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Referendum trivelle: con WWF in piazza un mare di ragioni per un mare di SI’

Dante Caserta, Vice Presidente WWF Italia: “Un referendum, che si poteva evitare, su una norma di cui l’Europa ci chiederà conto. Dopo 28 anni di silenzio le istituzioni diano strategie al Paese su energia e clima” Un luogo…

Dante Caserta, Vice Presidente WWF Italia: “Un referendum, che si poteva evitare, su una norma di cui l’Europa ci chiederà conto. Dopo 28 anni di silenzio le istituzioni diano strategie al Paese su energia e clima”

Un luogo straordinario e rappresentativo dell’Italia come Piazza del Pantheon a Roma ha ospitato per un giorno al suono evocativo di suggestioni marine dell’ukulele le oltre 100 Oasi protette dal WWF che oggi si sono dichiarate “Drills Free Area” ovvero aree senza trivelle, le stesse che non si vogliono nei mari italiani. Una vera e propria sfilata di luoghi di straordinario valore naturalistico come dune, spiagge, lagune costiere, che chiedono un “Sì” al Referendum del 17 aprile sulle Trivelle in occasione “Without Drills Day” proclamato dal WWF.

Quella di stamattina è stata una vera e propria festa in onore del nostro patrimonio costiero e marino (il WWF ricorda che l’Italia è tra i Paesi più ricchi d’Europa per la sua biodiversità marina) animata dalla musica del gruppo musicale “Ukus in Fabula” e dai tanti volontari dell’Associazione, che hanno accompagnato gli uomini-sandwich con le foto di alcune delle Oasi coinvolte e i cartelli per proclamare simbolicamente anche piazza del Pantheon “Drills Free Area”. Accanto ai volontari anche alcune Guardie e alcuni responsabili delle Oasi che hanno portato la loro testimonianza.


“ll Paese è stato trascinato ad un confronto referendario che si poteva evitare, su una norma furbesca che andava corretta, e che, se sopravviverà dopo il  referendum del 17 aprile, porterà ad una procedura d’infrazione della Commissione europea, che chiede tempi certi sulla durata delle concessioni, solo perché il Governo e il Parlamento hanno deciso di avallare la richiesta delle aziende estrattive che così potranno prolungare artificiosamente la vita di relitti industriali (sono 8 le piattaforme”operative” e 31 quelle “non eroganti” su cui il WWF ha chiesto un’indagine) di piattaforme obsolete localizzate nella fascia offlimits delle 12 miglia pur di non smantellarle e procedere al ripristino ambientale dei luoghi. Nonostante che il 48% circa delle 88 complessive localizzate nella fascia delle 12 miglia, secondo stime WWF, abbia più di 40 anni e il 47,7% siano state costruite senza la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Un’opera meritoria quella dello smantellamento che porterebbe benefici ambientali ed occupazionali”, ha dichiarato in piazza del Pantheon Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia.

Caserta ha poi aggiunto: “Il nostro SI convinto è per ribadire le ragioni dell’ambiente e per chiedere finalmente chiarezza sulle scelte ambientali e energetiche, anche dopo il 17 aprile, in modo che l’Italia si doti al più presto di un Piano energetico  e climatico che indichi le tappe per la decarbonizzazione della nostra economia, in coerenza degli impegni assunti alla COP 21 di Parigi da 195 Paesi (tra cui il nostro), colmando una scandalosa assenza di un pensiero strategico delle istituzioni che è durato 28 anni (l’ultimo piano Piano Enrgetico Nazionale è del 1988)”.

Nel corso dell’iniziativa è stato presentato il vademecum del WWF “Un mare di ragioni per un mare di sì.  che vuole rispondere con 10 dati di fatto ai 10 luoghi comuni che gli oppositori del referendum utilizzano per difendere le ragioni del petrolio nei nostri mari. Per un giorno il WWF ha portato le nostre coste i nostri mari al centro di Roma per una vera e propria festa del mare e della natura per il SI al referendum del 17 aprile.
 

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