Orca

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  • 80- 90
    gli anni di vita raggiunti dalle femmine.
  • 55km/h
    la massima velocità raggiunta.
  • 10m
    circa la lunghezza dei maschi.

L’ABC DELLA SPECIE

Le orche vivono in tutti i mari e gli oceani del mondo, dalle regioni artiche e antartiche fino ai mari tropicali, possono essere sia stanziali che migratorie. La loro presenza nelle acque italiane è abbastanza rara, motivo per cui sono classificate come “specie occasionale” e non regolare. Nel Mediterraneo, le orche sono presenti principalmente nel bacino occidentale, spesso si tratta di individui che dall’Atlantico arrivano nel Mediterraneo occasionalmente tramite lo stretto di Gibilterra. Qui l’orca viene spesso avvistata, si ritiene che sia presente una comunità di 32 esemplari specializzati nella caccia al tonno rosso. I maschi possono raggiungere un massimo di 9,8 m fino a 8 tonnellate di peso, le femmine come tutti gli odontoceti sono leggermente più piccole e misurano circa 8m di lunghezza. La pinna dorsale è ben visibile soprattutto nei maschi adulti dove raggiunge i 2m di altezza. Solitamente compiono immersioni brevi di 2-3 minuti seguite da una più lunga di circa 17 minuti. La massima profondità registrata è di 1000 m ma si ritiene possano raggiungere profondità anche maggiori. 

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

Le orche residenti vivono normalmente in gruppi familiari, pod, molto stabili, formati da individui di entrambi i sessi, di differenti età e imparentati tra loro. Spesso i singoli pod residenti possono sviluppare un loro dialetto, differente dagli altri gruppi. Sono costituiti di solito da circa 10-25 individui ma possono raggiungere anche i 50 individui per un singolo pod. Può capitare che i diversi pod si incontrino per brevi periodi specialmente durante l’accoppiamento.

Le orche sono animali molto sociali e cacciano in gruppo. Le prede preferenziali e le modalità di caccia sono specifiche del gruppo familiare.  Predano mammiferi, uccelli, tartarughe e diverse specie di pesci compresi squali e razze, ma anche i capodogli e le balenottere non ancora adulti possono rientrare nella dieta delle orche.

Le orche predatrici di mammiferi formano gruppi più piccoli rispetto alle predatrici di pesci. Per quanto riguarda gli esseri umani, esiste un solo attacco documentato in natura da parte delle orche: un serfista in California che venne morso a una gamba nel 1972. Attacchi letali, da parte delle orche che abbiano portato alla morte di un essere umano sono documentati solo in cattività. 

LE MINACCE

Anche le orche sono vittime della caccia nonostante il divieto ufficiale del 1982 da parte della International Whaling Commission (IWC). Da allora non si hanno notizie di uccisioni a scopo commerciale, ma la caccia continua in modo scarsamente documentato. Le orche sono considerate come competitori dai pescatori che le attaccano e uccidono intenzionalmente perché ritenute una delle cause della riduzione delle risorse ittiche. La trasformazione degli ecosistemi marini, l’inquinamento dovuto alla presenza di contaminanti in mare e lo sversamento accidentale di petrolio, rappresenta una grave minaccia per questa specie. Essendo all’apice della catena alimentare, l’impoverimento degli stock ittici dovuto alla pesca eccessiva e non sostenibile, minaccia seriamente questo super-predatore dei mari. Gli unici animali ad attaccare le orche sono altre orche o squali. 

COSA FA IL WWF

Grazie alla nostra grande famiglia internazionale lavoriamo da oltre 50 anni per proteggere i cetacei.  Insieme ai nostri partner scientifici operiamo per ridurre il numero di cetacei che rimane ucciso o ferito a seguito alle collisioni con le grandi navi. Siamo presenti nelle aree del Pianeta più critiche per favorire l’alimentazione, la riproduzione e per le rotte migratorie delle diverse specie di cetacei; lavoriamo per creare santuari per le balene, per contribuire a cambiare le rotte di navigazione del traffico marittimo e ridurre le indagini sismiche che minacciano le zone di alimentazione. Abbiamo svolto un ruolo fondamentale nella creazione del Ross Sea Sanctuary nell’Oceano Antartico oltre a quello Pelagos nel Mar Ligure dove sono state avvistati anche alcuni esemplari di orca. Non è però sufficiente: infatti, dobbiamo continuare il nostro impegno a livello regionale, nazionale e internazionale per aumentare la consapevolezza della necessità di conservare queste splendide specie. Infine, creiamo opportunità per le comunità locali affinché siano coinvolte e possano trarre beneficio dalle iniziative di difesa e conservazione dei cetacei, in modo particolare dallo sviluppo di forme di turismo responsabile. 

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