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ILVA i tre punti critici

Operazione trasparenza sul nuovo decreto ILVA, lo chiede il WWF. Nel nuovo decreto sul commissariamento dell’ILVA (decreto legge 61/2013) almeno 3 sono i punti critici nel testo del Governo ora sottoposto al vaglio parlamentare, sollevati dal WWF nell’Audizione avuta oggi…

Operazione trasparenza sul nuovo decreto ILVA, lo chiede il WWF. Nel nuovo decreto sul commissariamento dell’ILVA (decreto legge 61/2013) almeno 3 sono i punti critici nel testo del Governo ora sottoposto al vaglio parlamentare, sollevati dal WWF nell’Audizione avuta oggi alla Commissione ambiente della Camera dei deputati:
1. il primo per ordine di importanze riguarda il conflitto tra controllore e controllato non risolto, dato che, a quanto risulta, il commissario straordinario governativo Enrico Bondi, seppur dimissionario, risulta essere ancora il legale rappresentante di ILVA; 2.  la deroga dalle sanzioni previste per legge, che sembra emergere dal testo del dl, quando non vengano attuate le prescrizioni a tutela della salute e dell’ambiente previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA); 3. il piano delle misure a tutela della salute e dell’ambiente che può integrare e non modificare le prescrizioni dell’AIA.

 Il WWF ricorda a proposito dei tre punti che:

1. il commissario Bondi ha dato le dimissioni il 25 maggio, ma l’assemblea dei soci dell’ILVA di Taranto che doveva riunirsi il 5 giugno, non s’è mai riunita, mentre il 4 giugno lo stesso Bondi è stato nominato commissario governativo. Il che comporta, secondo il WWF almeno,  che si distingua tra rappresentante legale dell’ILVA (come previsto dal comma 4 dell’art. 1 del dl 61/2013) e lo stesso Commissario, consentendo per legge una deroga per l’assemblea dei soci, la cui attività risulta “sospesa” (ai sensi del comma 2 dell’art. 1 del decreto), che le consenta di nominare come suo rappresentante persona diversa da Bondi;

 2. dalla lettura del comma 1 dell’articolo 1 del dl 61/2013 si evince che l’inosservanza delle prescrizioni dell’AIA sia il presupposto giuridico dell’attuale decreto legge. In ossequio a quanto specificato dalla Corte costituzionale nelle motivazioni della sentenza n. 85 del 2013, con cui ha riconosciuto la costituzionalità del primo decreto “salva ILVA” (dl n.  207/2012), non possono essere poste deroghe all’attuale normativa dettata dal Codice dell’Ambiente sui controlli e sulle sanzioni, amministrative e penali, per l’inosservanza delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che quindi devono continuare a valere anche in pendenza dell’attuale decreto legge.     

  3. dalla lettura del comma 7 dell’art. 1 si deduce che il Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale  e sanitaria dei lavoratori e delle popolazioni redatto da un comitato di 3 esperti nominati dal Ministero dell’ambiente può “modificare” l’AIA. Si deve precisare che l’AIA detta delle prescrizioni per il risanamento e il Piano è solo uno strumento che consente di individuare gli interventi da attuare nel rispetto delle prescrizioni e certamente non può costituire “modifica” dell’AIA. Il che può essere risolto, secondo il WWF, dicendo semplicemente che il Piano “integra” l’AIA, ma non certo la “modifica”.

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