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No alla vendita dei terreni alla Diaccia Botrona

Il WWF e i comitati locali chiedono che l'area protetta grossetana resti interamente pubblica

In Toscana WWF e altre associazioni chiedono che l’area resti pubblica

Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che, in un’asta pubblica indetta dalla Provincia di Grosseto per lo scorso 24 settembre, sono stati aggiudicati ad un privato terreni situati nel Comune di Grosseto, nell’area del Padule Aperto, ricadenti in parte nella Riserva Naturale Regionale Diaccia Botrona. Tale zona, all’interno della Macrozona “Maremma Grossetana”, area di rilievo internazionale per lo svernamento dell’oca selvatica (Anser anser), con presenze di 700-800 individui, costituisce area di svernamento anche per la gru, con circa 600 individui negli ultimi anni, e per caradriformi come la pavoncella o il piviere dorato.

Tante le specie presenti dal grande valore conservazionistico

Nella specifica area in esame sono inoltre state osservate specie di particolare importanza dal punto di vista conservazionistico, come il falco lanario, il falco sacro e, addirittura, una gallina prataiola e una probabile aquila imperiale spagnola. Questa operazione ha suscitato la preoccupazione di tutte le persone attente alla protezione dell’ambiente. Oggi, anche agli effetti della pandemia da Covid-19, crediamo che sarebbe molto più opportuno utilizzare la proprietà pubblica per il raggiungimento di obiettivi diversi dalla monetizzazione, come quelli previsti dalla Strategia della UE per la biodiversità per il 2030.

Poiché in tale documento della UE si parla anche di “rinaturalizzazioni”, sarebbe auspicabile, sottolinea il WWF, che la proprietà dell’area restasse pubblica. Qualora invece la vendita dovesse concludersi, auspichiamo che, per le aree ricomprese nella Riserva della Diaccia Botrona, possano proseguire le attività di studio in corso da anni, come il monitoraggio della presenza di specie nidificanti ed estivanti condotta oggi dalla Regione Toscana, così come la fruizione da parte del pubblico.
Non deve, sottolinea il WWF, venir meno una visione unitaria nella gestione della Riserva come previsto dalla delibera del 2006 della Giunta Provinciale che disciplina la fruizione della Riserva Naturale Provinciale “Diaccia Botrona”.

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