Gatto selvatico

Aiutaci a salvare il gatto selvatico!
  • 90%
    la riduzione dell’habitat del gatto selvatico in India.
  • 5-6
    mesi l’età in cui i cuccioli diventano indipendenti.
  • 7kg
    il peso che può raggiungere un individuo adulto.

L’ABC DELLA SPECIE

I maschi adulti del gatto selvatico tendono a essere leggermente più grandi e pesanti delle femmine adulte. Le dimensioni, il colore del mantello e il pattern dei segni variano da continente a continente. Nella sottospecie africana ad esempio il colore e le macchie del pelo variano dal grigio al rossastro. La pelliccia è morbida e i peli hanno spesso una fascia sub-terminale chiara e una punta nera, che conferiscono al pelo un aspetto maculato. La coda lunga termina con due o tre anelli nerastri e una punta nera. Le orecchie sono arrotondate con corti ciuffi scuri. Nella sottospecie europea invece il mantello grigio-ocra è caratterizzato poi da una stria nera sul dorso, due strie nere sulle scapole e quattro strie nere sulla nuca, oltre che da una coda clavata ad anelli neri e grigi. 

I gatti selvatici vivono in diversi tipi di ambienti, quali boschi misti, boschi ripariali, macchia mediterranea. Tendono a evitare gli habitat d’ alta quota e i contesti agricoli e urbani. 

La dieta varia a seconda del luogo dove vive, ma solitamente si ciba di roditori (arvicole e topi), uccelli (e passeriformi in primis), lepri, insetti e rettili. 

Maschi e femmine raggiungono la maturità sessuale a circa un anno di età. La gestazione dura da 56 a 65 giorni, la femmina partorisce da 2 a 3 cuccioli. Appena nati i piccoli sono ciechi, crescono in luoghi ben nascosti come in alberi cavi, tane sotterranee, fessure rocciose e tra l’erba fitta. I piccoli escono dalla tana dopo alcune settimane e vengono avviati alla caccia dopo 3-4 mesi, diventando indipendenti intorno ai 5-6 mesi d’età. 

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

I gatti selvatici tendono ad avere abitudini notturne, anche se in luoghi poco disturbati si spostano anche durante le ore diurne. Caccia muovendosi lentamente e silenziosamente lungo i sentieri, e basa la sua tattica sull’agguato, come molti altri felini. La preda, una volta uccisa, può essere nascosta tra la vegetazione, in buchi nel terreno, negli alberi oppure ricoperta da detriti. 

LE MINACCE

I gatti selvatici sono stati minacciati in passato per il commercio della loro pelliccia e da uccisioni legate alle predazioni su animali da cortile (galline, conigli, etc.). Gli individui che si avvicinano alle abitazioni, possono essere vittime anche di uccisioni illegali, causate da veleno o trappole destinati ad altre specie ritenute “nocive”. 

In Europa, le minacce includono la frammentazione degli habitat, l’esposizione a sostanze chimiche agricole tossiche e la trasmissione di malattie da parte dei gatti domestici. Da studi recenti risultano altre due minacce per il gatto selvatico. Da un lato gli incidenti stradali causati dalla fitta rete di infrastrutture presenti in diversi Paesi europei causano ogni anno numerosi investimenti di gatti selvatici, dall’altro la diffusa presenza di gatti domestici non controllati genera episodi di ibridazione che mettono a rischio l’identità genetica ed ecologica del gatto selvatico.  

COSA FA IL WWF

Il gatto selvatico è una specie elusiva e ancora scarsamente conosciuta, negli ultimi anni la ricerca sul campo, che si avvale delle nuove tecnologie come le fototrappole, ha permesso di saperne di più al fine di pianificare gli interventi di conservazione. 

In molte oasi del WWF conduciamo studi che permettono di conoscere meglio la biologia di questo felino, come ad esempio nell’Oasi delle Gole del Sagittario in Abruzzo, dove sono state raccolte immagini notturne di questo animale durante una recente tesi di laurea. 

Uno studio è stato condotto per molti anni anche nella Riserva di Monte Arcosu in Sardegna sul gatto selvatico sardo, tramite la radio-telemetria. La ricerca ha permesso di stabilire le caratteristiche e l’ampiezza media del territorio di maschi e femmine, nonché confermare le ridotte dimensioni di questa sottospecie rispetto al cugino europeo. 

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