L’appello lanciato il 10 giugno a Nizza da oltre 90 Paesi che ribadiscono la loro ambizione di porre fine all’inquinamento da plastica è un gradito segnale di cooperazione globale, ma è ancora “il minimo indispensabile” di ciò che è necessario affinché il mondo possa vedere un trattato adatto a tale scopo.
In occasione della terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, la Francia, che ha ospitato l’evento, ha lanciato un “campanello d’allarme” per riunire i Paesi a sostegno di un trattato globale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica. Un patto volto a porre fine a una delle crisi più durature della civiltà moderna. Questo valoroso sforzo per dare slancio al processo del trattato precede l’INC-5.2 – il sesto ciclo di negoziati per un trattato globale sull’inquinamento da plastica previsto per agosto. Comprende inoltre firmatari provenienti da tutte le regioni, tra cui Cambogia, Georgia, Germania, Australia, Ghana, Tuvalu, Costa Rica, e anche l’Italia.
I passi per un trattato efficace
“La dichiarazione congiunta, guidata dalla Francia, invia un chiaro segnale: i Paesi di tutto il mondo possono e devono lavorare insieme per porre fine alla crisi della plastica. Ma siamo chiari: ciò che è stato delineato qui è un buon inizio, ma è il minimo indispensabile per affrontare efficacemente l’inquinamento da plastica. Un trattato adatto allo scopo deve andare oltre le vaghe aspirazioni e includere una serie di misure specifiche e vincolanti, tra cui la messa al bando globale delle plastiche e delle sostanze chimiche più dannose, mezzi per sostenerne l’attuazione e un meccanismo per rafforzarle nel tempo”, ha dichiarato Efraim Gomez, Direttore globale per l’impatto delle politiche del WWF Internazionale.
“A meno di due mesi dall’INC-5.2, i governi devono capire che questa visione non può e non sarà realizzata attraverso il consenso. Devono quindi prepararsi a utilizzare tutti gli strumenti necessari per superare ulteriori ritardi e consegnare il trattato che hanno promesso. Hanno la visione, hanno il sostegno e hanno gli strumenti per forgiare un trattato efficace. Ora devono mantenerlo. Siamo già ai tempi supplementari e ogni giorno di ritardo aggiunge altre 30.000 tonnellate di plastica ai nostri oceani”.
Si riparte il 5 agosto
Dal 5 al 14 agosto, i Paesi torneranno al tavolo dei negoziati per raggiungere ancora una volta un accordo su un trattato globale sull’inquinamento da plastica. I negoziati non sono riusciti a raggiungere la conclusione prevista nel dicembre dello scorso anno.
I negoziati sono falliti perché diversi Paesi produttori di petrolio hanno continuato ad abusare delle regole del trattato volte a raggiungere il consenso, rifiutandosi di superare le divisioni e cercando di restringere ancora una volta la portata del trattato sulla gestione dei rifiuti piuttosto che sulla riduzione della produzione di plastica. Gli sforzi per raggiungere il consenso sono stati esauriti e i Paesi che cercano di forgiare un trattato secondo la loro visione condivisa devono utilizzare tutti gli strumenti procedurali, come il voto, all’INC-5.2 per farlo.