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Il TAR di Trento sospende gli abbattimenti di JJ4 e MJ5

WWF: occorre lavorare seriamente per garantire la conservazione della specie sulle Alpi e la convivenza tra uomini e orsi

JJ4 e Mj4 per ora salvi, WWF preoccupato per il benessere degli orsi

In seguito alla sentenza odierne del TAR di Trento, che ha sospeso l’ordinanza di abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5 fino alla sentenza definitiva del prossimo 14 Dicembre, il WWF Italia da un lato esprime la preoccupazione di garantire un benessere psico-fisico all’orsa JJ4, rinchiusa da settimane nel centro faunistico del Casteller, dall’altro ribadisce l’importanza di concentrare attenzioni ed energie nel trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino, per evitare che queste situazioni possano ripetersi in futuro.

La drammatica vicenda dell’uccisione di Andrea Papi da parte dell’orsa JJ4 nell’aprile scorso ha evidenziato chiare responsabilità. Garantire la sicurezza delle persone e diffondere una reale conoscenza dell’orso nelle aree di presenza di questa specie deve restare la priorità di tutti gli attori in gioco. E’ doveroso per il WWF Italia lavorare per ridurre al minimo le probabilità che episodi tragici di questo tipo non si ripetano in futuro.

Necessario affidarsi alla scienza

Come abbiamo ribadito nelle settimane scorse, anche con il nostro documento di proposte operative al MASE, la questione della gestione dell’orso in Trentino è estremamente complessa. E’ doveroso riaffidarci alla scienza, approccio purtroppo dimenticato negli ultimi anni, durante i quali l’orso è stato “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico. Non si deve escludere a priori la possibilità di rimuovere esemplari che mostrano comportamenti potenzialmente pericolosi per l’incolumità pubblica, ma occorre ricordare che è aspetto prioritario prevenire simili situazioni.

La gestione dell’orso richiede un impegno nazionale, e la costruzione della coesistenza tra l’uomo e il plantigrado non può discutersi solo nei tribunali, come accade da troppi anni. Le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del PACOBACE (Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali). Il Piano prevedeva infatti eventi di comunicazione ed educazione rivolti a residenti e turisti che in buona parte risultano inattuati. In questi anni nonostante il prevedibile aumento del numero di orsi, non si è lavorato per favorire l’espansione della popolazione in altre aree dell’arco alpino centro-orientale, come previsto inizialmente dal Progetto Life Ursus. E non si è lavorato in maniera efficace sulla prevenzione dell’insorgenza di comportamenti di abituazione e/o problematici negli orsi.

La conservazione dell’orso non può essere decisa nelle aule dei tribunali

Un efficace lavoro volto a migliorare la connettività ambientale a livello di areale alpino, l’incremento delle attività di prevenzione e comunicazione e il miglioramento delle opzioni gestionali dei singoli individui, basate su un principio di maggiore proporzionalità, rappresentano le uniche strade nel medio-lungo periodo per migliorare la coesistenza uomo-orso per non dover più parlare di conservazione dell’orso, sicurezza delle persone e benessere animale nelle aule dei tribunali.

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