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Bracconaggio di elefanti: SOS dal Mozambico

Centinaia di elefanti morti nel Nord del Mozambico negli ultimi tre anni: lo dicono gli ultimi risultati di una ricognizione aerea commissionata dal WWF-Mozambico. Secondo l’indagine, tra i 480 e i 900 elefanti sarebbero stati uccisi dai bracconieri…

Centinaia di elefanti morti nel Nord del Mozambico negli ultimi tre anni: lo dicono gli ultimi risultati di una ricognizione aerea commissionata dal WWF-Mozambico. Secondo l’indagine, tra i 480 e i 900 elefanti sarebbero stati uccisi dai bracconieri nell’area tra il 2011 e il 2013.

L’indagine aerea nel Parco Nazionale Quirimbas condotta a fine 2013 ha rilevato che quasi la metà degli elefanti avvistati dal cielo erano, purtroppo, carcasse. “Le morti di elefante sono probabilmente a causa della caccia illegale e le perdite rischiano di essere devastanti per la popolazione”, ha detto Anabela Rodriguez, Country Director di WWF-Mozambico.

Nei giorni scorsi le ONG di conservazione, gli esperti della fauna selvatica e funzionari governativi si sono incontrati a Maputo, in Mozambico, con l’obiettivo di contrastare questo rinnovato assalto da parte dei bracconieri alle popolazioni di elefanti e rinoceronti dell’Africa meridionale. Il workshop è stato finanziato dal WWF-Sudafrica e dal governo tedesco (BMZ).

“Se i governi coinvolti – ha detto Isabella Pratesi, Direttore Programmi di Conservazione Internazionali del WWF Italia- non mettono in piedi delle forti misure di controllo e repressione del bracconaggio rischiamo nell’Africa subsariana una nuova strage di elefanti, simile a quella che negli ultimi 10 anni ha portato a perdere il 62% degli elefanti di foresta nell’Africa centrale”.

“Il Mozambico è uno dei principali teatri del massacro di elefanti e di transito di avorio in Africa , oltre che importante area di stoccaggio per il transito e l’esportazione di corno di rinoceronte per i mercati asiatici – ha detto Colman O’Criodain, esperta di commercio di fauna e flora del WWF internazionale – . Abbiamo bisogno di azioni urgenti e di un costante impegno per la lotta contro queste attività illegali”.

La CITES (Convenzione Internazionale sul commercio delle specie di flora e fauna selvatiche) si riunirà in luglio per valutare i progressi compiuti dai paesi più coinvolti nel commercio illegale di avorio. L’incontro del prossimo luglio arriva sulla scia delle statistiche sempre più allarmanti provenienti dal Nord del Mozambico e aree limitrofe del Sud Africa. Sebbene il Mozambico non abbia una popolazione di rinoceronte naturale, fatta eccezione per alcuni animali che si allontanano attraverso il confine dal Parco Nazionale Kruger, è fortemente implicato nella bracconaggio in Sud Africa. I dati resi noti alla fine di maggio mostrano un totale di 442 rinoceronti sono già stati massacrati nel 2014.

Secondo il Dipartimento degli affari ambientali del Sud Africa, 293 di questi rinoceronti sono stati uccisi nel Kruger National Park. Le autorità nel Parco hanno recentemente riportato il primo caso documentato di bracconaggio ai danni di elefanti negli ultimi 10 anni all’interno dell’area protetta. Le zanne di elefante sono commerciate soprattutto nei mercati asiatici, in particolare Thailandia e Cina, dove l’avorio viene utilizzato a scopo ornamentale.

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