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Armi chimiche a Gioia Tauro, WWF chiede garanzie

Sulla vicenda delle armi chimiche siriane, che coinvolge in questi giorni il porto calabrese di Gioia Tauro, il WWF Italia chiede che siano fornite le massime garanzie sanitarie e ambientali. Durante il trasbordo è necessario garantire la massima…

Sulla vicenda delle armi chimiche siriane, che coinvolge in questi giorni il porto calabrese di Gioia Tauro, il WWF Italia chiede che siano fornite le massime garanzie sanitarie e ambientali. Durante il trasbordo è necessario garantire la massima trasparenza su come avviene la neutralizzazione in mare e lo smaltimento definitivo delle 560 tonnellate di sostanze altamente tossiche. Il tutto nel rispetto delle misure previste dalla Zona di protezione Ecologica del Tirreno e delle convenzioni internazionali a tutela del Mediterraneo e del diritto alla trasparenza dei processi decisionali.

Le operazioni tra la  nave danese Ark Futura e il laboratorio galleggiante  Cape Ray inviato dagli Stati Uniti dureranno circa 48 ore e coinvolgeranno 60 container. Il trattamento  delle armi chimiche siriane avverrà attraverso un processo di idrolisi che avverrà in navigazione nelle acque internazionali, seguito poi dallo smaltimento dei residui a terra in condizioni di sicurezza.

Il WWF Italia chiede che durante la fase più delicata delle operazioni siano allestiti presidi per il monitoraggio e il pronto intervento sanitario e ambientale a terra e in mare. E’ necessario, sottolinea l’associazione, che il Governo italiano e quello degli Stati Uniti compiano uno sforzo maggiore di trasparenza. Principi garantiti, tra l’altro, dalla Convenzione internazionale di Aarhus, il trattato internazionale che sancisce il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente.

Nel Mediterraneo, e nel Tirreno in particolare, esistono particolari condizioni di tutela dell’ambiente marino garantite dalla Zona di Protezione Ecologica (ZPE, istituita dal Governo italiano) e che si estende sino a 300 miglia dalle coste italiane nel Mediterraneo nord-occidentale. Il Mediterraneo è tutelato anche dalla Convenzione internazionale adottata a Barcellona nel 1976. Il WWF infine ricorda che l’OPCW (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons) ha assicurato che nessun prodotto o sottoprodotto dell’idrolisi sarà sversato o smaltito in mare e tutto sarà trasferito verso impianti a terra per un trattamento finale o per lo smaltimento.

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