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In Campania è lotta ai bracconieri del mare

Il WWF si costituirà parte civile al processo Il WWF Italia si congratula con la Procura di Napoli e con il locale Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza per la complessa e brillante operazione di contrasto al…

Il WWF si costituirà parte civile al processo

Il WWF Italia si congratula con la Procura di Napoli e con il locale Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza per la complessa e brillante operazione di contrasto al prelievo illegale del dattero di mare portata a termine grazie ad un impiego di forze e tecnologie senza precedenti.

Il duro lavoro, durato tre anni, ha portato all’applicazione della misura della custodia cautelare di altri provvedimenti a carico di numerosi soggetti che, per quanto emerso dalle indagini, avevano dato vita ad una vera e propria organizzazione criminale, dedita al prelievo illegale di questo raro mollusco. I reati contestati sono difatti l’associazione a delinquere, l’inquinamento e il disastro ambientale.

“Il prelievo del dattero di mare determina una vera e propria distruzione dell’ecosistema marino e alimenta un mercato clandestino movimentando ingentissime somme di danaro. Questa operazione, per le modalità con cui è stata condotta rappresenta una vera svolta nel contrasto a questa pratica illegale e devastante che da troppo tempo sta causando danni enormi ai fondali marini e all’ecosistema mare e si pone in linea di continuità con le azioni che il WWF da decenni promuove, tanto in Campania, quanto in tutto il Paese, con attività di sensibilizzazione e di denuncia” ha dichiarato Raffaele Lauria Delegato Regionale WWF Campania. 

L’ufficio legale del WWF Italia ha già incaricato un “avvocato del Panda” affinché richieda che il Tribunale riconosca l’Associazione come “parte offesa”, al fine di procedere, successivamente, alla costituzione di parte civile nel processo. 

Il dattero (Lithophaga lithophaga) è una specie protetta da numerose convenzioni internazionali e direttive europee. In Italia ne è vietato il prelievo, la detenzione e commercializzazione dal 1988. Per estrarlo dalla roccia calcarea in cui vive è necessario frantumarla a colpi di martello, a volte persino con l’utilizzo dell’esplosivo, distruggendo interi tratti di fondale e causandone la desertificazione. Per estrarre la quantità di datteri necessaria a condire un piatto di spaghetti viene distrutto un metro quadrato di fondale e con esso scompaiono anche una miriade di organismi che nel corso di secoli hanno colonizzato il substrato roccioso. Le conseguenze negative riguardano anche gli stessi pesci che non trovando nutrimento sono costretti a migrare in altri luoghi, contribuendo a creare un danno non solo all’ecosistema ma anche agli stessi pescatori. 

Di recente biologi marini della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli hanno, indirettamente, messo in correlazione l’aumento delle meduse con la distruzione causata dal prelievo del dattero di mare. Tra i tanti organismi distrutti per estrarre il ricercato mollusco, ci sono anche coralli e madrepore, tra questi uno in particolare denominato Astroides calycularis riconoscibile per il colore arancione vivo, che colonizza proprio le falesie calcaree fino a 50 metri di profondità.  Tale madrepora è seriamente minacciata al punto da essere considerata a rischio di estinzione e quindi specie protetta ed ha la capacità oltre che di filtrare il plancton, anche di catturare e mangiare proprio le meduse, tra cui la temibile Pelagia noctiluca.

In questa operazione, portata a termine dalle Fiamme Gialle di Napoli, l’alterazione dell’ecosistema marino e la compromissione della biodiversità, ormai scientificamente appurata da zoologi, ecologi e geologi è apparsa particolarmente grave nella porzione sommersa della scogliera esterna che protegge il porto di Napoli e nell’area dei Faraglioni di Capri.
Il fenomeno della pesca illecita è però radicato in tutto il Golfo di Napoli, come testimoniato dalle numerose operazioni di polizia e dalla stessa attività di presidio del territorio compiuta dai volontari WWF. 
A seguito della intensificazione dei controlli e alla introduzione di strumenti di contrasto più efficaci questi predoni del mare hanno iniziato ad operare con maggiore professionalità.

E’ quindi necessario implementare gli sforzi nelle attività di contrasto alla pesca illegale e, più in generale ai crimini contro la fauna e la flora selvatiche. Per questa ragione il WWF è partner del progetto SWiPE “Successful Wildlife Crime Prosecution in Europe”, finanziato dal programma europeo Life e mirato a rendere sempre più efficace la persecuzione di questi atti criminali attraverso un diretto coinvolgimento della Magistratura e delle Forze di Polizia.

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