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I numeri del Pianeta

Il WWF celebra la giornata mondiale della Terra del 22 aprile mostrando i numeri del nostro pianeta, con la sua grandissima ricchezza di vita e di risorse ma anche con le tante minacce che ogni giorno mettono a…

Il WWF celebra la giornata mondiale della Terra del 22 aprile mostrando i numeri del nostro pianeta, con la sua grandissima ricchezza di vita e di risorse ma anche con le tante minacce che ogni giorno mettono a rischio l’equilibrio tra Uomo e Natura   dovute alle nostre crescenti pressioni sui sistemi naturali, dai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità.
Tra i dati che l’associazione ha raccolto si ricorda si ricorda come nel 2011 le emissioni globali sono incrementate del 3%, raggiungendo la cifra più alta delle emissioni annuali antropogeniche sin qui prodotta pari  a  34 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, a gennaio 2013 a una concentrazione di CO2 nell’atmosfera record di 395 parti per milione. Il 2012 inoltre ha fatto registrare la massima riduzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979. La perdita netta annuale di aree forestali tra il 2000 ed il 2010 è stata di 5,2 milioni di ettari – un’area pari alle dimensioni del Costa Rica. Circa 5mila tonnellate di pesce viene pescato dagli stati europei ogni anno con metodi di pesca ad elevato impatto per la biodiversità. Preoccupante anche la situazione di molte specie tra cui le tigri, di cui ne sopravvivono in natura solo 3.200, dopo che ne abbiamo ‘perso’ ben il 97%, mentre i 20.000-25.000 individui di orsi polari rimasti sono fortemente minacciati dai cambiamenti climatici.

Gianfranco Bologna Direttore scientifico del WWF Italia ricorda “Le giornate celebrative come quella del 22 aprile aiutano a ricordare a tutti la fragilità della Natura e i drammatici effetti della crescente pressione che esercitiamo su di essa e come sia ormai necessario cambiare rotta verso una nuova economia che metta al centro il capitale naturale, senza il quale non può esservi benessere e sviluppo economico per alcuna società umana. Il forte appello che lanciamo, anche in occasione della giornata della Terra, al mondo politico ed economico è che è giunto il momento di modificare profondamente i nostri modelli economici: senza la natura e la ricchezza della vita sul Pianeta la civiltà umana non ha futuro.”

Il lavoro del WWF è possibile anche grazie a quanto raccolto dal 5×1000 che ogni cittadino può devolvere gratuitamente all’associazione.

IL PIANETA IN NUMERI

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il cambiamento climatico è una delle più gravi crisi globali che il mondo si trova ad affrontare, sta minacciando in modo sempre più rapido e violento ecosistemi, specie e la vita di milioni di persone ed è dovuto principalmente alle attività umane. Un allarme oggi condiviso non solo dagli ambientalisti ma anche dalla maggior parte della comunità scientifica internazionale e dai grandi organismi internazionali delle Nazioni Unite  (dall’UNEP all’UNESCO, dalla  FAO all’UNDP ecc), la Banca Mondiale, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, L’OCSE, il World Economic Forum. Ecco una sintesi degli ultimi dati della scienza (scheda completa e fonti 

SEMPRE PIU’ CALDO: Il 2012 è stato il nono anno più caldo dal 1880. I 10 anni più caldi negli ultimi 132 si sono verificati tutti dal 1998 a oggi. Secondo i dati della NASA la temperatura media nel 2012 è stata pari a 14,6 °C, circa 0,55 °C più alta rispetto alla media del Novecento.  Mediamente, la temperatura della superficie terrestre è aumentata di 0,8 °C dal 1880 ad oggi, e buona parte del cambiamento si è verificato negli ultimi 40 anni.
ARIDA AMAZZONIA: Un’area pari alla superficie della California nella meravigliosa foresta tropicale amazzonica non sembra più capace di riprendersi dagli effetti dei numerosi periodi di siccità subiti negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza. Nell’estate del 2005 un’area di oltre 700.000 chilometri quadrati ha subito una siccità molto grave, che ha causato modificazioni nel fogliame, perdita di rami e di alberi interi. Metà di quest’area non e’ riuscita a riprendersi fino al 2010, anno in cui si è verificata un’altra importante siccità. La siccità del 2010 ha causato emissioni calcolate fra 1,2 e 3,4 miliardi di tonnellate di carbonio. Quindi la foresta che normalmente costituisce un serbatoio di carbonio quando è sottoposta a stress termici diventa una fonte di carbonio causando un feedback positivo per l’incremento dell’effetto serra.  
BANCHISA ARTICA, SEMPRE DI MENO: Il 2012 ha fatto registrare la massima riduzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979, da quando cioè esistono rilevamenti satellitari. A settembre 2012 la superficie dei ghiacci marini artici è stata di 3.41 milioni di chilometri quadrati, 760.000 kmq in meno del precedente record registrato il 18 settembre del 2007 (un’area grande quanto lo stato del Texas). Il record 2012 registra 3.29 milioni di kmq in meno della media minima del periodo 1979-2000, quasi due volte l’Alaska. 
EMISSIONI GLOBALI, SEMPRE DI PIU’: Nel 2011 le emissioni globali sono incrementate del 3%, raggiungendo la cifra più alta delle emissioni annuali antropogeniche sin qui prodotta, pari a ben 34 miliardi di tonnellate. Nel gennaio 2013 la concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha raggiunto la cifra record di 395 parti per milione (erano 315.98 ppm nel 1959, il primo anno in cui ebbe luogo una raccolta di dati strumentale durata per l’intero anno; 348.98 ppm nel 1987, l’ultimo anno in cui questa cifra rimase sotto il limite delle 350 ppm raccomandato dai maggiori studiosi; di 363.47 ppm nel 1997 quando fu approvato il Protocollo di Kyoto). L’incremento delle emissioni da combustibili fossili è aumentato del 5.9% nel 2010 per un totale di 9.1 miliardi di tonnellate di carbonio emessi (che costituiscono 33.4 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio). Sono i più alti mai raggiunti nella storia umana e costituiscono il 49% in più rispetto al 1990.
MARE ALTO, RISCHIO + 1 METRO: Un riscaldamento delle temperature medie della superficie globale terrestre di 4°C superiore all’epoca preindustriale provocherebbe un innalzamento del livello dei mari da mezzo metro a un metro e forse più entro il 2100. Limitare l’incremento della temperatura a soli 2°C potrebbe avere come effetto un innalzamento del livello dei mari intorno ai 20 centimetri. Ma con la nostra incapacità di agire stiamo mettendo a rischio la possibilità che i leader di tutto il mondo avevano sottoscritto a Copenaghen nel 2009, di impegnarsi a mantenere sotto i 2° C l’incremento della temperatura.
CLIMA E METEO, LEGAME ESTREMO: Il climatologo Jim Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA, nel suo editoriale sul “Washington Post”, 4 agosto 2012 HA SCRITTO: “Quando ho testimoniato davanti al Senato nella calda estate del 1988, ho dato l’allarme sul tipo di futuro che il cambiamento climatico avrebbe significato per noi e per il nostro pianeta. Ho illustrato le gravi conseguenze dovute a temperature costantemente in aumento, dovute all’utilizzo dei combustibili fossili da parte dell’umanità. Ma vi devo confessare una cosa: sono stato troppo ottimista.” Un suo recente studio sulla correlazione tra eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici documenta che dal 1951 le anomalie DELLE temperaturE mediE stagionalI si sono spostate verso temperature più elevate e la gamma delle anomalie è aumentata. Il caldo estremo, che ha interessato una porzione della superficie terrestre di poco inferiore all’1% nel periodo di riferimento 1951-1981, interessa ora circa il 10% della superficie terrestre.

LE SPECIE SIMBOLO

Elefanti: Oggi due rappresentanti di questi animali antichi sopravvivono e sono l’elefante africano, che rappresenta il più grosso mammifero terrestre e l’elefante asiatico, il suo cugino più piccolo, minacciati dal bracconaggio e dal commercio di avorio. Avorio proveniente da 2.500 elefanti è stato confiscato nel solo 2011. Nel bacino del Congo gli elefanti di foresta stanno precipitando verso l’estinzione : negli ultimi 10 anni il 62% della popolazione è stata massacrata.
Orso polare: Oggi si stimano solo 20.000-25.000 individui fortemente minacciati dai cambiamenti climatici.
Panda gigante: Oggi nel mondo ci sono meno di 1600 panda e di questi 1000 vivono nelle aree protette create dal WWF in collaborazione con il governo cinese.
Rinoceronti: Oggi delle 30 specie ne rimangono 5 che vivono in Asia e Africa.
I rinoceronti asiatici sono divise in tre specie diverse: quello indiano, di Giava e di Sumatra. In totale sono 3.200 individui che vivono in piccole aree isolate, di questi quelli di Giava sono solo 60 esemplari e rischiamo l’estinzione. I rinoceronti africani sono di due specie, il rinoceronte nero che) si trova in grave pericolo di estinzione e il rinoceronte bianco, che invece fortunatamente sta sopravvivendo soprattutto nelle aree protette. 60.000 dollari al chilo è il prezzo raggiunto in media per un corno di rinoceronte.
Gorilla: continua in Africa il bracconaggio verso  i grandi primati. Già minacciati dalla distruzione delle foreste, la carne di gorilla è ancora oggi commercializzata in Africa e nel mondo. Come se questo non bastasse gli appetiti delle multinazionali del petrolio stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di luoghi eletti per la conservazione di queste specie, come il Parco nazionale del Virunga dove vivono gli ultimi gorilla di montagna, ne restano al mondo solo 786 . Secondo le stime dell’UNEP se continua il l’attuale tasso di bracconaggio e di distruzione degli habitat  tra 10/15 anni  i gorilla saranno estinti.
Tartarughe marine: Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano.
Tigre: Oggi abbiamo perso il 97% delle tigri selvatiche, e non sono rimasti che 3.200 esemplari in tutto il mondo.
Foca monaca: se ne contano infatti solo circa 500 esemplari, distribuiti tra la Turchia, la Grecia, il Marocco, Sahara occidentale, Mauritania e le Isole di Madeira.
Orso bruno: la popolazione alpina si stima sia di 45-48 individui e di una trentina la popolazione appenninica di orso bruno marsicano.

RISORSE NATURALI

FORESTE: Le foreste coprono il 31% di tutte le terre emerse. Le foreste forniscono la ‘casa’ per oltre 300 milioni di persone nel mondo. Il commercio mondiale dei prodotti forestali è stato valutato attorno ai 379 miliardi di dollari soltanto nel 2005. Le foreste ospitano l’80% della biodiversità terrestre.
La vita di 1.6 miliardi di persone dipende dalle foreste e dai servizi che gli ecosistemi forestali offrono.
Le foreste coprono una superficie di quasi 4 miliardi di ettari, oltre il 31% delle terre emerse. Una porzione di natura ineguagliabile, e oggi sempre più a rischio.
La perdita netta annuale di aree forestali tra il 2000 ed il 2010 è stata di 5,2 milioni di ettari – un’area pari alle dimensioni del Costa Rica – una cifra inferiore rispetto al decennio precedente, che era stata di 8,3 milioni di ettari l’anno ma pur sempre preoccupante. La zona più colpita è stata il Sudamerica con circa 4,3 milioni di ettari di foreste persi all’anno, seguita dall’Africa che ne ha persi circa 4 milioni di ettari e l’Asia con poco meno di 2,5 milioni di ettari.
Secondo l’ultimo rapporto sullo stato delle foreste curato dalla FAO, il Forest Resource Assessment, ogni anno si perdono 13 milioni di ettari di foreste naturali. In un decennio abbiamo perso un’estensione di foreste pari a 940 mila kmq: una foresta grande come l’intero Egitto.
Gli scienziati stimano che, dall’inizio del ventesimo secolo, sia stato perduto oltre il 50% dell’estensione originale delle foreste pluviali e ciò che ne rimane sta scomparendo a un ritmo allarmante
MARI: Il 71% della superficie del Pianeta è coperta dagli oceani. Eppure questa enorme distesa d’acqua oggi è in pericolo: pesca eccessiva e inquinamento stanno provocando il crollo delle popolazioni marine ai livelli più bassi della storia e lo scardinamento di delicatissimi ecosistemi marini.
Oggi meno dell’1% degli oceani è protetto: uno degli obiettivi principali del WWF è proprio aumentare questa percentuale attraverso l’istituzione di una serie di aree protette.
Circa 5mila tonnellate di pesce viene pescato dagli stati europei ogni anno con metodi di pesca ad elevato impatto per la biodiversità
ACQUA DOLCE: Soltanto il 3% di tutta l’acqua della Terra è acqua dolce, e più della metà di questa percentuale si trova congelata nei ghiacciai. A fiumi e laghi non resta che lo 0.3%: una quantità piccolissima, se si pensa che l’atmosfera contiene in tutto 0.04% di acqua.
Una risorsa che però oggi è sempre più a rischio: circa 2/3 delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi 50 anni, e quelle che rimangono sono minacciate dall’inquinamento diffuso dell’agricoltura o dagli scarichi industriali e civili.
ATMOSFERA: le foreste del Pianeta sono in grado di immagazzinare mille miliardi di tonnellate di carbonio, ovvero il 50% in più della concentrazione di carbonio contenuta nell’atmosfera, contribuendo a garantire l’equilibrio climatico mondiale.
CIBO: delle oltre 7 mila specie che l’uomo ha coltivato attraverso i secoli, oggi SOLO 150 specie di piante compongono la dieta della maggioranza della popolazione del mondo. Di queste solo 12 forniscono oltre il 70% dei prodotti alimentari e 4 specie (riso, mais, frumento e patate) costituiscono oltre il 50% dell’approvvigionamento mondiale di cibo.
MEDICINE: l’80% della popolazione mondiale utilizza prodotti medicinali naturali. Dei 150 farmaci più prescritti negli Stati Uniti, 118 derivano da fonti naturali (74% da piante, 18% da funghi, 5% da batteri, 3% da serpenti).
POPOLAZIONE: Nel 1960, la popolazione mondiale ha raggiunto i tre miliardi.
Da allora il ritmo di crescita è andato accelerandosi: siamo cresciuti di un miliardo all’incirca ogni 13 anni fino a toccare la cifra di 7 miliardi alla fine del 2011.
Una delle conseguenze di tale incremento demografico è che le necessità umane hanno oltrepassato le capacità di supporto degli ecosistemi, siano foreste, riserve ittiche, pascoli, acquiferi o suoli. Una volta che la domanda supera la capacità di questi sistemi naturali, la parte in eccesso può essere soddisfatta solo erodendo la base della risorsa stessa, ovvero si intacca il capitale e non gli interessi.
Eccesso di aratura, sovrappesca, supersfruttamento delle falde, taglio della vegetazione e deforestazione, supersfruttamento dei pascoli. Tutti questi eccessi insieme stanno minando le basi stesse della nostra civiltà. La conseguenza, che non molti di noi, inclusi i leader politici, considerano nella giusta misura, è che con un tasso di crescita demografica annuo del 3%, nel giro di un secolo, avremo una popolazione umana 20 volte superiore a quella attuale.
Se la popolazione mondiale manterrà questo tasso di crescita, secondo le Nazioni Unite raggiungerà i 9,3 miliardi entro il 2050, un incremento pari a 2,3 miliardi. Stiamo rapidamente superando la capacità della Terra di sostenere la nostra crescita demografica e la pressione dei nostri consumi.
BIODIVERSITA’: La biodiversità nel mondo ha dei numeri impressionanti. Fino a oggi sono state descritte oltre 1 milione e 700 mila specie, ma in realtà si ipotizza che ne possano esistere dai 5 ai 10 milioni, secondo alcuni molte di più’: moltissime specie quindi aspettano di essere scoperte!
Le specie animali sono circa 1.318.000, di cui 1.265.000 invertebrati e 52.500 vertebrati (2.500 pesci, 9.800 uccelli, 8.000 rettili, 4960 anfibi, 4.640 mammiferi).
E poi 10.000 specie di batteri, 72.000 specie di funghi, 50.000 specie di protisti (micro organismi unicellulari)  270.000 specie di piante. Tutto questo forma l’alfabeto del meraviglioso linguaggio della biodiversità.

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