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Trento, il TAR non sospende l'uccisione dei due lupi

Con la LAV e LNDC ricorreremo al Consiglio di Stato: "I documenti confermano la cattiva gestione delle misure di prevenzione"

Confermata la linea della morte voluta dalla Provincia

Il Presidente del TAR di Trento ha rigettato la richiesta di decreto cautelare urgente per sospendere l’uccisione dei due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, in Lessinia. 

Il rischio di arrivare all’udienza cautelare del TAR di Trento, prevista per il prossimo 14 settembre, con i lupi già uccisi si concretizza nonostante le chiare indicazioni recentemente date dal Consiglio di Stato in tema di tutela della fauna selvatica particolarmente protetta dalla direttiva Habitat.

Il ricorso di WWF, LAV e LNDC Animal Protection

Ricorreremo al Consiglio di Stato affinché venga sospesa la loro condanna a morte poiché riteniamo inaccettabili le scelte del Presidente Fugatti che di fatto avallano ed incentivano un modello di allevamento in alpeggio non conforme alle più elementari norme di convivenza con gli animali selvatici attraverso la tutela degli animali allevati, privi di sorveglianza da parte di pastori o di cani da guardiania” dichiarano LAV, LNDC Animal Protection e WWF.

In queste ore, infatti, è stata eseguita dalle associazioni l’analisi della documentazione presentata dalla Provincia autonoma di Trento presso il TAR e richiesta dallo stesso Tribunale amministrativo. Ciò ha evidenziato chiaramente l’insufficiente grado di manutenzione della recinzione elettrificata utilizzata dalla malga Boldera per prevenire le predazioni da lupo. È infatti lo stesso ISPRA a rilevare che in alcuni dei cinque eventi predatori, la recinzione risultava scarsamente manutenuta, al punto da azzerarne l’efficacia. Per questo motivo ISPRA ha chiesto alla Provincia un piano per migliorare il sistema di prevenzione dei danni da predazione in Lessinia, sia a malga Boldera che nelle malghe adiacenti.  

“È intollerabile che Fugatti abbia disposto l’abbattimento di due lupi in una situazione come quella delineata dalla documentazione prodotta dalla stessa Provincia dichiarano LAV, LNDC Animal Protection e WWF il Presidente della Provincia di Trento si conferma  interessato solo a trovare qualche voto in più condannando a morte un giorno un lupo e l’altro un orso, invece che a investire sulla prevenzione che è l’unico strumento realmente efficace per ridurre i rischi e tutelare la sicurezza delle persone, degli animali selvatici e di quelli d’allevamento”.

Infatti, la Direttiva Habitat concede la possibilità di derogare al regime di rigorosa protezione dei lupi esclusivamente nel caso che non esista “un’altra soluzione valida”, ma a malga Boldera è evidente che l’altra soluzione valida esisteva, ma in alcuni casi non è stata applicata correttamente, venendo così meno ogni copertura giuridica all’ipotesi di uccisione dei lupi.

Per quanto riguarda i gli animali vittime di predazioni, queste perdite, che possono sempre verificarsi, sono comunque regolarmente indennizzate con fondi pubblici che di fatto eliminano anche questo “rischio di impresa” a carico dell’allevatore

Va da ultimo evidenziato che l’abbattimento ai fini di dissuasione non ha fondamenti scientifici e viene dichiaratamente proposto dall’amministrazione provinciale come misura sperimentale.

Auspichiamo che non venga torto neppure un pelo ai due lupi in attesa che il Consiglio di Stato si esprima sul nostro ricorso ed in ogni caso prima dell’udienza fissata dal TAR per il prossimo 14 settembre, nella quale sarà discussa la sospensiva del decreto di abbattimento – concludono le associazioni.

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