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Nuove tariffe elettriche, una riforma da riformare

La riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici è l’argomento affrontato nell’auditorium del GSE durante il convegno organizzato dalle principali associazioni a difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori: Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, ITALIA Solare, Kyoto…

La riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici è l’argomento affrontato nell’auditorium del GSE durante il convegno organizzato dalle principali associazioni a difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori: Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, ITALIA Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF.
Un coro comune. “Questa riforma è contro l’autoconsumo elettrico e la concorrenza di mercato. Se si deve riformare il sistema tariffario, deve essere a beneficio di tutti e non solo dei gestori degli impianti termoelettrici e dei distributori di elettricità”.
La proposta dell’AEEGSI è di spostare gli oneri di rete dalla componente variabile a quella fissa. Ciò ha senso solo per chi realizza un intervento di efficienza energetica o di uso delle rinnovabili, fotovoltaico in particolare. Diversamente diventa solo un chiaro e inaccettabile sostegno a coloro che già beneficiano di troppi sussidi: i distributori ed i grossisti di energia elettrica. Ma questi benefici non sono mai messi in discussione. Quelli alle rinnovabili e all’efficienza energetica invece si!
L’intervento dell’AEEGSI al convegno, così come la loro proposta di riforma, non è stato convincente: il sistema tariffario proposto è conveniente solo per chi ha consumi elevati e rappresenta un aumento dei costi esagerato (fino al +30% su base annuale) per chi ha consumi medio/bassi, vale a dire la maggioranza delle famiglie italiane.
Di seguito gli effetti sui consumatori finali della nuova struttura tariffaria proposta da AEEGSI: oltre 1,5 miliardi di euro all’anno in più sulla bolletta degli utenti domestici. Soldi che andranno ai distributori ed ai grossisti di energia elettrica.

Le associazioni scriventi hanno presentato ieri la loro controproposta:

  •  Una tariffazione compatibile con l’efficienza energetica, estendendo ed eventualmente migliorando la tariffa D1 per le pompe di calore a coloro che hanno impianti di autoconsumo da fonte rinnovabile;
  •   dimostrano di avere acquistato e installato almeno 2 elettrodomestici, fra quelli a più elevata incidenza di consumo, di classe energetica massima in sostituzione di quelli esistenti o effettuato altri investimenti come l’installazione di pompe di calore per acqua calda sanitaria, di pannelli solari termici o altri interventi incentivabili ai sensi del D.M. 28 dicembre 2011 (Conto Termico);
  •     facoltà per le famiglie con più di cinque componenti di richiedere l’applicazione della tariffa D1.

Le Associazioni chiedono inoltre a gran voce che la riforma garantisca le condizioni di convenienza dell’uso delle rinnovabili, fotovoltaico in testa, così come indicato da tutte le direttive europee  e dalla normativa nazionale vigente.
Le Associazioni ritengono che la strada, nel rispetto del grave stato di salute del Pianeta e in una’ottica di efficienza e risparmio, debba essere quella di applicare le nuove tariffe solo a chi dimostra di fare scelte tecnicamente, economicamente e ambientalmente virtuose dal punto di vista dei consumi energetici.
Siamo nella share economy, è l’ora di dare segnali di innovazione anche nei modelli di consumo. Un’autorità di regolazione a difesa del “Consumatore” deve assolutamente agevolare questo cambio di paradigma.
 

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