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I cinque giovani falchi pellegrini rubati dal nido tornano a volare

Oggi in provincia di Palermo hanno riconquistato la libertà cinque giovani di falco pellegrino. I rapaci furono  sequestrati a inizio luglio dalla Procura di Enna nell’ambito di una operazione condotta dai Carabinieri del nucleo specializzato SOARDA (Sezione Operativa…

Oggi in provincia di Palermo hanno riconquistato la libertà cinque giovani di falco pellegrino. I rapaci furono  sequestrati a inizio luglio dalla Procura di Enna nell’ambito di una operazione condotta dai Carabinieri del nucleo specializzato SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno di Animali) di Roma e del Nucleo CITES di Catania, in collaborazione con la sezione di PG CC Forestali  di Enna e il Nucleo CITES Palermo e con il supporto tecnico degli esperti del progetto Life ConRaSi (Conservazione dei rapaci in Sicilia). I cinque falchi, affidati al Centro Recupero LIPU di Ficuzza, sono stati visitati, curati per alcune settimane e quindi ritenuti in grado di ritornare a vivere in natura.

Verificata la fattibilità della liberazione da parte di tecnici esperti del progetto Life ConRaSi e del personale del centro di recupero, dopo aver ottenuto il nulla osta del Tribunale di Enna, gli animali sono stati sottoposti a un periodo di riabilitazione. Raggiunta una perfetta forma fisica, sono stati trasferiti in una struttura appositamente realizzata per prendere confidenza con l’ambiente naturale, collocata nell’area  in cui è avvenuto il rilascio, ritenuto idoneo per questa specie. Terminato il breve periodo di acclimamento, la voliera è stata aperta per permettere l’uscita spontanea dei rapaci. 

Il ritorno alla libertà è stato una corsa contro il tempo: infatti  con il passare dei giorni in cattività si riduce la probabilità che gli animali possano sopravvivere cacciando da soli.

I falchi liberati appartengono alla specie  Falco peregrinus il cui prelievo di piccoli e uova in alcune aree del Paese è una minaccia seria per le popolazioni nidificanti. Oggi da un lato organizzazioni come il WWF e istituzioni come ISPRA lavorano per il miglioramento della situazione grazie a progetti di conservazione finanziati dall’Unione Europea con il programma LIFE (www.lifeconrasi.eu  – www.aquila-life.org). Dall’altra gruppi speciali dei Carabinieri come il SOARDA e CITES assicurano alla giustizia esecutori e mandanti dei furti di rapaci, per eradicare il fenomeno in modo da assicurare la sopravvivenza delle rimanenti popolazioni di specie selvatiche.

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