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La doppia natura del gatto

Cosa hanno in comune il gatto e le tigre, protagonisti dell’iniziativa aMici della tigre di WWF e LaZampa.it, e come è iniziata la domesticazione del gatto? Lo abbiamo chiesto a Francesco Petretti, naturalista, documentarista e divulgatore televisivo, membro…

Cosa hanno in comune il gatto e le tigre, protagonisti dell’iniziativa aMici della tigre di WWF e LaZampa.it, e come è iniziata la domesticazione del gatto? Lo abbiamo chiesto a Francesco Petretti, naturalista, documentarista e divulgatore televisivo, membro del Comitato Scientifico WWF.

Francesco, in cosa il gatto conserva atteggiamenti e comportamenti che rivediamo nella cugina tigre, allo stato selvatico?
“Per tutto ciò che riguarda la sfera della caccia. Sappiamo benissimo che un gatto, per quanto sia pigro e ben nutrito, in realtà conserva sempre l’anima del cacciatore. Una caccia fatta di agguati, di punta della coda che si muove quando sta osservando una preda, che sia una lucertola o un uccellino. Esattamente quello che fa una tigre quando sta scrutando un cervo o un cinghiale nella foresta indiana.  L’approccio alla preda è uguale, ma anche il gioco è lo stesso. Anche i cuccioli di tigre giocano con la preda come farebbe uno dei nostri gatti con un topolino, un modo per ‘imparare’ le tecniche di caccia e di gestione della cattura. E poi non dimentichiamo che la tigre è, tra i felini, uno dei pochi che fa le fusa, esattamente come un gatto”.

Questo accade nei contesti familiari, tra madre e cuccioli?  “Sicuramente fa parte del comportamento cosiddetto ‘nuziale’, cioè del corteggiamento, della relazione madre -piccoli, ma lo si può vedere con evidenza anche nei casi in cui le tigri sono in cattività, quando hanno un rapporto particolarmente affettuoso con il loro conduttore”.

Quando è avvenuta la domesticazione del gatto, e perché è avvenuta?
“E’ partita dalla regione Mediterranea, soprattutto dal Nord Africa, dall’Egitto. Fu messo nelle case ma ancor prima nei granai, per tenere a bada i topi che hanno sempre rappresentato una minaccia per i granai e i depositi di frumento. Possiamo far risalire la domesticazione a circa 5.000  anni prima di Cristo, con la specie Felis libica nordafricano che poi in buona parte ha dato origine al gatto domestico come lo conosciamo noi”.

Nonostante la sua spiccata indipendenza dunque, il gatto si è ben adattato a questa unione con l’uomo..”Sicuramente mantiene la sua indipendenza e la sua autonomia, ma chi ha un gatto scopre che dopo un po’ il nostro felino domestico è molto più simile all’affezionato cane di quanto non si creda. In realtà il gatto sviluppa anche un’affezione con il suo padrone, e questo è forse il punto di differenza maggiore tra tigre e gatto. La tigre è sostanzialmente un felino solitario, il gatto è anche un felino sociale, come il leone. E questa è la sua doppia natura..”
(Lucio Biancatelli)

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