Pesce spada

Xiphias gladius

Indicazioni per il consumo

  • Da evitare

    • Pacifico nord-occidentale FAO 61
    • Pacifico nord-orientale FAO 67
    Tipo di pesca: Rete derivante
    • Da ogni provenienza
    Tipo di pesca: Palangaro pelagico, Rete derivante
  • Da consumare con moderazione

    • Indiano occidentale FAO 51: Maldive, Sud Africa
    • Indiano orientale FAO 57
    • Atlantico sud-orientale FAO 47: Sud Africa
    Tipo di pesca: Palangaro pelagico, Lenza a mano, Pesca a canna

Caratteristiche della specie

Taglia minima legale (rostro-coda):
125 cm (Atlantico), 100 cm (Mediterraneo) 

Taglia di riproduzione (rostro-coda):
ca. 180 cm (Atlantico), ca. 142 cm (Mediterraneo)

Il pesce spada è diffuso nei mari tropicali, temperati e caldi del pianeta. Le ossa mascellari e nasali di questo pesce sono allungate a formare una spada appiattita e acuminata dai margini taglienti, da cui il nome. L’adulto è privo di squame e può raggiungere 4,5 m di lunghezza. È un pesce predatore, solitario e veloce nuotatore.

Impatti della pesca

La pesca con le reti da posta derivanti, le cosiddette spadare, avendo elevati tassi di catture accidentali di specie protette, come tartarughe, delfini, squali e altri pesci ha prodotto enormi danni alla biodiversità. Invece la pesca con i palangari può ridurre l’impatto sulle tartarughe utilizzando gli ami circolari che non sono però adottati da tutti in pescatori. Inoltre, i palangari utilizzati in autunno catturano una enormità di giovanili, gli spadini che nonostante siano vietati sono spesso impunemente commercializzati. La forte riduzione dei grandi predatori pelagici, come il pesce spada, può inoltre avere ripercussioni devastanti su tutto l’ecosistema marino.

Gestione della specie

Le Organizzazioni regionali della gestione della pesca (RFMOs, Regional Fisheries Management Organizations) sono responsabili della gestione della pesca nelle acque internazionali, mentre nelle aree costiere si applicano leggi nazionali e i regolamenti europei. Ciononostante, la gestione del pesce spada è, ad oggi, parzialmente o totalmente inefficace, soprattutto per la pesca illegale e quella dei giovanili. Infatti, il massacro dei piccoli pesci spada ha causato un’erosione genetica della specie che, insieme al bioaccumulo di metalli pesanti e pesticidi (che hanno effetti estrogenici) ha indebolito la specie che presenta spesso parassitosi e malattie oncologiche.

Anche lo stock mediterraneo del pesce spada, negli ultimi 30 anni, è stato fortemente sovrasfruttato, tanto che oggi la sua biomassa è inferiore di circa il 30% rispetto a quella corrispondente al rendimento massimo sostenibile. In particolare, nonostante il piano di ricostruzione dell’ICCAT del 2016, la ricerca scientifica ha rilevato che il 24% delle catture è costituito da esemplari giovani sotto la taglia minima di conservazione, venduti poi illegalmente. Misure più efficaci, come la chiusura della pesca in autunno e un’applicazione più severa del divieto di commercializzazione del pesce spada sotto taglia, accelererebbero il recupero e avrebbero benefici a lungo termine per l’ecosistema marino e l’economia dei pescatori.

Specie dimenticate

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Il tonnetto alletterato è il tonno più diffuso nell'Atlantico, di solito lungo circa 80 cm, con strisce
scure sulla schiena e 3-7 macchie scure tra le pinne pelviche e pettorali. Si trova comunemente tra i
0-150 m, vicino alla costa e si nutre di crostacei, pesci, calamari, eteropodi e tunicati.

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