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Praterie e Savane

Aiutaci a salvare le praterie e le savane!
  • 4
    l’altezza di alcune erbe della pianura africana.
  • 1.500000
    gnu migrano nella savana dell’Africa orientale.
  • 5
    milioni di anni fa fecero la loro comparsa le prime praterie.

L’ABC DELLE PRATERIE E SAVANE

Sono state identificate diverse tipologie di praterie in base alla localizzazione geografica, i suoli e il clima: tropicali e sub-tropicali, temperate, alluvionali, montane, desertiche e la tundra. 

Le praterie sono formate principalmente da graminacee, una delle famiglie più numerose dell’intero regno vegetale, con oltre 10.000 specie. In tutti questi luoghi, tuttavia, piove troppo poco affinché la vegetazione arborea si sviluppi, quindi gli alberi restano sparsi e isolati. 

La vegetazione dominante è costituita da piante erbacee resistenti al pascolamento degli erbivori. Tali piante sono capaci di rigenerarsi stagione dopo stagione, anche grazie al fenomeno delle migrazioni che porta le mandrie di erbivori a spostarsi alternativamente in aree distanti centinaia di chilometri. Un tempo anche le vaste distese erbose del Nord America e dell’Eurasia sostenevano le migrazioni di grandi vertebrati come il bisonte, la saiga, le antilopi e i cavalli selvatici. 

Oggi ciò non accade più o i movimenti sono limitati a piccole aree a causa della trasformazione del territorio e a causa della caccia da parte dell’uomo. I fattori che regolavano la via delle praterie sono stati alterati e la scarsità d’acqua rende questi ecosistemi particolarmente fragili. Inoltre la presenza di regolari incendi naturali (fondamentali per il rinnovamento vegetale nelle praterie di Africa, Australia e Sud America) è stata a sua volta modificata dall’uomo.

Anche le savane tropicali hanno subito forti trasformazioni, ma in Africa orientale riescono a registrare ancora alte densità di animali al pascolo. È infatti possibile trovare gnu, zebre, antilopi e giraffe e anche i relativi predatori: leoni, leopardi, ghepardi e iene.

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

La biodiversità in questi ambienti include molti mammiferi: i grandi erbivori e i loro predatori; mammiferi scavatori come i cani della prateria in America o i suricati in Sud-Africa; numerose specie di uccelli e, naturalmente, una grande varietà di invertebrati.

Anche la diversità vegetale è molto elevata. Le steppe e le praterie della Patagonia, ad esempio, si distinguono per la grande varietà di piante erbacee a livello di genere e famiglia. In 

Nord-America si possono rinvenire fino a 300 specie di piante erbacee in poco più di un ettaro e fino a 3 milioni di insetti in meno di mezzo ettaro.

Purtroppo, quando i coloni europei arrivarono in Nord America, gran parte delle praterie del continente vennero trasformate in campi agricoli, spazzando via gran parte della fauna caratteristica, come il bisonte, elemento centrale dell’ecosistema.

LE MINACCE

Le praterie sono aree pianeggianti e fertili e sono quindi anche di primaria importanza per lo sviluppo antropico, che rappresenta una minaccia per la loro esistenza. Gli esseri umani infatti arano le praterie per piantare grano e altri cereali, sostituiscono la fauna selvatica con il bestiame domestico e uccidono i predatori.

Oltre alle attività umane, altre minacce sono costituite dall’aumento della frequenza di incendi o, al contrario, dalla scomparsa di incendi naturali periodici. Tali eventi alterano profondamente questi ecosistemi, innescando quasi sempre processi di desertificazione, con effetti amplificati dal cambiamento climatico.

COSA FA IL WWF

Lavoriamo a fianco dei governi per l’applicazione delle leggi di protezione della fauna selvatica e abbiamo formato, con le autorità locali, squadre anti-bracconaggio in molte aree protette. Ad esempio, nelle savane africane, una delle minacce è proprio la caccia illegale. La nostra collaborazione con il TRAFFIC permette di controllare il commercio di fauna selvatica e dei derivati, come zanne degli elefanti e corni di rinoceronte.

Al centro dei nostri programmi di conservazione, c’è anche la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela di specie carismatiche come elefanti, rinoceronti, giraffe in Africa, bisonti in America settentrionale e antilopi asiatiche.

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