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La COP20 di Lima non ha fatto progressi

Si sono conclusi con oltre 32 ore di ritardo sui tempi previsti e un testo di compromesso del Presidente i lavori della Conferenza ONU sul Clima a Lima e per il WWF si tratta di una decisione deludente…

Si sono conclusi con oltre 32 ore di ritardo sui tempi previsti e un testo di compromesso del Presidente i lavori della Conferenza ONU sul Clima a Lima e per il WWF si tratta di una decisione deludente e debole, un compromesso al minimo comun denominatore.

Grave l’indebolimento del percorso per ridurre le emissioni prima del 2020, obiettivo essenziale per rimanere al di sotto dei 2°C di aumento medio della temperatura media globale, ponendo le basi per porre fine all’era dei combustibili fossili e accelerare il cambio verso le energie rinnovabili e una maggiore efficienza energetica.
“La scienza è stata chiara, ritardare l’azione fino al 2020 renderà molto difficile evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, ma la politica è incapace di cogliere l’urgenza.

La distanza tra allarme dei cittadini e capacità dei governi di rispondere sta diventando estremamente grave e pericolosa”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF.

I negoziatori hanno sprecato l’ondata di ottimismo politico che hanno cavalcato nelle trattative, anche dopo gli impegni a ridurre le emissioni provenienti dalla Cina e gli Stati Uniti e un primo finanziamento di 10 miliardi di dollari del Fondo Verde per il clima da paesi grandi e piccoli.

“A Lima hanno prevalso gli egoismi e l’incapacità dei governi di agire in modo collettivo contro una minaccia di portata enorme. Ma ha anche prevalso l’azione ben concertata delle lobby fossili, che hanno fatto di tutto per dividere, far serpeggiare la sfiducia e approfondire le distanze. Se vogliono sul serio prevenire la catastrofe climatica, i governi devono ora immediatamente individuare le azioni specifiche per ridurre le emissioni e fornire finanziamenti prima del 2020. Ci saranno ampie opportunità di farlo con i paesi più sviluppati riuniti per il G7 in Germania e i vertici ONU previsti per giugno 2015. Ci sono sei mesi per decidere tagli delle emissioni più ambiziosi e gli impegni finanziari per il periodo fino al 2020”.

Occorre puntare ad avere un accordo significativo ed efficace a Parigi, basato sulle indicazioni della comunità scientifica e non sulla politica.

“La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta. Il WWF agirà dentro e fuori il processo negoziale per far sì che venga affrontata l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici .” conclude Midulla

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