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Sugli stadi rischio colata di cemento

FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) e WWF  contestano la norma sugli stadi, seppur mitigata, che compare nel maxiemendamento governativo approvato ieri notte, per problemi di sostanza e di forma: 1. di sostanza perché ritengono che i 45 milioni…

FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) e WWF  contestano la norma sugli stadi, seppur mitigata, che compare nel maxiemendamento governativo approvato ieri notte, per problemi di sostanza e di forma: 1. di sostanza perché ritengono che i 45 milioni di euro in tre anni destinati a questi impianti sportivi potrebbero essere meglio impiegati per il nostro disastrato patrimonio edilizio scolastico o per mettere in sicurezza antisismica gli edifici pubblici; 2. di forma  perché tra i criteri si introduce ex novo la finalità dello sviluppo che può contemplare anche la costruzione di nuovi impianti.

FAI e WWF continueranno la loro azione di denuncia alla Camera dei deputati
, chiedendo di cancellare il termine “sviluppo” o introducendo l’esplicita esclusione di ogni riferimento alla possibilità di costruire nuovi stadi per scongiurare rischi interpretativi che consentano la costruzione di nuovi impianti con ulteriore consumo di suolo.

FAI e WWF apprezzano che il Governo nel proprio maxiemendamento abbia recepito la proposta dei relatori alla Legge di Stabilità 2014 superando la formulazione originaria che consentiva esplicitamente la costruzione di nuovi stadi, nonché la edificazione di nuovi palazzi nei loro dintorni, in deroga alla disciplina vigente. Tuttavia,  ritengono che continuino  a sussistere, tra le pieghe della norma approvata dal Senato, profili che necessiterebbero di una migliore definizione giuridica per scongiurare ogni timore di nuove, e ingiustificate, colate di cemento.

Infatti la disposizione contenuta nel maxiemendamento prevede una progressiva implementazione del Fondo di Garanzia (10 milioni di euro per il 2014, 15 milioni di euro per l’anno 2015 e 20 milioni di euro per il 2016) il quale è stato istituito con una norma del 2002 (art. 90, comma 12, della legge n. 289) per i mutui relativi, tra gli altri, alla costruzione di nuovi impianti sportivi. La norma approvata da Palazzo Madama correttamente, e condivisibilmente, vincola la gestione delle predette somme da parte dell’Istituto per il credito sportivo finalizzandola all’esigenza di assicurare interventi per la sicurezza strutturale e funzionale degli impianti sportivi nonché per la loro fruibilità e  ammodernamento.

Ma FAI e WWF si dichiarano fortemente preoccupati per i contenuti del maxiemendmento governativo che con il comma 199, tra i criteri per l’assegnazione dei finanziamenti,  aggiunge che questi siano funzionali anche allo “sviluppo” degli impianti sportivi. Temono infatti che il termine “sviluppo” possa essere, in fase applicativa, interpretato nel senso di comprendere anche la costruzione di nuovi stadi coerentemente al dettato della legge della sopra richiamata legge del 2002 istitutiva del Fondo di Garanzia.

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