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Il commercio illegale di natura

Il traffico illegale di specie selvatiche costituisce una minaccia per le specie selvatiche a rischio ma anche per lo stato di diritto, la sicurezza e il buon governo dell’amministrazione pubblica. E’ questa la valutazione del WWF che, mettendo…

Il traffico illegale di specie selvatiche costituisce una minaccia per le specie selvatiche a rischio ma anche per lo stato di diritto, la sicurezza e il buon governo dell’amministrazione pubblica. E’ questa la valutazione del WWF che, mettendo in guardia contro gli appetiti della criminalità organizzata e dei gruppi terroristici, sta interloquendo proprio in questi giorni con i ministeri dell’Ambiente dei Paesi membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, in vista dell’approvazione il 20 giugno prossimo a Bruxelles del Piano d’azione europeo sul traffico di specie selvatiche.
Il WWF ritiene che nel contrasto a questi traffici in ogni paese europeo dovrebbero essere garantiti adeguati finanziamenti per le azioni di prevenzione e contrasto dell’illegalità ed essere coinvolte tutte le amministrazioni competenti degli Stati Membri che si occupano di: giustizia e ordine pubblico, crimine organizzato, commercio, affari esteri.
Per il WWF è inoltre importante che l’Europa garantisca il supporto ai Paesi Terzi. Nella interlocuzione avviata in questi giorni con il ministero dell’Ambiente italiano il WWF, che sta conducendo una Campagna contro i Crimini di Natura a sostegno del Cuore Verde dell’Africa, ha anche auspicato che al più presto vengano impiegate al meglio le risorse derivanti dal gettito generato dai diritti di prelievo, opportunamente adeguati, che gravano sulle attività commerciali consentite per finanziare le attività di contrasto all’illegalità (finanziamento per i nuclei specializzati del CFS, conservazione degli esemplari confiscati, marcaggio, controlli delle certificazioni).
Inoltre il WWF ha chiesto che l’Italia valuti un inasprimento del quadro sanzionatorio, definito in Italia a partire dal 1992, per  chi violando le leggi vende, espone o detiene per la vendita, o trasporta specie selvatiche in via di estinzione introducendo pene più severe che colpiscano in particolare le attività che vedono il coinvolgimento della criminalità organizzate o di gruppi terroristici (in linea con la Convenzione ONU contro il Crimine Organizzato Transnazionale).
A sostegno di chi combatte ogni giorno i crimini di natura il WWF proprio in questi giorni ha lanciato la Campagna per  il “Cuore Verde dell’Africa”: l’associazione chiede l’aiuto di tutti per difendere il Parco di Dzanga Sangha nel bacino del Congo, un’area fortemente a rischio e secondo polmone verde del mondo dopo l’Amazzonia  dove si sta vivendo una grave emergenza di bracconaggio. Fino al 30 maggio si può donare  attraverso l’SMS solidale 45599 e   sostenere il progetto che mira a costruire con le comunità locali  uno sviluppo  sostenibile e duraturo lottando contro i crimini di natura. La  settimana di raccolta fondi culminerà con la Giornata delle oasi , domenica 29 maggio

La Campagna Cuore verde dell’Africa” – www.wwf.it/sms

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