L’ABC DELLA SPECIE
Alla fine degli anni ’80 in Africa si stimavano 155.000 individui di giraffa, ma oggi si contano solo 111.000 individui appartenenti complessivamente a tutte le quattro specie. Il mantello della giraffa è molto variabile, sia tra i diversi individui, sia tra le varie specie e sottospecie; può assumere una colorazione marrone scuro, nocciola fino a quasi nera nei maschi più anziani. Le caratteristiche macchie e il reticolo più chiaro formano un “pattern” unico e diverso per ciascun individuo. Le femmine di giraffa spendono all’incirca il 53% nelle 24 ore ad alimentarsi, contro il 43% dei maschi. Questo perché i maschi trascorrono circa il 22% delle ore diurne vagando per il territorio alla ricerca di femmine in calore.
L’alimentazione si concentra particolarmente nelle prime e nelle ultime tre ore di luce, mentre nelle ore più calde trascorrono il tempo a ruminare. La notte viene spesa ruminando in posizione sdraiata, da appena dopo il tramonto, con maggiore frequenza durante la notte, raggiungendo un picco la mattina presto. Le giraffe sono animali gregari e non territoriali, anche i legami tra individui sono abbastanza instabili e temporanei. I maschi tendono ad associarsi in gruppi a partire dai 3 anni di età e lasciare i territori in cui sono nati; quando raggiungono la maturità divengono solitari. Nel Parco di Tsavo in Kenya sono stati censiti 60 maschi e 50 femmine, tra adulti e sub-adulti, in circa 160 kmq.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
Le giraffe utilizzano gli arti posteriori e anteriori, lunghi e robusti, per sferrare potenti calci, che possono essere letali per un predatore come un leone. Come tutti i mammiferi, anche il collo della giraffa ha 7 vertebre, ma sono particolarmente allungate. Maschi e femmine di giraffa possiedono un paio di corna, che tuttavia si differenziano da quelle di altri mammiferi in quanto sono costituite da due prolungamenti ossei ricoperti da pelle e peli. Nonostante le sue dimensioni e la struttura poco idonea alla corsa, una giraffa al galoppo può raggiungere i 56 km/h, sebbene su medie distanze. La giraffa non beve molto, solo ogni pochi giorni, poiché riesce a trarre i liquidi di cui necessita dalle foglie.
LE MINACCE
Alcune sottospecie e popolazioni di giraffa sono divenute particolarmente rare, come la giraffa del Kordofan (Giraffa camelopardalis antiquorum) che vive al confine settentrionale del Congo con il Sudan e al confine fra Ciad e Repubblica Centrafricana, oppure la giraffa nubiana (Giraffa camelopardalis camelopardalis), una sottospecie che vive nel Sudan orientale e in parte dell’Etiopia occidentale. Le minacce agiscono con intensità e gravità diversa secondo i luoghi, ma la perdita dell’habitat a causa della deforestazione, la conversione dei terreni per usi agricoli e l’attività estrattiva di minerali, nonché della continua crescita della popolazione umana che porta ad una crescente urbanizzazione sono ai primi posti. In molti Paesi africani i disordini civili, le guerre e l’instabilità politica crea condizioni di alto rischio per le giraffe. Il bracconaggio è un fenomeno ancora diffuso in molte aree. Infine, i cambiamenti climatici stanno conducendo la savana verso ambienti sempre più aridi e desertici, causando problemi di alimentazione a approvvigionamento idrico per le specie selvatiche.
COSA FA IL WWF
Pur non essendo impegnati direttamente nella conservazione delle giraffe, siamo presenti con azioni che riguardano la gestione e l’istituzione di aree protette e la lotta al bracconaggio. Da oltre 25 anni collaboriamo, dopo averla fatta istituire, la Riserva di Lago Nakuru in Kenya dove è stata anche rilasciata la rara giraffa di Rothschild, una sottospecie della giraffa masai. Le nostre sedi sul territorio collaborano con i governi di vari Stati africani con programmi di informazione e coinvolgimento delle popolazioni locali, con programmi di sviluppo sostenibile cercando soluzioni condivise tra sviluppo delle economie locali e la conservazione della fauna selvatica.