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Si apre la Conferenza di Hanoi sul commercio illegale di natura

I governi asiatici della regione del fiume Mekong (Vietnam, Cambogia, Birmania e Tailandia), non hanno fatto abbastanza per fermare il dilagante fenomeno del commercio illegale di corno di rinoceronte, avorio e parti di tigre. Lo denuncia il WWF-TRAFFIC…

I governi asiatici della regione del fiume Mekong (Vietnam, Cambogia, Birmania e Tailandia), non hanno fatto abbastanza per fermare il dilagante fenomeno del commercio illegale di corno di rinoceronte, avorio e parti di tigre. Lo denuncia il WWF-TRAFFIC -un’alleanza tra WWF e IUCN – nel giorno di apertura della conferenza “Illegal wildlife trade” di Hanoi, organizzata dal ministero dell’Agricoltura e Sviluppo rurale del Vietnam. Nei giorni scorsi per la prima volta il governo vietnamita ha mandato in fumo un intero carico proveniente dal commercio illegale (avorio e corno di rinoceronte), ma ha fatto troppo poco per stroncare i mercati illegali, e troppo poco per fermare commercianti e contrabbandieri di fauna selvatica. Nel mese scorso oltre quattro tonnellate e mezzo di avorio sono state sequestrate dalle autorità governative del Vietnam, ma nessun trafficante è stato individuato e arrestato: “Il Vietnam deve usare questa conferenza per annunciare piani concreti per porre fine al fenomeno dilagante del commercio illegale di avorio e corno di rinoceronte – dice il WWF – e lanciare una campagna contro i crimini contro la fauna selvatica che coinvolga anche gli altri paesi dell’area del Great Mekong“.


Il WWF ha lanciato una petizione in tal senso che ha raccolto 170.000 adesioni. Nonostante il crescente sforzo internazionale per contrastare i crimini contro la fauna selvatica, almeno 1.377 rinoceronti e circa 20.000 elefanti sono stati uccisi in Africa l’anno scorso, i pangolini continuano ad essere vittime di commercio nel Sud-est asiatico e in Africa, mentre l’India nel 2016 ha perso 76 tigri a causa del bracconaggio, il numero più alto dal 2010.
Tra le richieste del WWF e del TRAFFIC, la chiusura dei mercati nazionali di avorio, la chiusura delle tiger farms, che alimentano la domanda di prodotti derivati dalla tigre, l’adozione di misure concrete per combattere la corruzione in quei paesi e la maggiore collaborazione tra le agenzie governative.
La Conferenza di Londra nel 2014 aveva visto 41 paesi dell’Unione europea approvare la Dichiarazione di Londra, composta da 25 punti che comprendevano azioni per sradicare i mercati illegali, rafforzare l’impegno delle forze dell’ordine, realizzare quadri giuridici efficaci, e promuovere mezzi di sussistenza per uno sviluppo economico sostenibile, impegnandosi con le comunità locali.

“Il commercio di fauna selvatica protetta è un’epidemia planetaria che sta portando all’estinzione specie iconiche cruciali per il nostro futuro su questo pianeta – ha detto Isabella Pratesi, Direttore Programma di Conservazione WWF Italia – . Non dobbiamo accettare che la nostra generazione assista inerme alla scomparsa di rinoceronti elefanti tigri e migliaia di altre specie. Il fatto che anche la casa reale inglese – il principe William che ha preso parte alla conferenza di Hanoi – abbia deciso di scendere sul campo in difesa degli animali vittime del bracconaggio e dell’illegalità è un segnale importante che dovrebbe essere d’esempio per il nostro paese, dove i crimini contro la fauna sono ancora oggi considerati reati di scarso rilievo”.

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