Il WWF ha illustrato oggi a Trapani la sua proposta
In una conferenza a Trapani presso il Museo Regionale Agostino Piepoli il WWF Italia ha illustrato la propria proposta per il Parco Nazionale delle Isole Egadi e del Litorale Trapanese presentando anche un’ipotesi indicativa di perimetrazione.
In WWF ritiene che serva un approccio realista e concreto e quindi, superando ipotesi non previste dalla norma (come quella di un parco limitato alle sole Isole Egadi) o soluzioni talmente estese da risultare difficilmente praticabili anche sul piano tecnico, la proposta è quella di considerare oltre le Egadi la cosiddetta “costa del sale”, cioè il litorale prospicente le isole usando l’area marina protetta delle Egadi come cerniera. In concreto si tratta di un “ammagliamento” delle aree con vincoli naturalistici già esistenti: le aree di Rete Natura 2000 sia a terra che a mare (cioè Siti d’Interesse Comunitario e Zone di Protezione speciale in parte sovrapposte tra di loro), le riserve naturali regionali delle Saline di Trapani e dello Stagnone di Marsala, l’area marina protetta delle Isole Egadi.
Proposta elaborata dal Centro Studi WWF
Il WWF sottolinea che si tratta di una perimetrazione indicativa per indicare una strada possibile, una proposta che ha tenuto però conto di varie problematiche che hanno portato ad escludere dal perimetro dei Parco i porti di Trapani e Marsala, l’aeroporto di Birgi, i principali nuclei abitati di Favignana, Marettimo e Levanzo, le aree urbane di Trapani e Marsala.
La presentazione della proposta, elaborata dal Centro Studi WWF con la collaborazione tecnica della Società TEMI srl, è stata corredata da varie cartografie. Partendo dalla sovrapposizione delle aree naturalistiche già presenti si ipotizza un perimetro che le contenga trovando, soprattutto a mare, punti di congiunzione tra queste anche in considerazione della previsione di un’area marina protetta dello Stagnone di Marsala individuata dalla normativa nazionale ma mai istituita. Per la parte relativa al litorale la proposta è sostanzialmente simile a quella del riconoscimento MAB UNESCO che è stata avanzata e che ha trovato il consenso dei Comuni di Trapani, Paceco, Misiliscemi e Marsala. Il WWF volutamente non ha voluto quantificare la proposta in termini di ettari sottolineando come il tema non sia quello dell’estensione del parco ma del dare continuità territoriale alle aree naturalistiche esistenti e poco importa se questo, specie a mare, avviene con qualche migliaia di ettari in più o in meno.
Opportunità per le attività economiche
Secondo il WWF l’istituzione del Parco Nazionale costituisce non solo un’occasione per rendere più omogenea e meglio declinata la tutela di territori su cui già vigono vincoli naturalistici diretti, ma anche un’opportunità anche per le attività economiche. A tale proposito ricorda il “Protocollo sulla gestione della fascia costiera” in applicazione della Convenzione di Barcellona per la tutela del Mar Mediterraneo che per le aree dove la componente marina interagisce con quella terrestre prevede una gestione integrata di tutte le componenti non solo naturalistiche; in particolare tiene conto della fragilità degli ecosistemi e dei paesaggi costieri, della diversità delle attività e degli utilizzi, delle loro interazioni, della vocazione marittima di alcuni di essi. Si tratta quindi di processo di pianificazione e gestione che coordina gli aspetti ambientali, economici, sociali e culturali per garantire lo sviluppo sostenibile delle aree costiere.
Approccio partecipato che coinvolga anche la Regione Siciliana
Il WWF ritiene pertanto che la legge quadro sulle aree protette, e quindi l’istituzione di un parco nazionale, garantisce questo approccio alla pianificazione in modo partecipato. Nel corso dell’iniziativa sono stati chiariti numerosi passaggi normativi che evidenziano come il dibattito in corso sul parco nazionale sia viziato da numerosi pregiudizi. Norme alla mano è stato illustrato come la Regione Siciliana abbia un ruolo ineludibile sia nell’atto istitutivo e perimetrazione che nella futura approvazione del Piano del Parco, che tale ruolo non può essere espresso eludendo i Comuni che per altro non solo partecipano direttamente al processo di pianificazione del parco ma votano i bilanci preventivi e consuntivi dell’Ente gestore ed hanno diretta competenza sul Piano di Economico Sociale dell’area protetta.
Dopo 18 anni dalla norma che prevede il Parco Nazionale delle Isole Egadi e del Litorale Trapanese la richiesta del WWF è forte e chiara: il Ministero dell’Ambiente deve incaricare ISPRA di elaborare una proposta di perimetrazione sulla base anche di dati e conoscenze acquisite dalla Regione. A questo il WWF aggiunge che sarebbe auspicabile cha la Regione ed il Ministero dell’Ambiente promuovessero una campagna di comunicazione sulle opportunità che un Parco rappresenta e realizzassero un processo formativo sui contenuti reali della normativa sulle aree protette per predisporre al meglio il processo partecipativo che verrà avviato.
La conferenza di Trapani è stata introdotta dal Delegato Regionale WWF Pietro Ciulla e la proposta di parco è stata illustrata da Gaetano Benedetto, Presidente del Centro Studi WWF. Sono quindi intervenuti i Professori Gioacchino FAZIO (Docente di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche, Università di Palermo), Nicola ROMANA (Docente di Diritto dei Trasporti e del Turismo, Università di Palermo) e Francesco TORRE (Presidente del Consorzio Universitario della Provincia di Trapani). Per le Associazioni Ambientaliste sono intervenuti Giulia Casamento (Responsabile Biodiversità Legambiente Sicilia) e Nino PROVENZA (Coordinatore LIPU per la Sicilia). Mentre la Responsabile della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, Silvana Piacentino, ha portato l’esperienza concreta della gestione di una delle aree individuate come parte del futuro parco nazionale.