Il dibattito avviato in questi giorni sugli ‘orsi dannosi’, e sulla minaccia che la loro reintroduzione rappresenta per la comunità, è a dir poco anacronistico e rischia di trasformare la straordinaria storia di successo che ha visto la reintroduzione dell’orso nelle Alpi nell’ennesimo dibattito emotivo, dove i presupposti scientifici vengono inequivocabilmente dimenticati, denuncia il WWF Italia.
Sul tema della pericolosità il dibattito che si è promosso nel decennio scorso ha portato alla condivisione di una impostazione scientifica, che partisse dalla esaltazione della volontà di coesistenza.
Lo stesso progetto di conservazione LIFE ARCTOS http://www.life-arctos.it/home.html sviluppato anche dal WWF Italia, ha come presupposto la coesistenza uomo-orso bruno, favorendo la diffusione di azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico. E’ una iniziativa volta a favorire la tutela della popolazione di orso bruno ( Ursus arctos) e a sostenerne l’espansione numerica, attraverso l’adozione di misure gestionali compatibili con la presenza del plantigrado, la riduzione dei conflitti con le attività antropiche, l’informazione e la sensibilizzazione dei principali stakeholder.
Il WWF ricorda che esiste ed è operativo il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali PACOBACE sottoscritto da tutti gli enti competenti, compreso il Ministero dell’Ambiente e la Provincia Autonoma di Trento e condiviso nella sua legittima impostazione tecnico scientifica anche dal mondo ambientalista, in un legittimo confronto.
Frutto di quel dibattito, di quella coerenza scientifica è stato lo sviluppo di progettualità condivise e sostenute da investimenti finanziari da parte della Unione Europea, mirati a rafforzare il valore della coesistenza e garantirlo attraverso attività di prevenzione e formazione.
Il capitolo 3 del PACOBACE “Criteri e procedure d’azione nei confronti degli orsi problematici e d’intervento in situazioni critiche” richiama il tema della sicurezza e dell’incolumità pubblica.
Il dibattito dunque deve rimanere in questo perimetro preciso, scientificamente validato, senza introdurre nuove variabili quali il concetto aleatorio di “dannoso” che genera incomprensioni anche per la mancanza di parametri certi ed oggettivi.
Il WWF chiede pertanto che si rimanga ancorati al PACOBACE, che aveva previsto possibili situazioni quali quelle che si sono recentemente verificate, ed ha indicato una precisa catena di comando con interventi progressivi. È un lavoro tecnico, preciso, rispetto al quale la politica deve tener conto , mantenendo una posizione di garante di una applicazione puntuale di inequivocabili scelte tecnico scientifiche.
Il dibattito sull’orso bruno resti in un ambito istituzionale
Il dibattito avviato in questi giorni sugli ‘orsi dannosi’, e sulla minaccia che la loro reintroduzione rappresenta per la comunità, è a dir poco anacronistico e rischia di trasformare la straordinaria storia di successo che ha visto la…