Centri Recupero animali selvatici

CRAS, Centri di Recupero Animali selvatici WWF
Ogni giorno vengono curati nei CRAS aironi, cicogne, gru, ricci, ghiandaie, caprioli, tassi, poiane, civette, lupi, aquile... Sono feriti da fucili da caccia, dai bocconi avvelenati, dall'impatto con automobili o con i fili dell'alta tensione. Speso sono vittima delle trappole dei bracconieri.
I CRASE invece sono specializzati in fauna esotica ed accolgono animali sequestrati dalle forze di polizia perché commerciati o detenuti illegalmente, come pappagalli, orsetti lavatori, piccole scimmie, iguane ma anche grandi felini come leoni e tigri.
La gestione di tutti i nostri centri di recupero richiede un grande impegno: è necessario poter garantire un elevato standard di accoglienza, per curare al meglio le migliaia di animali che annualmente sono ospitati. Veterinari e volontari collaborano nel soccorrere e ricoverare gli animali.
Bracconaggio
Falchi pellegrini, lanari, aquile, volpi, lupi e decine di altre specie sono ricoverati nei nostri Centri perché impallinati o resi inabili al volo o alla vita normale da altri strumenti di caccia. Il bracconaggio sembra aumentato vertiginosamente e decine di specie sono ormai a rischio di estinzione nel nostro paese. In un solo weekend le guardie volontarie WWF, che operavano presso il campo antibracconaggio nelle valli bresciane, hanno rilevato la presenza di 350 uccelli abbattuti illegalmente dai micidiali archetti e più di 300 trappole pronte ad ucciderne altrettanti.
Lo scopo dei Centri di recupero del WWF è quello di far tornare questi animali nel loro ambiente naturale: in alcuni casi, però, l’animale resta ospite del Centro per tutto il resto della vita, perché in natura non riuscirebbe a sopravvivere.

Tartarughe marine
Ogni anno nel Centro di Lampedusa, dedicato al recupero della tartarughe marine, vengono curati almeno 500 esemplari di questa specie e circa 10.000 persone annualmente visitano questo centro, testimoniando da vicino l’impegno del WWF.
I nostri Centri hanno anche un valore scientifico. Ospitano ricercatori universitari, che svolgono degli studi per approfondire la conoscenza degli animali. Un ricercatore di un’università inglese ha applicato su un esemplare di Caretta caretta di oltre 50 chili (e oltre 50 anni d’età), un trasmettitore satellitare, per seguirne tutti i movimenti e scoprire le rotte percorse da queste instancabili viaggiatrici.
Presso i Centri di Recupero di Lampedusa e Policoro, è in atto da anni una collaborazione con il prof. Di Bello dell'Università di Bari per la messa in atto di un innovativo protocollo veterinario che permette di estrarre gli ami ingeriti da questi rettili marini con una tecnica chirurgica meno invasiva.
