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Il terremoto di Ischia e la ‘Roulette russa’ campana

La nuova tragedia di Ischia ripropone il tema della disastrosa situazione urbanistica della Campania che aumenta esponenzialmente ogni indice di rischio derivante da un territorio che da molti secoli si conosce come instabile e che oggi è da…

La nuova tragedia di Ischia ripropone il tema della disastrosa situazione urbanistica della Campania che aumenta esponenzialmente ogni indice di rischio derivante da un territorio che da molti secoli si conosce come instabile e che oggi è da alcuni decenni è stato mappato e studiato in modo approfondito. Ancor più grave è responsabilità di quanti hanno tollerato e tollerano abusivismo, costruzioni in assenza di piani regolatori o particolareggiati o in deroghe a quelli esistenti, assenza di certificazioni antisismiche comprese quelle relative ad immobili pubblici o ad uso pubblico.
Questa tragedia urbanistica ha portato ad una spaventosa densità abitativa che costituisce essa stessa un incremento di fattore di rischio. La Campania ha 5.833.332 abitanti che vivono in 550 Comuni per una superficie complessiva di 13.670 chilometri quadrati. La popolazione campana è quella con la massima densità abitativa in Italia: 427 abitanti per chilometro quadrato contro una densità media italiana di 201 abitanti per chilometro quadrato. Ma la media non rende correttamente l’indice del rischio, infatti, considerando la densità per Comune i dati sono spaventosi.

A CASAVATORE IL DOPPIO DELLA DENSITÀ DI HONK KONG

Il record appartiene a Casavatore (NA) che vede 12.223 abitanti per kmq, seguito da Portici (NA) con 12.003 abitanti per kmq; il Comune di Napoli ha ben 8.184 abitanti per kmq. Per avere un’idea basti pensare che Hong Kong ha 6.390 abitanti per kmq. La popolazione campana vive su un tessuto territoriale dove, seppur con differenti livelli di pericolosità, tutti i 550 Comuni campani sono a rischio sismico, ben 504 su 550 sono a rischio idrogeologico e ben 89 sono interessati dal rischio di eruzione del Vesuvio (di cui 25 in zona rossa).
In questo quadro, in caso di calamità naturale, la Campania diventa per i sui abitanti una vera e propria “roulette russa”.

LA MAPPA DEL RISCHIO NEI COMUNI CAMPANI

129 sono i Comuni ad elevata sismicità e molti di questi appartengono trovano alle zone appenniniche del Matese e dell’Irpinia; 360 invece i Comuni a media sismicità che sono prevalentemente zone pianeggianti e costiere. I rimanenti 61 comuni sono invece a rischio ritenuto ridotto ed appartengono al Cilento, alla Costiera amalfitana e al litorale casertano.

PIÙ DI 4 MILA SCUOLE IN ZONE A PIÙ ELEVATO RISCHIO

Com’è noto però il rischio sismico è costituito da una combinazione della pericolosità dovuta soprattutto dalla tipologia di manufatti presenti su queste aree, va dunque denunciato ancora (come più volte fatto dall’Ordine dei Geologi) che in Campania nelle zone a più elevato rischi sismico ci sono 4608 scuole, 259 ospedali e 865.778 fabbricati pubblici e privati e non esiste una completa ed organica classificazione del rischio sismico di questi manufatti.

A QUELLO SISMICO SI AGGIUNGE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Si aggiunga poi il fattore di rischio dovuto all’assetto idrogeologico dove la superficie delle aree esposte a rischio è pari a oltre 2.597 chilometri quadrati, circa il 19% della superficie regionale. Anche in questo caso le analisi di dettaglio sono spaventose: in Campania ci sono ben 23.430 frane per circa 973 chilometri quadrati: il 7% del territorio regionale è dunque in frana attiva o quiescente.

IL RISCHIO VESUVIO

Si aggiunga infine il Rischio Vesuvio: 25 Comuni in zona rossa e ben 63 in zona gialla con un piano di evacuazione recentemente aggiornato dalla Regione Campania che in caso di rischio dovrebbe coinvolgere 672.000 persone.

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