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Foreste e industria della carta

 L’industria della carta e del legno è sempre più centrale per la conservazione delle foreste Meno sprechi, più riciclaggio, efficienza nei processi produttivi, gestione sostenibile delle piantagioni e certificazione forestale possono supportare la domanda mondiale di legno che…

 L’industria della carta e del legno è sempre più centrale per la conservazione delle foreste
Meno sprechi, più riciclaggio, efficienza nei processi produttivi, gestione sostenibile delle piantagioni e certificazione forestale possono supportare la domanda mondiale di legno che potrebbe triplicare entro il 2050 secondo il nuovo Living Forests Report WWF

  www.panda.org/livingforests

Entro il 2050 con l’aumento della popolazione e quindi l’aumento della domanda  e dell’utilizzo del legno anche per la bioenergia, potrebbe triplicare la quantità di legname che si preleva da foreste e piantagioni, secondo il quarto e più recente capitolo del dossier “Living Forests Report” del WWF. Secondo il rapporto presentato oggi alla conferenza internazionale a Francoforte ‘Paperworld’ i progetti di produzione e il consumo di prodotti derivati dal legno possono raddoppiare nei prossimi tre decenni e il consumo di legno potrebbe triplicare.

“Uno scenario come quello che si prospetta e che vede il triplicarsi della quantità di legna prelevata dalle ultime foreste naturali e da piantagioni deve motivare tutti a una corretta gestione di questa risorsa insostituibile e spingere le autorità competenti ad una amministrazione del mercato che  prima di tutto  salvaguardi le foreste. Il rischio  altrimenti è che la corsa all’oro verde potrebbe distruggere le ultime foreste naturali del pianeta e saccheggiare irreparabilmente questa risorsa “, dice Massimiliano Rocco Responsabile Specie, TRAFFIC & Foreste WWF Italia. “Il legno, se proveniente da foreste ben gestite o da piantagioni, che se necessario vanno incentivate sui terreni abbandonati  , è un materiale rinnovabile con molti vantaggi rispetto alle alternative non rinnovabili. La sfida chiave per l‘industria forestale è quella di fornire più materia prima ma con un impatto sempre minore sugli ultimi ecosistemi forestali del pianeta e sulla Natura in generale. Questa sfida si estende a tutta la catena di fornitura, da quei paesi e quelle aree dove si produce legname, alle piantagioni dove si coltivano le piante a tale fine, ai sistemi di taglio e raccolta della materia prima fino alla trasformazione, utilizzo e riutilizzo di questa materia dai mille usi e mille funzioni. “

Il WWF ha l’obiettivo di portare a zero la deforestazione e il degrado forestale entro il 2020, il che significa nessuna perdita complessiva di superficie o di qualità forestale.
L’obiettivo richiede di ridurre a zero la perdita di foreste naturali, partendo dagli attuali 13 milioni di ettari l’anno e mantenere il livello zero a tempo indeterminato.

“I dati che emergono dalle recenti ricerche del WWF suggeriscono che ciò è possibile, che si può raggiungere l’obiettivo di deforestazione e degrado forestale a zero, sostenendo al tempo stesso un  settore del legno produttivo in grado di soddisfare i bisogni delle persone”, spiega Rocco.
“Ma più ritardiamo la promozione e lo sviluppo di tutto questo,  più rallentiamo la messa a sistema di quei modelli produttivi sostenibili e di quel mercato certificato più difficili e costose saranno le soluzioni. Abbiamo bisogno di consumi più saggi, maggiore efficienza, pratiche forestali responsabili, buon governo e trasparenza, come la certificazione FSC che opera per garantire la conservazione dell’ecosistema forestale.
Le nuove norme europee che entreranno in vigore il prossimo mese di marzo con la EU Timber Regulation sono una opportunità unica, ma bisogna  organizzarsi e promuovere quelle azioni necessarie a valorizzare tutto ciò, promuovendo un mercato responsabile e all’avanguardia. Ci auguriamo che le nostre amministrazioni sappiano cogliere tutto ciò e che la disattenzione finora dimostrata non rischi di compromettere tutto questo.” 

Per la carta in particolare, il Rapporto  delinea una varietà di soluzioni:
•    Più riciclaggio nei paesi con bassi tassi di recupero: Anche con un maggiore consumo di carta globale in futuro, la società avrebbe bisogno di meno materiale vergine di oggi se i tassi di riciclaggio aumentassero. Uno scenario al 2020 mostra che un aumento di produzione di carta del 25% potrebbe ancora richiedere meno fibre vergini, se l’attuale livello globale del 53% di fibre riciclate utilizzate aumentasse al 70%. I tassi di recupero della carta variano notevolmente da paese a paese. Pertanto, gli sforzi per aumentare il riciclaggio nei paesi con bassi tassi di recupero e di crescita e elevato consumo hanno un particolare potenziale per ridurre la pressione sulle foreste naturali.

•    L’efficienza delle risorse e modelli di consumo più equi: un processo produttivo più efficiente può contribuire a produrre più prodotti con una data quantità di legno. Inoltre, gli attuali modelli di consumo dei paesi ricchi (10 % della popolazione mondiale consuma il 50% di carta del mondo) non possono essere sostenibili e seguiti dai paesi in via di sviluppo. Le nazioni più ricche devono essere in grado di ridurre lo spreco di carta, mentre le nazioni più povere hanno bisogno di più carta per l’educazione alla sicurezza, l’igiene e il cibo.

•    Piantagioni per ridurre la pressione sulle foreste naturali: Anche con un uso più sobrio e una maggiore efficienza e il riciclaggio, la domanda netta di legno è destinata a crescere. Mantenere vicino allo zero la perdita di foreste naturali dopo il 2020, senza una significativa riduzione dei consumi, richiederebbe fino a 250 milioni di ettari di nuove piantagioni di alberi entro il 2050, che è quasi il doppio della quantità di piantagioni di oggi. Pertanto svolgerà un ruolo sempre più importante gestire in modo sostenibile le piantagioni, in particolare su terreni attualmente degradati, contribuendo a ripristinare gli ecosistemi.

•    Foreste ben gestite: Il rapporto indica che entro il 2050 fino al 25 % in più delle foreste potrebbero essere coltivate per produrre legname rispetto ad oggi. La certificazione forestale continuerà ad essere uno strumento sempre più importante per migliorare le pratiche di gestione forestale attraverso un meccanismo di mercato guidato.

•    La sfida energetica: Entro il 2050, la domanda  annuale di energia da legno potrebbe raggiungere i 6-8 miliardi di mc,  richiedendo  più di due volte il legno utilizzato per tutti gli usi ad oggi. Questo evidentemente costituisce una sfida per lo sviluppo sostenibile e la pianificazione territoriale. Il WWF vede un ruolo importante per la bioenergia per fornire alternative diverse ai combustibili fossili, oltre a nuovi redditi e la sicurezza energetica per le comunità rurali. Tuttavia per avere questi benefici  il suo uso deve essere attentamente pianificato, implementato e monitorato per la sostenibilità ambientale e sociale. Una cattiva gestione nella produzione di bioenergia può distruggere gli ecosistemi preziosi, minare la sicurezza alimentare e idrica, danneggiare le comunità rurali e prolungare degli sprechi di energia. L’umanità probabilmente userà più legno in modi diversi nei prossimi decenni. Dato il forte aumento previsto nella domanda di legno e carta, le industrie forestali sono fondamentali per la conservazione delle foreste. Il legno può svolgere un ruolo positivo nella green economy a base di risorse rinnovabili, le foreste che sono oggi produttive devono essere gestite secondo i più alti standard ecologici e sociali e l’uso e il recupero dei prodotti in legno deve diventare più efficiente.

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