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Il clima che cambia minaccia gli orsi polari

“Agli orsi bianchi manca letteralmente la terra sotto i piedi, a causa del cambiamento climatico. Gli animali sono costretti a nuotare per lunghe distanze, alla ricerca di cibo e habitat, per sopravvivere”. Geoff York, esperto WWF per questa…

“Agli orsi bianchi manca letteralmente la terra sotto i piedi, a causa del cambiamento climatico. Gli animali sono costretti a nuotare per lunghe distanze, alla ricerca di cibo e habitat, per sopravvivere”. Geoff York, esperto WWF per questa specie, è un biologo americano che da anni lavora sul campo per studiare l’orso bianco. Oggi vive in Canada, impegnato nel Programma Artico del WWF.

Ci spiega come si studiano gli orsi bianchi?
“Grazie a radiocollari GPS seguiamo gli spostamenti di questi animali, che si muovono per migliaia di chilometri alla ricerca di ghiaccio e di cibo. Nel 2008 un’orsa ha nuotato 232 ore consecutive, per 685 chilometri. Nei due mesi estivi ha perso il 22% del grasso corporale e il suo piccolo. È importante comprendere il comportamento degli orsi bianchi in relazione al cambiamento climatico, anche per sviluppare soluzioni che permettano loro di sopravvivere in queste condizioni.

Cos’è la Last Ice Area (il WWF si sta battendo per tutelarla) e perché è fondamentale per la conservazione degli orsi bianchi?
È la più vasta area della calotta polare artica in grado di resistere alla fusione estiva, consentendo la vita delle popolazioni indigene e della fauna. È qui che trova rifugio la gran parte degli orsi polari. La Last Ice Area, 1,4 milioni di chilometri quadrati, tra il Canada e la Groenlandia, ci sarà ancora per diverse decine di anni. E, se diminuiranno le emissioni di CO2, l’estensione dei ghiacci aumenterà di nuovo. Insomma, è ancora possibile agire contro il cambiamento climatico.

I dati sono allarmanti: nell’estate del 2012 la calotta polare è scesa a un livello mai così basso. Il 2013?
Il 2013 non è stato così catastrofico, ma considerando il lungo termine, si conferma il trend in declino. In agosto l’estensione era 1,03 milioni di chilometri quadrati in meno rispetto alla media agostana tra il 1981 e il 2010. Dal 1979, cioè da quando sono iniziate le misurazioni satellitari, il volume dei ghiacci è diminuito del 47%. E il ghiaccio è il collante di un ecosistema fragile e nascosto, la sua scomparsa equivale alla perdita di ettari di foresta.

Oltre al cambiamento climatico, ci sono altre minacce per gli orsi polari?
Purtroppo sì. C’è lo spettro delle esplorazioni petrolifere, ma anche le possibilità di sviluppo di nuove rotte di navigazione, per l’apertura di passaggi tra i ghiacci, e di attività come il turismo e la pesca. In questo contesto, il WWF è al fianco delle popolazioni indigene, che praticano attività compatibili con l’ambiente.
Il primo impegno di ciascuno dev’essere la riduzione delle emissioni di gas serra. E il sostegno al WWF è fondamentale: lavoriamo da sempre in questa regione, facendo pressione sui governi per la tutela dell’habitat, studiando l’ambiente e le sue forme di vita. Come l’orso bianco, per il suo adattamento e conservazione anche di fronte allo scioglimento dei ghiacci.

intervista di Elisa Cozzarini

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