strumento UE dedicato a clima e biodiversità

Tra le decisioni più gravi, c’è la soppressione del Programma LIFE, l’unico strumento UE interamente dedicato a progetti per il clima, la biodiversità e l’ambiente. La Commissione propone di assorbirlo nel nuovo Fondo Europeo per la Competitività, pensato per sostenere l’industria. Le attività LIFE sono anche menzionate vagamente in una struttura gestita dalla Commissione nei nuovi Piani nazionali.

Nel tentativo di semplificare, la Commissione ha creato un mostro burocratico. Smantellando l’attuale programma LIFE e fondendolo nei due grandi pilastri del nuovo QFP, destinati a coprire una lunga lista di obiettivi senza priorità chiare, rischia di privare di fondi azioni cruciali per natura e clima.

Ancora più preoccupante è il fatto che la Commissione si attribuisca piena discrezionalità su come e quanto perseguire tali obiettivi, minando la stabilità del sostegno per agricoltori, silvicoltori e autorità locali, e riducendo il ruolo del Parlamento europeo nella definizione del bilancio dell’UE.

Un errore clamoroso che mette a rischio migliaia di progetti in tutta Europa e in Italia (principale beneficiaria del Programma). Senza LIFE, viene meno un canale di finanziamento accessibile, trasparente e stabile per la società civile, il mondo scientifico e gli enti locali.

Cosa aspettano il Governo e gli europarlamentari italiani ad opporsi alla proposta della Commissione che colpisce l’unico strumento di finanziamento per l’ambiente? Perché non difendono un Programma di cui l’Italia beneficia più di tutti gli altri Stati Membri come hanno difeso i produttori di tabacco?

PAC: La “flessibilità senza vincoli” rischia di ridurre la produzione alimentare sostenibile

La proposta della Commissione Europea per la PAC post-2027 rappresenta un passo indietro nella costruzione di un sistema alimentare realmente sostenibile. Nonostante l’introduzione di un tetto ai pagamenti per ettaro, che mira a correggere alcuni squilibri storici nella distribuzione dei fondi, il cuore della proposta è fortemente indebolito da un’impostazione che privilegia la flessibilità nazionale a scapito di obiettivi ambientali comuni vincolanti. La totale assenza di vincoli di spesa e valutazione dei risultati per le misure agroambientali e climatiche, ora completamente lasciate alla discrezionalità degli Stati membri, rischia di svuotare di contenuto gli strumenti più importanti per proteggere suolo, acqua, biodiversità e clima. Allo stesso tempo, la retorica della Commissione sul passaggio dagli obblighi agli incentivi appare infondata: nella proposta non vi è alcuna garanzia che incentivi reali verranno messi in campo, né che saranno sufficienti a compensare la perdita di vincoli minimi. In un contesto di crisi climatica e ambientale senza precedenti, questa PAC lascia mano libera ai governi nazionali senza assicurare né responsabilità né risultati. Il rischio concreto è che si continui a finanziare modelli agricoli intensivi e distruttivi, ignorando le leggi ambientali e compromettendo ancora di più il futuro della nostra agricoltura.

Sussidi dannosi: le intenzioni ci sono, i fatti no

La Commissione conferma l’impegno – almeno sulla carta – a eliminare i sussidi dannosi per l’ambiente, applicando il principio “Do No Significant Harm” previsto dal Regolamento Finanziario. Ma anche qui, le eccezioni previste nella proposta destano grande preoccupazione, e rischiano di svuotare di significato questa promessa.

Eliminare i sussidi che danneggiano clima e natura non è solo una priorità ambientale, è anche una scelta economicamente intelligente: consente di liberare risorse, correggere distorsioni e rafforzare una politica industriale veramente sostenibili.

WWF: Serve un cambio di rotta

La proposta della Commissione rappresenta una svolta negativa che non possiamo accettare. Chiediamo al Governo italiano e a tutti gli europarlamentari italiani di intervenire subito per:

  • Salvare il Programma LIFE come strumento autonomo, stabile e accessibile a tutti i beneficiari;
  • Garantire che almeno il 50% del bilancio UE sia destinato a investimenti ambientali veri e verificabili;
  • Eliminare realmente i sussidi dannosi, senza eccezioni.

PAC: fissare obiettivi ambientali per clima e biodiversità vincolanti con una spesa minima obbligatoria, introdurre il valore del lavoro e la multifunzionalità nei criteri per i pagamenti diretti. L’Europa non può affrontare le crisi climatica e della biodiversità con bilanci deboli, vaghi e incoerenti. È il momento di decidere se vogliamo davvero un futuro sostenibile – o solo farne retorica.

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