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Africa centrale: il crollo degli elefanti di foresta

Il censimento condotto dal WWF sulla biodiversità del bacino del Congo, in un’area di circa 6 milioni di ettari,  ha rivelato che le popolazioni di elefanti di foresta presenti in questo territorio sono crollate del 66% nell’arco degli…

Il censimento condotto dal WWF sulla biodiversità del bacino del Congo, in un’area di circa 6 milioni di ettari,  ha rivelato che le popolazioni di elefanti di foresta presenti in questo territorio sono crollate del 66% nell’arco degli ultimi otto anni. Alla base di questi numeri drammatici c’è principalmente il bracconaggio generato dal mercato illegale dell’avorio. Il report evidenzia tuttavia una situazione migliore all’interno delle aree protette, il che ne evidenzia l’importante ruolo di conservazione per la fauna selvatica.
Il censimento, condotto in collaborazione con i governi locali, riguarda il periodo compreso tra il 2014 e il 2016.ed è stato realizzato sia in aree protette (il 20% dell’area presa in esame) sia in zone circostanti – aree dove il taglio delle foreste è autorizzato, così come la caccia e altri tipi di sfruttamento delle risorse naturali – in 4 paesi: Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica CentroAfricana e Gabon. Il censimento si è concentrato soprattutto sugli elefanti di foresta e le grandi scimmie antropomorfe (scimpanzé e gorilla).
I risultati hanno fornito una stima di 9.500 elefanti e 59.000 individui di grandi scimmie presenti all’interno dell’area esaminata, denunciando un calo del 66% per la popolazione degli elefanti tra il 2008 e il 2016 e una stabilità demografica per quanto riguarda i grandi primati.
La situazione per gli elefanti è risultata particolarmente allarmante nell’area del “Tridom” (Dja-Odzala-Minkebe),  zona protetta a cavallo tra Camerun, Repubblica del Congo e Gabon, dove il numero di questi animali è sceso addirittura del 70% nell’ultimo decennio.
“Questa ricerca non fa che confermare i nostri drammatici timori: il bracconaggio sta spazzando via intere popolazioni di elefanti in tutto il Bacino del Congo. Il trend potrà essere invertito solo se le istituzioni utilizzeranno questi risultati per promuovere piani e strategie politiche immediate mirate a combattere i crimini contro la fauna,” sottolinea Paul’N’Goran, Coordinatore WWF del biomonitoraggio in Africa Centrale. E aggiunge: “E’ indispensabile che la comunità internazionale sostenga le azioni portate avanti dai governi e dalle ONG per la conservazione della natura, in collaborazione con le comunità locali”.
Il WWF sta esortando i leader dei questi quattro paesi interessati a creare una legislazione che miri a stroncare il bracconaggio, ma anche a collaborare per rafforzare il monitoraggio transfrontaliero e il potenziamento delle norme vigenti, sia dentro sia fuori le aree protette. Il WWF sottolinea inoltre il bisogno di collaborare con le comunità locali per contrastare la complessa rete criminale che mina il futuro delle comunità e dei sistemi naturali nel bacino del Congo.
E’ la prima volta che un censimento sulla fauna in Africa Centrale viene condotto su così larga scala e in un così breve lasso di tempo. E speriamo veramente che i risultati possano diventare un grido di guerra contro i criminali che stanno utilizzando l’avorio degli elefanti per arricchire il loro business illegale” conclude N’Goran. “
 

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