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orso bruno è tornato in Lombardia

Il punto della situazione lo hanno fatto gli esperti che hanno risposto alle domande del pubblico nella serata organizzata l’11 aprile, grazie alla collaborazione del Comune di Milano e del Museo di Storia Naturale di Milano, da ERSAF, …

Il punto della situazione lo hanno fatto gli esperti che hanno risposto alle domande del pubblico nella serata organizzata l’11 aprile, grazie alla collaborazione del Comune di Milano e del Museo di Storia Naturale di Milano, da ERSAF,  Regione Lombardia, WWF Italia proprio all’inizio della stagione primaverile che vede il risveglio degli orsi, come dalle prime segnalazioni nel lecchese di questi giorni.  La serata si inserisce nell’ambito del progetto europeo LIFE arctos (www.life-arctos.it  ) ‘conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico’  che vuole favorire la tutela delle popolazioni di orso bruno delle Alpi e degli Appennini e  sostenerne l’espansione numerica, attraverso l’adozione di misure gestionali compatibili con la presenza del plantigrado, la riduzione dei conflitti con le attività antropiche, l’informazione e la sensibilizzazione dei principali stakeholder. Il progetto è attuato nell’ambito del programma finanziario della Commissione Europea LIFE + Natura.

Il 2012 è stato un anno importante per l’orso in Lombardia.
Dopo un’assenza di quasi 150 anni, i primi orsi in Lombardia sono ricomparsi con il progetto di ripopolamento trentino (a partire quindi dal 1999). E’ negli ultimi 5 anni che la presenza della specie in regione è però diventata costante. Si tratta di giovani maschi in dispersione che percorrono lunghe distanze in breve tempo e solitamente tornano nel luogo dove sono nati.
Cinque diversi esemplari di orso hanno calpestato il suolo lombardo nel 2012 e, sebbene si tratti sempre di una presenza rara, questo numero è comunque significativo.
Già nelle scorse settimane, alla fine del letargo, è stata verificata la presenza di orso in Lombardia, prima in provincia di Sondrio e poi in provincia di Lecco.
Il monitoraggio su base genetica permette di avere un’idea molto attendibile su quanti e quali orsi frequentino le nostre zone in tempi abbastanza celeri e uno specifico sistema di mappatura delle osservazioni degli indici di presenza della specie “Georso”, permette di avere un quadro d’insieme.
E’ però molto importante fornire ai cittadini informazioni reali sul numero di orsi presenti e non confondere il numero di animali che transitano in un anno con un numero complessivo di orsi presenti. In Lombardia non vi è ancora una popolazione stabile di orso, che potenzialmente potrebbe stabilirsi su un orizzonte di lungo periodo.
Si ringrazia il Comune di Milano  e il Museo di Storia Naturale di Milano per aver concesso gli spazi.    

 
Cosa ci si deve attendere nel prossimo futuro?

Questa situazione porterà sicuramente all’arrivo di altri giovani orsi in Lombardia, dal momento che la popolazione trentina di provenienza è in salute e in crescita, attestandosi oggi intorno ai 45-48 individui, numero che rappresenta un grande successo delle politiche di conservazione.
La sporadica presenza di esemplari di orso sul territorio lombardo ha dato modo di avviare un percorso di conoscenza di una specie di cui si era persa traccia nella memoria delle popolazioni residenti nei territori storicamente interessati dalla presenza dell’orso.
E’ importante che il percorso di conoscenza avviato sia condiviso tra le varie istituzioni, associazioni ed i mezzi d’informazione in modo da veicolare il più possibile informazioni corrette ed utili ad una coesistenza con la specie che sta tornando sul territorio.
Il progetto Life Artcos ha come scopo proprio il coordinamento tra le istituzioni per un’efficace gestione della specie.

Orso, conflitti e danni

Se da un lato i dati riportano che non vi sono stati casi di aggressione da orso nelle zone di presenza della specie da più di 100 anni e che le specie statisticamente pericolose sono ben altre, dall’altro l’orso è una presenza che porta a vivaci dibattiti, stimola grandi entusiasmi e feroci critiche.
E’ quindi molto importante diffondere una comunicazione corretta e pacata.
Una parte importante del Life consiste in attività di incontro e comunicazione con le popolazioni locali (circa 20 incontri all’anno), per migliorare l’accettazione del ritorno dell’orso, messa in discussione soprattutto a causa dei danni prodotti ad alcune attività economiche, allevamento in particolare. C’è poi da considerare la perdita di abitudine alla presenza dell’orso che porta a manifestare timori di vario genere, fino alla vera e propria paura.

I danni rappresentano importi minimi, sia in assoluto sia se confrontati con i danni provocati da altre specie. E in Lombardia sono completamente rimborsati, grazie ad un’assicurazione specifica. Gli orsi particolarmente dannosi sono molto rari.
In Lombardia nel 2012 sono stati pagati danni per poco più di 10.000 euro per pecore e capre predate o arnie danneggiate (come termine di riferimento si consideri che la presenza del cinghiale provoca danni all’agricoltura lombarda per diverse  centinaia di migliaia di euro).

Oltre al rimborso dei danni, il progetto Life Arctos fornisce gratuitamente recinzioni elettrificate a pastori e apicoltori per proteggere greggi e arnie, permettendo una diminuzione significativa dei danni. Sono stati installati una cinquantina di recinzioni nelle province di Brescia, Bergamo e Sondrio.
Altre sperimentazioni di attività zootecniche compatibili con la presenza di grandi carnivori inizieranno quest’anno.

Attività di formazione del personale

Nell’ambito del Progetto Life Arctos vengono portate avanti diversi moduli formativi per le polizie provinciali, il Corpo forestale dello Stato, il personale delle aree protette e veterinari ASL, per fornire a chi è chiamato ad operare sul territorio gli strumenti di conoscenza dell’orso, del monitoraggio, della prevenzione dei danni e dell’accertamenti degli stessi.
E’ importante evidenziare che il progetto Life Arctos ha consentito di formare il personale delle squadre di emergenza e ciò consentirà di intervenire nel caso, fino ad ora mai verificatosi sul territorio lombardo, in cui un esemplare di orso perda la sua naturale diffidenza nei confronti dell’uomo.

Il coordinamento con altri paesi – il caso M13

Recentemente ha fatto parlare molto la vicenda dell’orso M13.
Quell’orso, nato in Trentino, durante la sua permanenza sul territorio italiano non ha manifestato comportamenti anomali mentre una volta entrato in Svizzera ha provocato gravi proteste, probabilmente dovute alla mancanza di esperienza nella sua gestione e, di conseguenza, dell’attività di prevenzione danni. La vicenda si è purtroppo conclusa con l’abbattimento dell’orso, giustificato con motivazioni che hanno provocato pesanti polemiche.
Specifici incontri previsti dal Life hanno lo scopo di migliorare rapporti e coordinamento anche con chi si occupa di orso in altri Stati, dal momento che, ovviamente, gli orsi non conoscono confini politici.
A tal proposito lo scorso 8 marzo si è svolto un incontro internazionale in cui si è avviato il confronto con i Paesi confinanti che proseguirà nell’ambito dei lavori della Convenzione delle Alpi.

Il numero da chiamare

La collaborazione tra le varie istituzioni ha consentito anche di definire un sistema di comunicazione che, con l’aiuto del sistema di mappatura “Georso”, consente di verificare celermente i segni di presenza del plantigrado.
Le verifiche vengono fatte dal personale appositamente formato che viene allertato dalla sala operativa CFS di Curno cui giungono le segnalazioni attraverso il numero  1515 che tutti i cittadini sono invitati a comporre nel caso di segnalazioni della presenza dell’orso.

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