I forti investimenti nei combustibili fossili da parte delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) nei Balcani occidentali stanno ostacolando la conformità di questi paesi ai requisiti per l’adesione all’UE, secondo il nuovo rapporto ‘Invest in Haste, Repent at Leisure’ (Se investi frettolosamente, poi te ne penti) diffuso oggi See Change Net , CEE Bankwatch Network e WWF.
Nonostante la Croazia si prepari a entrare nella UE dal primo luglio e nonostante la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca Mondiale stiano riesaminando le loro strategie di prestito per il settore energetico, il rapporto rileva che le banche di sviluppo in Europa stanno spendendo nella regione 32 volte di più sui combustibili fossili rispetto alle fonti di energia rinnovabili (esclusa l’energia idroelettrica)
I Balcani occidentali, quindi, stanno andando nella direzione opposta rispetto agli obiettivi della UE in materia di cambiamento climatico per gli anni 2020, 2030 e il 2050, nonostante tali obiettivi diventerebbero un obbligo per l’accesso nell’Unione Europea.
Le organizzazioni che hanno stilato il rapporto chiedono lo stop degli investimenti pubblici internazionali verso i combustibili fossili e di altre forme insostenibili di energia, e un aumento delle iniziative in materia di efficienza energetica residenziale e risparmio energetico.
Il rapporto mostra inoltre che:
• Quasi la metà dei prestiti nel settore energia della BERS, il più grande finanziatore pubblico della regione, hanno sostenuto i combustibili fossili, con solo il due per cento del suo portafoglio allocato per le fonti energetiche rinnovabili non idroelettriche, e un ulteriore 23 per cento di supporto all’energia idroelettrica.
• I combustibili fossili rappresentano il 36 per cento di tutti i finanziamenti per l’energia IFI nella regione, ovvero 597,3 milioni di euro, di cui 310,1 milioni di euro per l’idroelettrico e per le fonti rinnovabili appena 18,5 milioni di Euro, l’1%
• L’ efficienza energetica, che ha un alto potenziale per affrontare la scarsità energetica nella regione e impedire nuove infrastrutture insostenibili, costituisce solo il 17 per cento del portafoglio energetico IFI , ovvero 288,8 milioni di euro.
Nella prefazione del rapporto ” Invest in Haste, Repent at Leisure’ “, il Commissario europeo per il clima Connie Hedegaard ha detto: “Il supporto per l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili è in ritardo, mentre i governi di tutto il mondo spendono centinaia di miliardi di dollari di sovvenzioni per una incipiente catastrofe “.
“I paesi dei Balcani, sostenuti dalle istituzioni finanziarie internazionali, stanno andando nella direzione opposta a quella dell’Europa nel 2020, il 2030 e il 2050 circa gli obiettivi in materia di produzione di energia sostenibile. Questo è totalmente inaccettabile per le istituzioni che hanno un ruolo molto specifico nel sostenere nuovi investimenti, sostenibili per l’economia e l’ambiente, piuttosto che semplicemente investire in qualunque attività venga proposta.
Le stime mostrano che è fino a 10.000 volte più conveniente risparmiare una unità di energia che generare una nuova unità. Chiediamo alla UE di adoperarsi perché questa diventi la priorità numero uno delle istituzioni finanziarie pubbliche”, ha detto Mariagrazia Midulla responsabile Clima & Energia del WWF “e quindi garantire che ogni nuova infrastruttura energetica sia pienamente sostenibile. Chiediamo anche che vi sia piena trasparenza da parte delle aziende e utilities europee sui propri progetti in quest’area, a partire da quelle italiane”.
Il WWF in tutto il mondo ha lanciato da pochi giorni una petizione globale che chiede proprio di finanziare il futuro delle energie rinnovabili e non il passato delle energie fossili, sul sito www.wwf.it/riprenditilenergia . “Oggi possiamo salvare il clima e conquistare un futuro di benessere per noi e i nostri figli. Bruciare i combustibili fossili per procurarsi energia e calore ha portato la concentrazione di CO2 in atmosfera ai livelli di 3 milioni di anni fa. Dobbiamo riconquistare l’energia, puntare sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Occorre investire le risorse pubbliche e private nel nostro futuro. E invece i nostri soldi continuano a finanziare il passato fossile. E’ ora di cambiare noi, non il clima.”
Data l’importanza fondamentale di aiutare i Paesi della regione ad orientarsi verso gli obiettivi della UE al 2020, 2030 e il 2050, il rapporto raccomanda che le IFI:
● smettano di finanziare nuovi progetti a combustibili fossili a futuri Stati membri, in particolare a carbone, e aumentino il risparmio energetico, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili sostenibili nei loro portafogli;
● Verifichino l’efficienza energetica nel settore residenziale e facciano del risparmio energetico la priorità numero uno nella regione;
● Adottino un approccio di tolleranza zero per gli indicatori di corruzione o di violazioni delle norme ambientali per tutti i progetti;
● Sostengano la diversificazione delle fonti energetiche rinnovabili e diminuiscano i finanziamenti per i progetti idroelettrici impattanti e dannosi, in particolare quelli destinati all’esportazione;
● Preparino fondi e programmi per assistere i Paesi della regione che desiderano raggiungere il 20% di efficienza energetica, soprattutto nei casi che contribuiscono a combattere la scarsità energetica;
● Preparino fondi e programmi per assistere i Paesi della regione per affrontare le carenze tecniche e commerciali nei sistemi energetici della regione
● semplifichino notevolmente le procedure per la trasparenza dell’assegnazione dei fondi e degli intermediari, in modo che sia più chiaro il destino dei soldi.