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WWF impugna il piano anti Xylella

“A tutt’oggi non ci sono prove che abbattere gli alberi sani nel raggio di 100 metri dai focolai d’infezione serva a fermare la Xylella”. Ne è convinto il WWF Italia, che ha deciso di ricorre davanti al Tar…

“A tutt’oggi non ci sono prove che abbattere gli alberi sani nel raggio di 100 metri dai focolai d’infezione serva a fermare la Xylella”. Ne è convinto il WWF Italia, che ha deciso di ricorre davanti al Tar del Lazio e impugna il provvedimento del Commissario pugliese anti Xylella, Giuseppe Silletti, nella parte in cui impone l’abbattimento degli alberi non infetti nel raggio di 100 metri dagli ulivi colpiti dalla malattia.  
“Occorre approfondire il campo d’indagine – sottolinea la Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi -. Il provvedimento di estirpazione appare peraltro di dubbio fondamento giuridico. In attesa di maggiore chiarezza gli abbattimenti vanno sospesi. Il caso Xylella è stato affrontato in modo drastico, che non corrisponde all’approccio che la nostra associazione ha verso gli equilibri naturali che vanno salvaguardati ad ogni costo”.   
“Non appare utile abbattere gli ulivi sani – afferma Nicolò Carnimeo delegato regionale Puglia del WWF – La nostra è anche una battaglia di buon senso e cautela, la ricerca sta andando avanti, bisogna soluzioni alternative praticabili e il provvedimento così com’è appare privo di basi scientifiche. E siamo felici che a livello nazionale e internazionale ci sia stata condivisione di questa importante battaglia territoriale”.
Anche la direttiva della Commissione europea non parla di abbattimento degli alberi sani. Un provvedimento, locale o nazionale, non può assolutamente oltrepassare una deliberazione comunitaria.  Si chiede al Tar Lazio di pronunciarsi con l’auspicio che viste le argomentazioni di “interesse europeo” ci sia un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia europea.
Tutto ciò anche anche alla luce di un documento di studio redatto dal gruppo di ricerca L.A.I.R. (acronimo per “Law and Agroecology – Ius et Rus”), cui partecipano professori e ricercatori dell’Università del Salento coadiuvati da giovani studiosi. Secondo l’Associazione è necessario trovare una linea mediana di approfondimento e prudenza, che salvaguardi dai rischi dell’epidemia, ma non comprometta la biodiversità. Su queste direttrici si muove il ricorso del WWF Italia, che, spinto dal suo comitato pugliese, ha affidato la battaglia legale allo studio della professoressa Gabriella  de Giorgi, ordinario di diritto Amministrativo ed esperta di tematiche ambientali,  all’Università del Salento, coadiuvata dall’avvocato Antonio Micolani.

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