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Nora torna in mare, salviamola dal petrolio

In occasione del “Turtle Day”, la giornata internazionale dedicata alle tartarughe marine che si celebra il 16 giugno, il WWF lancia la petizione online wwf.it/ilpetroliomistastretto per chiedere l’istituzione di un’area protetta all’isola di Pantelleria e scongiurare il rischio…

In occasione del “Turtle Day”, la giornata internazionale dedicata alle tartarughe marine che si celebra il 16 giugno, il WWF lancia la petizione online wwf.it/ilpetroliomistastretto per chiedere l’istituzione di un’area protetta all’isola di Pantelleria e scongiurare il rischio delle trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia.

E come simbolo di questo impegno ha liberato Nora, giovane tartaruga marina di 10 anni e 15 chili, trovata a dicembre ferita e avvolta nella plastica sul litorale di Trapani e poi curata nel centro di recupero WWF di Lampedusa, che al largo della splendida spiaggia di San Vito lo Capo ha ripreso il mare tra l’emozione dei presenti, grazie alla collaborazione con la Capitaneria di Porto di Trapani.

Alle note minacce che fanno delle tartarughe marine Caretta caretta, simbolo del Mediterraneo, una delle specie marine in via di estinzione si aggiungono infatti i possibili sversamenti di petrolio o la presenza di catrame sulle spiagge derivanti dalle trivellazioni a mare che sono in progetto nel Mediterraneo e in particolare nel Canale di Sicilia.
Con le firme raccolte online durante tutta l’estate, il WWF chiederà al Sindaco dell’isola di Pantelleria, vero gioiello del mare nostrum, che venga istituita una area protetta e che, almeno in questo tratto di mare, non vengano realizzate le piattaforme petrolifere off shore per l’estrazione del greggio, un’ulteriore minaccia per la biodiversità marina e per le tartarughe marine già ora decimate dalle reti da pesca, dall’inquinamento e dall’occupazione da parte dell’uomo delle spiagge dove nidificano.

Pantelleria è l’unica isola del Canale di Sicilia che non è ancora tutelata, anche se da anni aspetta di divenire Area Marina Protetta rientrando tra le zone di particolare pregio ambientale e culturale.

Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia ha dichiarato  “Abbiamo deciso di indirizzare la petizione che lanciamo oggi e che prosegue per tutta l’estate, al Sindaco di Pantelleria, piccolo gioiello nel cuore del canale di Sicilia proprio dove c’è il progetto di installare decine di piattaforme petrolifere per l’estrazione del greggio. Pantelleria e i suoi fondali devono continuare a essere patrimonio di tutti, attraverso forme di tutela, come il Parco marino, che ne esaltino la bellezza e ne promuovano forme di turismo sostenibile a tutto vantaggio di un vero Mediterraneo di Qualità”.

In questo contesto, la liberazione della tartaruga marina è stato un simbolo dell’importanza di mantenere un Mediterraneo di qualità e tutelare i suoi preziosi abitanti, anche dalla minaccia del petrolio. Anche se molto robuste di fronte a danni fisici, come gli attacchi di squali, collisioni con le imbarcazioni e così via,  le tartarughe marine, in tutte le fasi della vita a partire dall’uovo, sono molto vulnerabili rispetto alle sostanze chimiche, di cui petrolio e catrame sono tra le più insidiose. Aree di esplorazione di petrolio e gas, trasporto, trasformazione  spesso si sovrappongono a importanti habitat delle tartarughe marine. Diversi aspetti della biologia e comportamento delle tartarughe mettono questi animali a rischio, come l’incapacità di evitare zone contaminate, l’alimentazione in zone di convergenza, e grandi inalazioni pre-immersione. Gli effetti del petrolio sulle tartarughe comprendono un aumento della mortalità embrionale e difetti di sviluppo, mortalità diretta in neonati, giovani e adulti, ed effetti negativi su pelle, sangue, apparato digerente, sistema immunitario e ghiandole del sale.

Il Turtle Day 2013 è il primo degli eventi previsti dalla campagna online “Sicilia, il Petrolio mi sta stretto”  che durerà tutta l’estate, nell’ambito dell’iniziativa WWF “Per un Mediterraneo di qualità”.
Il sito wwf.it/ilpetroliomistastretto vuole essere uno spazio di attivazione della cittadinanza per discutere, approfondire e fermare la minaccia delle trivellazioni, anzi, delle “coltivazioni” di petrolio in Italia e in particolare nel Mediterraneo.

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