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Obama guarda al futuro l’Italia al passato

Il Piano sui cambiamenti climatici del Presidente Obama annunciato la sera del 25 giugno, chiama all’azione cittadini, aziende e amministratori pubblici per abbandonare i combustibili fossili e investire sulle rinnovabili, anche se le riduzioni delle emissioni di carbonio…

Il Piano sui cambiamenti climatici del Presidente Obama annunciato la sera del 25 giugno, chiama all’azione cittadini, aziende e amministratori pubblici per abbandonare i combustibili fossili e investire sulle rinnovabili, anche se le riduzioni delle emissioni di carbonio previste non sono ancora ai livelli necessari, secondo i dati scientifici e i criteri di equità.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima & Energia del WWF Italia sottolinea che “Obama ha inviato un segnale politico forte, anche a livello globale che dovrebbe essere un potente stimolo per altri paesi sviluppati che hanno utilizzato l’inazione degli Stati Uniti come scusa per le proprie carenze. I limiti posti  alle emissioni delle centrali, specie quelle a carbone, e l’eliminazione dei sussidi per le aziende di combustibili fossili, sono leve potenti, specie se accompagnate all’annuncio del Presidente Obama che i fondi pubblici degli Stati Uniti non potranno più andare a pagare le centrali a carbone all’estero. Importanti anche gli annunci di investimenti nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili, nonché il nuovo ruolo di leadership nei negoziati internazionali”.

A un discorso e un piano così importante da parte del Presidente USA, corrisponde oggi un discorso di segno opposto da parte non di un responsabile politico italiano, ma del presidente dell’Autorità dell’Energia, in sede di presentazione del bilancio annuale. Una relazione in cui non si è fatto alcun riferimento agli indirizzi di politica generale formulati dal Governo, né si è tenuto conto della normativa comunitaria in materia di clima ed energia, ma al contrario si sono dettati proprie linee di indirizzo e si è rimarcata l’indipendenza dell’Autorità, quasi che possa disporre autonomamente della facoltà di mettere e togliere incentivi a fonti, infrastrutture e reti.

“Il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, lungi dal porsi il problema del futuro dell’energia e dell’interesse di lungo termine dei consumatori, ha invocato la ‘responsabilizzazione’ delle fonti rinnovabili nei confronti degli investimenti sbagliati in capacità di produzione da fonti fossili. In altre parole, non sarebbe interesse pubblico favorire l’energia del futuro, cui  secondo l’Autorità andrebbero tolte ulteriori risorse e poste barriere attraverso l’imposizione di ingiusti oneri di sistema, ma andrebbero previsti meccanismi di compensazione (monetaria) alle centrali inutili. Non solo, tanto per spazzare via i dubbi sul fatto che si voglia togliere risorse alle rinnovabili e sussidiare i combustibili fossili, il Presidente dell’Autorità starebbe anche pensando a un conto energia, ma a favore dei rigassificatori” aggiunge Midulla.

Nella relazione del Presidente dell’Autorità non c’è una sola parola sul preoccupante aumento dell’uso del carbone (con conseguente aumento delle emissioni). La peculiare teoria del Presidente è che le garanzie per le future generazioni deriverebbero dal mantenimento del passato, non dal puntare sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica del futuro.
Non ci sono parole sui dati reali di bilancio dei certificati bianchi, ora che la fase dei certificati facili dovrebbe essere finita, ma anzi la preoccupazione è aumentare i consumi. Pochi dati sui reali compiti di controllo dell’Autorità e la scarsa capacità dimostrata nel far fronte alle offerte fuorvianti e ai contratti per la fornitura energetica non richiesta. Non una parola sulla reale distribuzione dei cosiddetti oneri di sistema  (tranne quelli destinati alle rinnovabili, ovviamente) anzi, si è ascoltata la molto contestabile affermazione che, per esempio, si sarebbero fatti ‘progressi’ con i tanti miliardi finora spesi per il decomissioning delle centrali nucleari. Anche sulla scelta degli investimenti infrastrutturali, scelta che il WWF ritiene opinabile spetti all’Autorità, non c’è una sola parola sulla necessità dell’adeguamento delle reti al futuro rinnovabile.

“Quando il presidente dell’Autorità di controllo assume un ruolo politico e guarda al passato, oltretutto ignorando la preoccupazione rispetto al cambiamento climatico e il fatto che le rinnovabili aiutano sicurezza energetica e bilancia dei pagamenti, al presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente dovrebbero accendersi molti campanelli d’allarme, perché il problema è serio”, sottolinea Midulla.

Il WWF in tutto il mondo ha lanciato da pochi giorni una petizione globale che chiede proprio di finanziare il futuro delle energie rinnovabili e non il passato delle energie fossili, sul sito www.wwf.it/riprenditilenergia  . Oggi possiamo salvare il clima e conquistare un futuro di benessere per noi e i nostri figli. Bruciare i combustibili fossili per procurarsi energia e calore ha portato la concentrazione di CO2 in atmosfera ai livelli di 3 milioni di anni fa. Dobbiamo riconquistare l’energia, puntare sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Occorre investire le risorse pubbliche e private nel nostro futuro. E invece i nostri soldi continuano a finanziare il passato fossile. L’Italia, se seguisse la linea di coloro che hanno il compito di tutelare i consumatori e invece tutelano, nei fatti, i combustibili fossili, diventerebbe sicuramente maglia nera della campagna mondiale del WWF.

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