Pandanews

A Natale adotta una specie a rischio

Nel nuovo video le persone che hanno scelto i peluche WWF, simbolo del sostegno ai progetti di conservazione per salvarle dall’estinzione

Il nuovo video Cruelty for Good

Una bambina sta mangiando spaghetti e li condivide generosamente con il suo peluche di leopardo delle nevi ormai sporco di sugo; attraverso l’oblò di una lavatrice vediamo una tartaruga marina di peluche sballottata in mezzo ai vestiti, ma anche un orango cadere da una macchinina telecomandata, una tigre imprigionata nello scotch da pacchi, un panda incastrato nel baule di un’automobile e molte altre specie che il WWF protegge da sempre.

Il tono è ironico e i protagonisti sono persone che sì, quei peluche li stanno dimenticando o “maltrattando”, ma che scegliendoli hanno contribuito a proteggere le specie che rappresentano in natura e a sostenere i progetti del WWF per salvarle.

Il video Cruelty for Good

È quello che accade nel nuovo video “Cruelty for Good” dei registi Wolfberg, prodotto da Think Cattleya con la direzione creativa di Accenture Song. La squadra creativa ha già recentemente firmato la realizzazione dello spot di campagna #IlPandaSiamoNoi.

Il nuovo spot, che lancia oggi la Campagna adozioni WWF in vista del Natale 2023, racconta scene di vita quotidiana dove le protagoniste sono persone che, adottando un peluche del WWF, hanno già scelto di proteggere la natura a rischio.

Questo Natale, adottando una specie in pericolo si riceverà un peluche dedicato ma soprattutto si sosterranno i progetti WWF per proteggerla e salvarla dall’estinzione.

  • Adotta una specie a rischio
    Adotta una specie a rischio

    Riceverai un peluche WWF e sosterrai i progetti di conservazione per salvare quella specie dall'estinzione

Cosa abbiamo in comune con le specie a rischio?

Ecco alcune delle specie da salvare, protagoniste del Natale WWF 2023 e quello che abbiamo in comune con loro.

Tigre

Sono diversi i successi raggiunti negli ultimi anni per salvare questo straordinario felino: il numero delle tigri libere in natura è in aumento in cinque Paesi: Bhutan, Cina, India, Nepal e Russia. In Buthan le tigri oggi sono 131 ben 28 in più di quelle stimate nel 2015 ed è stato registrato un incremento del 27% della popolazione negli ultimi 8 anni. Ma questi felini sono ancora minacciati e si contano solo tra 3.726 e 5.578 tigri. in natura. In Malesia restano solo 150 tigri, in rapido declino rispetto alle 500 stimate nel 2010. La perdita di habitat, la diminuzione delle prede e il bracconaggio per il commercio illegale di tigri e di parti del loro corpo minacciano il futuro della specie. Il WWF è presente con diversi progetti attivi nei Paesi dove vive questo raro felino, e lavora assieme a governi, organizzazioni e comunità indigene. Un impegno sul campo che possiamo sostenere scegliendo di adottare il peluche dedicato a questa specie.

Frame dello spot “Cruelty for Good”

Lo sapevi? La tigre è è un felino con cure attente e prolungate verso i figli, proprio come noi. La mamma si prende cura dei suoi cuccioli per almeno un anno, insegnandogli a evitare i pericoli del territorio dove vivono e a cacciare. Solo dopo aver appreso dalla madre a cavarsela da soli, i cuccioli diventano autonomi. Aiutaci a proteggere la tigre e a difendere la specie da trappole, bracconieri e distruzione delle foreste.

Panda

Il panda è una specie iconica, da sempre simbolo del WWF. Grazie agli sforzi di conservazione la specie è stata dichiarata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ufficialmente non più “minacciata” ma “vulnerabile”. Questo però non significa che i panda non abbiano più bisogno del nostro aiuto. Dalle ultime stime, infatti, si contano non più di 2.000 individui liberi in natura, minacciati dalla riduzione del loro habitat: a causa della distruzione delle foreste, infatti, per i panda è sempre più difficile trovare germogli di bambù, fonte di alimentazione primaria per questa specie. Con l’adozione simbolica del peluche a forma di panda si aiuterà il WWF a creare nuove aree protette e a gestire le riserve già presenti in Cina.

Frame dello spot “Cruelty for Good”

Lo sapevi? Anche il panda, come noi umani e pochi altri primati è in grado di afferrare oggetti con gli arti anteriori. Questo grazie alla presenza del “falso pollice” (una protuberanza ossea), che permette loro di tenere ferma una canna di bambù mentre sono intenti a mangiare.

Elefante

L’elefante è il più grande mammifero terrestre oggi vivente sul nostro Pianeta: può superare 3 metri di altezza e pesare oltre 5 tonnellate. In Africa vivono due specie, l’elefante di savana e quello di foresta, mentre quello asiatico vive nell’Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Tutte e tre sono a rischio di estinzione soprattutto per la perdita e frammentazione dell’habitat causata dall’espansione umana e dal bracconaggio per il commercio illegale dell’avorio. Il WWF si batte da sempre per la conservazione dell’habitat degli elefanti attraverso la collaborazione con i governi per l’istituzione di nuove riserve, la severa applicazione delle leggi nazionali di protezione e il mantenimento di “corridoi” fra le aree protette.

Lo sapevi? Gli elefanti vivono in grandi gruppi familiari dove rivestono un ruolo fondamentale le matriarche, cioè le nonne, che hanno un ruolo di supporto e guida nei confronti delle mamme impegnate nella cura e nella crescita della prole. Un po’ come noi umani, del resto!

Tartaruga marina

La Caretta caretta è la specie di tartaruga marina più vicina a casa nostra. Vive e si riproduce nelle acque del Mediterraneo. Proteggere le tartarughe marine è uno degli obiettivi che mobilita centinaia di volontari in tutta la nostra penisola ogni stagione e che il WWF porta avanti da oltre 20 anni attraverso un’ampia attività di ricerca, monitoraggio, tutela dei nidi, lotta all’inquinamento da plastica, recupero e riabilitazione di tartarughe grazie a numerosi progetti alla realizzazione del “Network tartarughe del WWF Italia”, costituito dalla rete di operatori, centri di recupero e volontari costruita negli anni sul territorio.   Una tartaruga su tre che finisce nei centri di recupero WWF ha ingerito plastica. Le tartarughe marine restano vittime anche di catture accidentali durante le attività di pesca. 

Lo sapevi? Le tartarughe marine sono delle grandi nuotatrici, in grado di ricoprire distanze anche di migliaia di chilometri per raggiungere le aree di alimentazione o tornare nel luogo dove sono nate per deporre le uova. Uno studio ha recentemente dimostrato che già dal primo anno di vita le giovani tartarughe sono abili nuotatrici.

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