Chi di voi ha mai visto nascere un cucciolo di balena? Lavoro come biologo marino da oltre 15 anni* e, per me, quella è stata la prima volta. Un meraviglioso miracolo della natura nel vero senso della parola. E’ successo a casa loro: nel Mediterraneo.
Da oltre 10 anni il WWF monitora, studia, identifica e conta gli esemplari di 8 specie di balene e delfini nel Mediterraneo. Questo sforzo, assieme a quello di molte altre organizzazioni e governi, nel 2001 ha portato alla creazione del Santuario Pelagos. Oggi il Santuario è l’area protetta più ampia del Mediterraneo, con i suoi oltre 87.000 chilometri quadrati tenendo conto di circa la metà delle attuali aree protette della superficie marina.
Era da tanto che volevo raggiungere il mio collega Denis Ody in una ricerca. Denis è il cuore e la mente delle spedizioni del WWF dedicate ai cetacei del Mediterraneo: iniziò a esplorare il mondo con il capitano Jacques Cousteau nel 1980, a bordo della sua famosa nave oceanografica Calypso.
Questa settimana, il mio desiderio di unirmi a Denis e al suo equipaggio finalmente è diventato realtà. Sono salito a bordo del catamarano Maja con altri 6 membri dell’equipaggio e il capitano Nathalie, tutti con la tutela del mare nel cuore. Devo ammettere che la bellezza e la ricchezza della vita subacquea nell’oceano svanisce facilmente quando mi trovo rinchiuso nel mio ufficio a Roma. Per questo sono consapevole di quanto sia difficile ricordare tutto quello che il mare ci dà per vivere, ovvero un clima stabile per il nostro cibo e per l’ossigeno.
Se tutti potessero vivere un’esperienza come la nostra a bordo del Maja, avrebbero per il mondo marino un occhio di riguardo. Innanzitutto, dal ponte del catamarano, abbiamo individuato un capodoglio (Physeter macrocephalus) ma, man mano che ci avvicinavamo, ne contavamo sempre di più. Due, anzi tre, cinque… quindici!
Fred Bassemayousse, che lavora come fotografo nelle spedizioni, si è calato silenziosamente in acqua e noi l’abbiamo seguito, sempre più vicini ai cetacei. A un certo punto abbiamo notato un piccolo, ancora in fase di distacco dal suo cordone ombelicale. Anche l’acqua dimostrava che il cucciolo era appena nato: la placenta stava ancora fluendo attraverso la colonna d’acqua. Noi, attoniti, ad ammirare.
Gli altri capodogli non si spostavano. Come se fossero in attesa, non scappavano. Al contrario, si avvicinavano a noi permettendoci di celebrare con loro la nascita del piccolo appena venuto al mondo. Abbiamo trascorso il resto della giornata osservandoli a distanza di sicurezza, sempre attenti a non disturbarli. Alcuni di loro roteavano per dare il benvenuto al neonato, protetto da altri due esemplari (probabilmente parenti) e dalla madre. Il rituale andava avanti, senza fine, finché nel buio non siamo più riusciti a vederli.
Durante le settimane che ogni anno Denis trascorre al largo delle coste francesi e italiani, vive l’opportunità di osservare con i suoi occhi la diversità della fauna mediterranea. Non solo balene e delfini, ma anche mante, tartarughe marine, pesci luna, tonni, pesci spada e una miriade di uccelli marini.
Ho potuto stare con Denis solo una settimana, ma è stata sufficiente per ammirare ancora una volta i piccoli miracoli che il Mediterraneo ancora conserva nelle sue acque. Con solo l’1% delle sue coste rimaste inviolate, il Mediterraneo è stato sfruttato e alterato per secoli. Ma i cetacei e moltissimi altri incredibili animali ritornano ogni anno in questo posto straordinario che loro, come noi, chiamano casa.
*Giuseppe Di Carlo è il direttore della Mediterranean Marine Initiative del WWF.
L’articolo è stato tradotto dall’inglese da Silvia Delli Zotti, che il WWF ringrazia per il prezioso contributo svolto da volontaria