Pandanews

Solvay di Spinetta, chiesto rinvio a giudizio

La Procura di Alessandria ha chiesto il rinvio a giudizio per disastro ambientale , mentre l'ARPA conferma la presenza di sostanze chimiche pericolose per ambiente e salute

La vicenda nasce nel 2020 grazie ad un esposto del WWF


La Procura di Alessandria ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di disastro ambientale dei direttori dello stabilimento aziendale di Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. di Spinetta Marengo, nel Comune di Alessandria.
La vicenda giudiziaria nasce dall’esposto presentato nel giugno 2020 dall’avvocato del Panda Vittorio Spallasso, che rappresenta il WWF Italia in questa storica battaglia contro i PFAS (“perfluorinated alkylated substances”): si tratta di composti chimici di sintesi molto utilizzati nell’industria, resistenti ai processi naturali di degradazione grazie alla presenza di legami molto forti tra atomi di fluoro e carbonio. Queste sostanze sono utilizzate in moltissimi ambiti industriali per rendere resistenti all’acqua e ai grassi i tessuti, la carta, contenitori di alimenti, pentole e padelle, ma anche per la produzione di schiume antincendio, detergenti per la casa e pellicole fotografiche.

Il pericolo degli PFAS, composti chimici bioaccumulabili

Questa enorme utilità data dalla loro specifica caratteristica chimica, ha però dei risvolti ambientali molto negativi. I PFAS possono penetrare e accumularsi nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee. Si bioaccumulano anche negli organismi e lungo la catena alimentare finendo per rappresentare un pericolo per l’ambiente e per la salute umana. Nelle regioni nord-orientali italiane, sono state ritrovate tra le più alte concentrazioni di PFAS al mondo, sia nel suolo, sia nell’acqua potabile e a negli alimenti coltivati.

Lo stabilimento Solvay in questione si trova in Piemonte, una delle regioni più colpite dall’inquinamento da PFAS. E’ infatti ubicato in un’area già sottoposta a processo di bonifica per inquinamento pregresso. Per lungo tempo è stato al centro dell’attenzione mediatica per la responsabilità, accertata dalla Corte di Cassazione nel dicembre 2019, dei suoi dirigenti nella diffusa contaminazione della falda acquifera.
Si tratterebbe, dunque, di un mancato risanamento e del mancato contenimento in sicurezza del rilascio dei contaminanti nella falda.

Le indagini dell’ARPA

La stessa ARPA Piemonte ha appurato, sin dal marzo 2019, la costante presenza di inquinanti riferibili alle produzioni di Solvay: indice dell’inadeguatezza della barriera idraulica installata dal polo chimico per “filtrare” le acque di falda contaminate e convogliarle ad un apposito impianto di trattamento.
La recente richiesta di rinvio a giudizio rappresenta un significativo traguardo nella lotta per la giustizia ambientale, proprio perché tra le ragioni figurano i monitoraggi periodici dell’ARPA Piemonte. Le analisi hanno documentato il peggioramento dei valori ambientali di acqua, suolo ed aria.
Nonostante gli sforzi di monitoraggi dell’ARPA e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), manca ancora oggi un quadro nazionale chiaro ed esaustivo sulla contaminazione da PFAS, soprattutto negli alimenti e nelle specie selvatiche. Manca ancora un quadro chiaro del rischio che comporta per la salute umana e degli ecosistemi.
Il WWF Italia, considerato anche l’impegno profuso in questa battaglia, è stato riconosciuto come persona offesa nel processo e si impegnerà a garantire che le responsabilità vengano accertate al fine di garantire la tutela della salute della comunità locale e dell’ambiente.

Sulla vicenda un servizio delle Iene su Italia 1 andato in onda ieri sera >

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