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Il WWF pubblica i dati sulla contaminazione della discarica di Bussi, sostanze tossiche e cancerogene in tutta l’area del Pescarese. Disastro ambientale…

Disastro ambientale per uno dei siti più inquinati d’europa. Il WWF ha diffuso i dati relativi alla contaminazione della discarica di Bussi in provincia di Pescara. I monitoraggi effettuati evidenziano una situazione di altissimo rischio, con terreni e…

Disastro ambientale per uno dei siti più inquinati d’europa.

Il WWF ha diffuso i dati relativi alla contaminazione della discarica di Bussi in provincia di Pescara. I monitoraggi effettuati evidenziano una situazione di altissimo rischio, con terreni e falde contaminate da decine di sostanze con valori migliaia di volte oltre i limiti di legge. 

L’associazione ambientalista, dopo un attento lavoro di accesso agli atti, diffonde i dati relativi al  Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi, una delle 37 aree più inquinate d’Italia secondo il Ministero dell’Ambiente. 

I monitoraggi sono stati realizzati dalla società Environ per conto della Solvay SPA, attuale proprietaria del sito industriale. La Solvay, anche se non responsabile della contaminazione è obbligata a mettere in atto  la cosiddetta Messa in Sicurezza d’Emergenza per non far fuoriuscire i contaminanti dal sito, con un piano di monitoraggio. Va ricordato che la Salvay è stata riconosciuta parte civile nel procedimento penale che ha visto il rinvio a giudizio in Corte di Assise, per reati  come avvelenamento delle acque e disastro ambientale, di 19 persone riconducibili alla precedente proprietaria del sito, la Montedison.

L’ISPRA  ha stimato nell’area di Bussi un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e una contaminazione di circa 2 milioni di mc di terreni, oltre a quella relativa all’acqua di falda. La Solvay ha cercato di tamponare i danni realizzando due  sistemi di messa in sicurezza di emergenza uno per la falda superficiale e uno per la falda profonda.

I dati presentati riferiscono all’area di proprietà della Solvay ed e ad alcuni pozzi/piezometri a valle dell’area industriale nella Valle del Pescara alla confluenza tra il fiume Tirino e il Pescara. A questi si aggiungono i dati presentati da WWF nel 2010 sulla situazione di contaminazione dei terreni e delle acque delle aree limitrofe. 

Il monitoraggio delle acque segue uno schema da  monte verso valle, seguendo  la direzione di flusso della falda:

-Pozzi/piezometri nell’area industriale posta attorno al fiume Tirino;
-Pozzi di barriera idraulica per la Messa in Sicurezza (pump and treat) nell’area industriale;
-Pozzi “spia” posti ai confini dell’area industriale a valle della barriera idraulica; questi pozzi servono per verificare l’efficienza e l’efficacia dei sistema di trattamento;
-Pozzi nella Valle del Pescara alla confluenza del Tirino con il Pescara posti al di fuori dell’area industriale per verificare l’eventuale presenza di altri apporti di contaminanti da monte.

Situazione contaminazione area industriale a monte delle barriere idrauliche nel 2012 (tabella 1)

Si evidenzia un quadro sconfortante all’interno dell’area industriale: la maggioranza dei rilevamenti evidenzia il superamento dei limiti di contaminazione. Su 43 sostanze, tutte tossiche e/o cancerogene prese in esame per 35 sono stati riscontrati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per la falda superficiale e 23 per la falda profonda.

I dati: il cloroformio 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella falda superficiale e 156 nella profonda; il mercurio 2.100 volte nella falda superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e 3.267 volte nella falda profonda; il tetracloruro di carbonio 666.667 volte nella falda superficiale e 3733 volte nella falda profonda.

I pozzi spia sull’efficienza/efficacia del sistema di trattamento (tabella 2)

Il sistema di trattamento riduce il livello di contaminazione ma non riesce ad abbattere sotto sogli di contaminazione alcune sostanze tossiche, che continuano a fuoriuscire nonostante il trattamento (9 parametri in totale) . Il WWF ha scritto al ministero dell’ambiente sollecitando misure più efficaci.  In particolare il monocloroetilene ha avuto picchi di 106 volte il limite di legge per la falda superficiale e 264 volte per la falda profonda;

I pozzi nella Valle del Pescara (tabella 3)

A valle, nell’area di confluenza del fiume Tirino con il Fiume Pescara la situazione peggiora. Nel biennio 2011-2012  11 parametri sono risultati essere oltre i limiti di legge per la falda superficiale, mentre per la falda profonda sono stati 12 i parametri non conformi.

Sostanze  tossiche e/o cancerogene come il benzene (33 volte i limiti nella falda superficiale) il monocloroetilene (132 volte nella falda superficiale e 112 volte nella profonda), l’esacloroetano (16 volte nella falda superficiale e 152 volte nella falda profonda). 

Terreni

Nel 2011 la Environ  ha proceduto a ricercare in campioni di suolo posti all’interno del sito industriale le diossine e i furani, sostanze estremamente pericolose. Su 29 campioni ben 9 sono risultati avere valori superiori ai limiti di legge per le aree industriali.

Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo dichiara: 

“La situazione di compromissione dell’ambiente a Bussi è veramente drammatica, uno dei posti peggiori in Italia e in Europa. Servono immediati provvedimenti, sia per rendere completamente efficaci gli interventi di messa in sicurezza di emergenza in tutte le aree, sia quelle industriali che quelle circostanti, per evitare la diffusione verso valle degli inquinanti.
In generale, bisogna procedere alla bonifica. L’obiettivo è quello di riportare un’area posta tra il Parco Nazionale della Majella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ad una qualità ambientale elevata, in considerazione dell’enorme importanza dell’area sotto il profilo idrogeologico, in quanto in questo sito scorre quasi tutta l’acqua della regione.

Esistono esempi magnifici di siti riportati alla vita, come è accaduto in Germania nella Rurh dove in poco più di 10 anni, chiamando le migliori menti del Paese e stanziando adeguate risorse, decine di siti inquinati sono diventati parchi e aree di richiamo turistico (parchi a tema; percorsi; musei). 

Particolarmente grave è l’assenza di dati, evidenziata anche nell’ultima conferenza dei servizi del 6 dicembre 2012, sulla situazione della discarica Tremonti e delle aree contermini. Infine, è grave che la Val Pescara non sia stata ricompresa nello studio epidemiologico SENTIERI realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha coinvolto gran parte dei siti nazionali di bonifica con risultati estremamente allarmanti sugli effetti degli inquinanti che si ritrovano in queste aree sulla salute delle comunità.
Il WWF già nel 2007 chiese con un sit-in lo svolgimento di un’approfondita indagine epidemiologica anche in considerazione del fatto che per decenni fu captata e immessa nella rete acquedottistica acqua contaminata dai Pozzi S. Angelo, posti immediatamente a valle del sito di Bussi, ora fortunatamente chiusi grazie alla denuncia del WWF e di Maurizio Acerbo, allora deputato  di Rifondazione Comunista. Fu costituito un gruppo di lavoro (la ASL incredibilmente mandò il responsabile del SIAN sottoposto a procedimento penale proprio per questi fatti!) che si arenò subito, anche in considerazione dello stato pietoso delle banche dati delle ASL relative ai dati di base come la mortalità nella popolazione e l’assenza del registro dei tumori. La situazione di Bussi deve essere considerata prioritaria da tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte”. 

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