La forzatura governativa per installare 12 nuovi inceneritori in 10 diverse Regioni, in aggiunta ai 42 già attivi in Italia e ai 6 già autorizzati è stata respinta al mittente nella Conferenza Stato-Regioni nella riunione del 9 settembre.
E’ un’ottima notizia per il WWF che nella sua adesione alla 3 giorni di mobilitazione sul territorio che aveva preceduto la riunione, aveva sostenuto in estrema sintesi che in Italia – terzo paese dopo Francia e Germania in Europa per numero di questo tipo di impianti altamente in inquinanti – non avesse alcun senso cominciare a costruire nuovi inceneritori che entrerebbero in funzione nel 2020 (quando tra l’altro nel 2025 su scala europea entrerà in vigore il divieto di incenerimento di tutti i rifiuti riciclabili).
Il WWF aveva chiesto che la riunione del 9 piuttosto che decidere se disseminare l’Italia di bruciatori che producono emissioni dannose per la salute (lo stesso Ministero della salute rileva il rischio di tumori e malformazioni) si concentrasse sulla definizione di piani regionali virtuosi che puntino alla riduzione dei rifiuti, al riuso e al riciclaggio, raggiungendo e superando la soglia del 65% di raccolta differenziata, obiettivo che doveva essere conseguito in Italia già nel 2012.
E’ quindi con grande soddisfazione che il WWF ha appreso non solo che le Regioni abbiano detto no al decreto attuativo dell’art. 35 dello Sblocca Italia sugli inceneritori classificati come infrastrutture strategiche nazionali, ma che sia stata respinta l’ingerenza dello Stato in una materia di competenza regionale anche e soprattutto perché le previsioni governative contrastano con le pianificazioni regionali per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, coerente con le indicazioni europee.