L’ABC DELLA SPECIE
Le orche vivono in tutti i mari e gli oceani del mondo, dalle regioni artiche e antartiche, fino ai mari tropicali. La sua presenza nel Mar Mediterraneo è abbastanza rara, ma alcuni esemplari sono stati avvistati nel Mar Ligure.
I maschi possono raggiungere le 6 tonnellate di peso e una lunghezza di 6-8 metri, le femmine sono più piccole, con un peso di 4 tonnellate e una lunghezza di 5-7 metri.
L’orca vive normalmente in gruppi composti dalla femmina, i suoi piccoli, alcune femmine più anziane e un maschio adulto. Tutti i componenti del nucleo familiare comunicano tra loro attraverso suoni di vario genere sviluppando un proprio linguaggio distintivo dagli altri gruppi.
Le orche sono animali molto sociali e cacciano in gruppo. Le prede preferenziali e le modalità di caccia sono specifiche del gruppo familiare. Anche i capodogli non ancora completamente adulti possono rientrare nella dieta delle orche, mentre quelli adulti riescono a sfuggirgli grazie alla incredibile capacità di immergersi a grandi profondità. Un’orca mangia ogni giorno circa il 3-4% del suo peso. Sebbene non abbiano predatori, sono stati documentati attacchi da parte di squali.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
La loro dieta è molto ampia, con specializzazioni che si manifestano a livello delle diverse popolazioni: alcune si nutrono esclusivamente di pesci, mentre altre cacciano uccelli e pinguini, mammiferi marini come leoni marini, foche, balene e delfini.
È difficile stimare il numero di individui nel mondo, ma secondo la IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) una delle le stime più attendibili potrebbe essere di circa 50.000 esemplari.
Le orche hanno un organo sensoriale che utilizzano come sonar, riuscendo a percepire le onde sonore che rimbalzano su un oggetto, un animale o una roccia.
Nel 1988 è stato scoperto un nuovo tipo di popolazione detto “offshore”, che forma gruppi di 60-200 esemplari, distinto geneticamente dai gruppi residenti; gli individui appartenenti alle due popolazioni, nel caso si incontrino, evitano contatti reciproci.
LE MINACCE
Anche le orche sono vittime della caccia alle balene nonostante il divieto del commercio internazionale. Alcuni pescatori vedono le orche come un competitore, come predatori voraci che stanno contribuendo alla riduzione delle risorse ittiche e uccidono intenzionalmente le orche quando ne hanno l’occasione. La trasformazione degli ecosistemi marini, l’inquinamento dovuto alla presenza di contaminanti in mare e lo sversamento accidentale di petrolio, rappresenta una grave minaccia per questa specie. Essendo all’apice della catena alimentare, l’impoverimento degli stock ittici dovuto alla pesca eccessiva e non sostenibile, minaccia seriamente questo super-predatore dei mari.
COSA FA IL WWF
Grazie alla nostra grande famiglia internazionale lavoriamo da oltre 50 anni per proteggere le balene. Nel 1984 abbiamo contribuito a convincere il mondo a vietare la caccia commerciale alle balene. Insieme ai nostri partner scientifici vogliamo ridurre il numero di balene che restano uccise a seguito delle collisioni con le navi. Siamo presenti nelle aree del Pianeta che rappresentano aree critiche di alimentazione, riproduzione e le rotte migratorie delle diverse specie di Cetacei. Lavoriamo per creare santuari per le balene, contribuire a cambiare le rotte di navigazione e ridurre le indagini sismiche che minacciano le zone di alimentazione. Abbiamo svolto un ruolo fondamentale nella creazione del Ross Sea Sanctuary nell’Oceano Antartico oltre a quello Pelagos nel Mar Ligure dove sono state avvistate anche le orche. Dobbiamo continuare il nostro impegno per aumentare la consapevolezza della necessità di conservare le balene a livello regionale, nazionale e internazionale, e lo facciamo creando anche le opportunità per le comunità locali di essere coinvolte e trarre un beneficio dalle iniziative di conservazione delle balene e di sviluppo di forme di turismo responsabile