Il Parlamento UE ha votato a favore di una forte legge per fermare la deforestazione importata

Oltre 200.000 cittadini che hanno sostenuto la campagna guidata dal WWF #Together4Forests sono stati ascoltati

WWF: Oltre 200.000 cittadini che hanno sostenuto #Together4Forests sono stati ascoltati

La voce di oltre 200.000 cittadini europei che avevano chiesto ai membri del Parlamento europeo di proteggere le foreste è stata ascoltata. Oggi gli eurodeputati hanno votato a favore di miglioramenti significativi della proposta della Commissione europea per un regolamento sui prodotti esenti da deforestazione. Hanno concordato sull’inclusione di “altri terreni boschivi” oltre alle foreste, su un numero maggiore di controlli sui prodotti, su definizioni più chiare di termini importanti come “degrado forestale” e su un ampliamento della gamma di prodotti oltre a carne bovina, soia, olio di palma, gomma, legname, cacao e caffè.

Nel 2020, attraverso la campagna #Together4Forests guidata dal WWF, 1.2 milioni di cittadini, scienziati e aziende avevano chiesto una legge che garantisse che solo i prodotti privi di distruzione della natura finissero sul mercato dell’Ue. All’inizio del 2022 oltre 50.000 persone hanno inviato lettere aggiuntive ai rispettivi ministri nazionali e più di 206.000 sono stati invece inviati ai membri del Parlamento europeo negli ultimi due mesi estivi.

Anke Schulmeister-Oldenhove, responsabile delle politiche forestali all’Ufficio politiche europee del WWF: Il voto di oggi in Parlamento a favore di una legge forte sulla deforestazione è stato un chiaro sì: un sì alla riduzione dell’impronta ecologica dell’Ue, un sì alla protezione delle foreste e delle savane e ai diritti delle popolazioni indigene. È stato anche un sì alle richieste dei cittadini europei che non vogliono alimentare la distruzione della natura con i loro consumi. Questo messaggio non dovrebbe essere ignorato dagli Stati membri dell’Ue che a giugno avevano indebolito la proposta della Commissione Europea”. 

La posizione del Parlamento stabilisce che non solo le aziende che immettono prodotti legati alla deforestazione sul mercato dell’Ue dovranno attenersi a una serie di norme per impedirne l’ingresso, ma anche il settore finanziario che sostiene le attività dei peggiori deforestatori del mondo. Il voto di oggi invia un segnale forte agli Stati membri dell’Ue, dimostrando che l’ambizione è possibile e che il Parlamento europeo è pronto ad assumersi la responsabilità dell’impronta distruttiva dell’Ue sulla natura, nonché delle relative violazioni dei diritti umani.

Proprio ieri è arrivata una nuova denuncia da parte di 4 ONG (Periodistas por el Planeta, Madre Brava, Somos Monte e Fair Watch) che in un nuovo report hanno evidenziato come i nostri consumi stanno distruggendo le foresta del Gran Chaco in Argentina. In particolare le piantagioni di soia, impiegata come mangime negli allevamenti europei, che rimpiazzano le foreste: circa il 75% della soia importata dall’Italia, ad esempio, deriva proprio dall’Argentina. L’Argentina è il principale esportatore mondiale di farina di soia, e l’Italia ne è il sesto maggior acquirente. Ciò ha causato la perdita di circa 14 milioni di ettari di foresta nel Chaco, area che ospita migliaia di specie animali e vegetali di cui alcune a rischio estinzione, come il giaguaro e l’armadillo gigante. Oltre ai danni alla biodiversità la deforestazione causa il 15% di tutte le emissioni dell’Argentina, ed anche le popolazioni indigene spesso vengono espulse dalle loro terre con violenza proprio per far spazio alle nuove coltivazioni.

La ricetta approvata oggi dal Parlamento europeo per una nuova legge sulla deforestazione che porti a un reale cambiamento manca ancora di un ingrediente: non include tutti gli altri ecosistemi naturali oltre alle foreste, quali le praterie e le zone umide come la Pampa o il Pantanal, che rischiano così ora di essere distrutte dai nostri consumi.

“La Commissione europea dovrebbe presentare al più presto una valutazione d’impatto sull’inclusione delle praterie e delle zone umide per colmare questa lacuna”, conclude Anke Schulmeister-Oldenhove, responsabile delle politiche forestali all’Ufficio politiche europee del WWF.

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