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Per la plastic tax serve una tassazione differenziata

Le osservazioni del WWF durante le audizioni in Commissione bilancio al Senato  L’Italia ribadisce, introducendo la plastic tax sui manufatti in plastica monouso anche in forma di fogli, pellicole e strisce, di essere tra i primi Paesi in…

Le osservazioni del WWF durante le audizioni in Commissione bilancio al Senato 

L’Italia ribadisce, introducendo la plastic tax sui manufatti in plastica monouso anche in forma di fogli, pellicole e strisce, di essere tra i primi Paesi in Europa a voler affrontare concretamente l’emergenza plastica. È dal 2011, con il bando ai sacchetti di plastica per la spesa, che il nostro Paese dimostra di essere su un terreno avanzato. Anche in questo caso l’Italia può fare da apripista ma secondo il WWF occorre distinguere gli oggetti riciclabili e non riciclabili con una tassazione differenziata che incentivi le produzioni virtuose. Analogo incentivo andrebbe previsto anche per tutti quegli oggetti realizzati con percentuali consistenti di materiale riciclato, mentre la norma presentata al Senato premia solo quelli realizzati in plastica riciclata al 100%. 

I suggerimenti sulla plastic tax sono stati uno degli otto punti del documento di osservazioni sul disegno di legge di bilancio 2020-2022 che il WWF ha presentato nel corso dell’audizione svoltasi questa mattina alla Commissione Bilancio del Senato. “il WWF suggerisce inoltre, sempre sulla plastic tax, di ampliarne l’applicazione anche a quegli oggetti che non sono necessariamente imballaggi ma che fanno parte della nostra vita quotidiana (cancelleria, penne, spazzolini da denti, rasoi, etc.) e che ad oggi non sono avviati al riciclo”.

Gli altri argomenti trattati nel documento WWF sono stati il Green New Deal, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione urbana, la tutela del capitale naturale, i sussidi ambientalmente dannosi, l’efficientamento energetico degli edifici, l’imponibile sui veicoli aziendali inquinanti.

Il WWF ha salutato con favore l’impegno del governo sul Green New Deal che vedrà nel solo 2020, calcola l’Associazione, uno stanziamento di 1.688 milioni di euro. Secondo il WWF, tale impegno deve essere mantenuto negli anni successivi tenendo conto, comunque, che le risorse per alimentarlo – derivanti dalle aste delle quote di emissione di CO2 – devono essere usate per politiche climatiche di lungo respiro. 

Rispetto alla manutenzione del territorio e al rischio idrogeologico, il WWF segnala invece che per il 2020, saranno disponibili solamente 85 milioni di euro (mentre negli anni successivi, fino al 2034, sono previsti investimenti per oltre 12 miliardi di euro) che risultano oggi assolutamente insufficienti in un Paese, come l’Italia, dove nel 2013 il Ministero dell’Ambiente aveva calcolato che fossero necessari 40 miliardi di euro in 15 anni per mettere in sicurezza il nostro territorio.

Il WWF, inoltre, ha denunciato come, ancora una volta, nella manovra di quest’anno sia praticamente assente la valorizzazione e tutela del nostro capitale naturale che contribuisce, come i beni culturali e artistici, alla ricchezza del Paese. Il WWF denuncia che per la difesa dei beni naturali (difesa mare, aree protette, commercio di specie a rischio, controlli ambientali) nel disegno di legge di bilancio per il 2020 siano stati al momento stanziati soltanto 232 milioni di euro, equivalenti allo 0,8% dell’ammontare complessivo della manovra. L’Italia si trova così impreparata ad affrontare il prossimo anno la nuova strategia globale al 2030 e a rivedere la strategia nazionale sulla biodiversità.
Infine, segnala il WWF, c’è stata mancanza di coraggio sul superamento dei sussidi ambientalmente dannosi, costituiti dalle esenzioni per i petrolieri dal pagamento delle aliquote per l’estrazione degli idrocarburi che vengono, a giudizio dell’Associazione, ridicolmente sospese per gli anni 2020-2022 mentre le prime bozze della manovra ne prevedevano semplicemente la cancellazione.

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